Litchi e ciliegie

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di Irene Auletta

Ogni anno, in occasione di qualche festa o ricorrenza, cerco sempre qualche modo originale per farti gli auguri, non rinunciando a doni che tanto so bene tu non degnerai neppure di uno sguardo.

Mi piace anche scriverne per te, per me e per chi può ritrovarne risonanze o semplice piacere nella lettura e così, anche per questo periodo natalizio, non potevano mancare pensieri dalle tante sfumature.

Chi come me ha figli con disabilità, piccoli o adulti, si ritrova sovente a fare pensieri sul dopo di noi cercando, nel suo percorso di genitore, un modo per fare pace con una paura profonda che pur rimanendo uno sfondo innegabile, può assumere tinte anche leggere.

Mi ritrovo a pensarci, e non è la prima volta, mentre ti preparo i litchi che, insieme alle ciliegie, sono frutti che ti piacciono particolarmente e che mangi solo se te li preparo io. Fino a qualche anno fa condividevo questo “compito” con la nonna ma ora sono rimasta da sola.

E così mi ritrovo a pensare a come anche alcuni gusti possono perdersi se non rientrano nei gesti di cura di qualche adulto disponibile a farlo. Certamente sbucciare una mela è più semplice!

Anche quest’anno quindi il mio dopo di noi ha proprio quel profumo lì, di litchi e ciliegie, ma senza angoscia, forse solo con un po’ di malinconia e avvisaglie di nostalgia.

Questa è la forma più originale dei miei auguri per te di quest’anno. L’augurio che tu possa trattenere il più a lungo possibile sapori e gusti e che le mie mani possano continuare a parlarti d’amore, con dolcezza.

Piccole ali, grandi libertà

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di Irene Auletta

E sono ventisei! 

Quest’anno, che le nostre età hanno gli stessi numeri, insieme abbiamo affrontato un anno davvero difficile. Sei stata abituata, per molti anni, ad essere tu la malata e la destinataria di tante e tante cure necessarie per la tua stessa vita, ma quest’anno la scena e’ cambiata. Tu, insieme a me, ti sei trasformata in curante e sei riuscita ancora una volta a stupirmi. 

La svolta l’ho sentita forte mesi fa, il giorno in cui siamo partite da sole per la tua settimana estiva TMA (terapia multisistemica in acqua) nelle Marche, con il cuore ferito e il silenzio malinconico che ci ha accompagnate nel viaggio. Ti ho parlato semplicemente, come sto facendo da diversi mesi, con onestà e senso di protezione intrecciati, come le nostre mani che tante volte mi hanno dato coraggio.

Ho quasi smesso di rispondere alle tante domande come state? perché di fronte a tanta complessità ho avuto, e ho tuttora, la necessità di risparmiare energie e di rimanere vicina a te, in quel mondo tutto nostro, dove ho trovato conforto, piccole gioie e consolazione.

Ecco, quest’anno ti ho vista davvero più grande, attenta e capace a modo tuo di essermi vicina. Profondamente e vicina al cuore.

Io spero di essere riuscita a regalarti anche allegria e leggerezza, rinnovando il nostro patto di sempre e penso, in tante occasioni, di esserci riuscita. 

Ci aspetta un anno non facile ma ti vorrei regalare una nuova certezza. Non sei più solo la figlia di cui prendermi cura ma sei diventata anche la figlia che può prendersi cura e insieme abbiamo da aiutare una persona che entrambe amiamo immensamente. La nostra unione madre e figlia e’ sempre più forte ma, proprio per continuare a dare luce alle tue ali, ti aspettano tante sorprese di libertà.

E così, nel tuo pacchetto regalo di compleanno, ci sono gite domenicali, spettacoli e serate da viverti da sola. Non mancheranno anche esperienze da fare insieme ma quest’anno il tuo regalo più grande sarà farne diverse da sola, insieme a nuovi compagni di viaggio.

Io, sarò sempre qui, pronta a lasciarti andare.

Auguri Luna della Terra.

Auspici natalizi

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di Irene Auletta

Si, lo ammetto. 

Con le lamentele, i lamentosi e le lamentose non vado molto  d’accordo. Qualcuno ha provato anche a convincermi del potere terapeutico del lamento ma io rimango poco convinta. 

Sono stata sempre così ma forse oggi la tensione si è moltiplicata anche a causa di una modalità che, nel tempo,  mi e’ parsa allargarsi a macchia d’olio, sovente nella scarsa consapevolezza dei protagonisti di tale atteggiamento. 

Pensandoci infatti, raramente mi è capitato di trovarmi con persone consapevoli del loro comportamento e, al contrario, sovente ho ritrovato i critici più severi proprio in loro, convinti disturbati dal lamento diffuso. Anch’io del resto a volte inciampo in questa trappola, correndo il rischio di lamentarmi di chi si lamenta. Insomma, non se ne esce!

Poi, per fortuna arrivi tu che mi riposizioni nel mondo.

Stamane esci di casa in preda a quei tremori che di solito arrivano di sera e che solo un mix di farmaci e sonno riescono a calmare. Nel corso della mattinata, anche l’educatrice del Centro mi telefona per segnalarmelo e già immagino la complessità del resto del pomeriggio che ci attende, anche in vista dell’abituale appuntamento in piscina.

In realtà quando arrivo a prenderti ti trovo un po’ provata e stanca ma decisamente di ottimo umore. Ma come fai, figlia mia, a sostenere questo zaino di vita spesso così pesante, non rinunciando quasi mai al tuo bellissimo sorriso? Neppure te lo immagini che nel tuo apparire fragile riesci a darmi ogni giorno una gran bella lezione, vero?

Abbi pazienza amore ti prometto che non smetterò mai di imparare.

Proprio in questi giorni nei rituali saluti di buone feste ho dichiarato, forse anch’io un po’ lamentosa, di sperare nell’arrivo veloce del 9 gennaio. In realtà non è proprio così e nel dirlo sono stata frettolosa e superficiale.

Certo non amo troppo i minuetti delle feste ma adoro dedicare tempo alle persone per me preziose. Adoro farlo con calma e lentezza e se poi si aggiungono luci, colori e atmosfere profumate già mi pregusto attimi di intensa felicità.

E così, ancora una volta grazie alla mia più preziosa, con questo stato dell’anima, del cuore e della mente, auguro buoni giorni natalizi a tutti.

Che la magia sia con noi! 

Giorni dei ricordi

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di Irene Auletta

Sistemando alcuni cassetti a casa dei nonni ho trovato questa foto. 

Erano già giorni di sospetto e di paure ma nulla poteva farci presagire quello che sarebbe accaduto e che, negli anni a venire, ci saremmo trovati ad affrontare.  Eri una piccola gnoma già allora, degna del successivo nomignolo e perfetto per te, di signorina Minu

Ci hai regalato una gamma di sentimenti che non hanno lesinato in tutte le possibili sfumature e oggi siamo qui a festeggiare una piccola donnina che ogni giorno ci rende fieri. Sempre tra gioie e dolori, tra luci e ombre, tra paure e speranze. Ma sempre qui, al tuo fianco

Ci sono stati anni in cui il numero ventiquattro pareva un orizzonte irraggiungibile e ora mi sento di festeggiarlo con gratitudine.

Insieme ai regali che pian pian scarteremo, fatti come sempre di esperienze che speriamo possano donarti felicità, come ogni anno mi piace regalarti pensieri che mi auguro, in qualche modo e attraverso incomprensibili energie, arrivino al tuo cuore.

Che dici se ti regalo qualcosa di ciò che ho imparato?

Con te ho imparato che la “lista delle cose fare” rischia di essere infinita se non si ha il coraggio di fermarsi per guardare insieme un film.

Ho imparato che l’assenza delle parole, nella loro continua mancanza, possono farci cercare strade sempre nuove per raccontarci la nostra storia

Ho imparato che i limiti fanno male ma che, aiutando a cambiare prospettiva, possono offrire spettacoli inediti.

E così, ho imparato a dirti buon compleanno, anche in silenzio, ma senza rinunciare all’allegria

Auguri a te, mia preziosa e figlia delle scoperte, che la vita continui a farti brillare gli occhi di meraviglia

Auguri Luna mia 

Pacchetti a volontà

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di Irene Auletta

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe arrivata fin qui?  La nonna lo sussurra quasi a se’ stessa mentre ti osserva felice tra le onde del mare. Ripenso a questa scena della nostra ultima vacanza estiva proprio mentre si avvicina il tuo compleanno e stiamo pensando alle esperienze da regalarti.

E così, anche quest’anno, mi ritrovo ancora una volta tra pacchetti reali e confezioni immaginarie. Mostre multimediali, gite fuori porta e cene al ristorante, si alternano con una raccolta di desideri che lancio in aria come coriandoli, sperando in qualche magia.

Vorrei donarti sempre allegria e leggerezza perchè la vita non smette mai di rammentarci le sue ombre e, ogni giorno, può portare una sorpresa. 

Vorrei che la bellezza, scansando il brutto con una spavalda alzata di spalle, ti accompagnasse sempre per mano, facendo risplendere i tuoi occhi e la tua bella risata.

Quest’anno, in particolare, vorrei regalarti tanti sacchetti pieni di fiducia e di speranza perchè quando come te, si cammina su in filo, la paura di perdere l’equilibrio deve sovente trarre forza da un qualche tipo di fede. 

Infine, una lanterna, che possa incantarci con il gioco delle ombre e farci da faro, nei momenti più oscuri, quando anche il disorientamento del cuore richiede bussole speciali. 

Per festeggiare, racconteremo tutto questo anche alla nonna che con il suo amore e la sua saggezza profonda mi ricorda, ogni anno, il valore di sceglierti. Ancora e ancora.

Tanti auguri, Luna mia

Racconti fiorati

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di Irene Auletta

Ci sono momenti in cui accadono cose tutte da gustare perchè chissà quando accadranno di nuovo. 

Quando arriva qualcuno a trovarci a casa, e a volte questo accade anche al rientro mio o a quello di tuo padre, la tua reazione può variare sensibilmente tra un’accoglienza gioiosa e affettuosa e una totale distanza, con un comportamento di apparente disinteresse. La spiegazione più ricorrente che negli anni abbiamo confezionato è la tua difficoltà a stare in quel cambiamento di situazione ma forse, a volte, semplicemente sei un po’ di più nel tuo mondo e non vuoi, o non riesci, uscirne facilmente.

Aspettiamo i nonni a pranzo e poi non li vedremo per parecchio tempo. Ti anticipo che la nonna è davvero molto stanca e forse avrà bisogno del nostro aiuto per stare un po’ meglio. Sai cosa sarebbe davvero bello? ti dico mentre mi ritrovo a ripercorrere tentativi comunicativi molto familiari ma sovente senza effetti entusiasmanti, sarebbe bello se accompagnassi nonna a vedere i bellissimi fiori che ci sono sul tuo balcone.

E così poco dopo ci provo, proprio mentre mia madre sta apprezzando i fiori sul davanzale della cucina, chiedendomi come si chiamano. Le sto raccontando che il balcone più bello è il tuo e in quel momento, vedendoti arrivare, ci provo e mi gioco il jolly.

Ti faccio una domanda semplice e diretta e, qualche istante dopo, osservo le tue mani prendere quelle della nonna e accompagnarla fino alla tua camera. Quando lei si ferma al centro della stanza le fai strada sorridendo ed esci sul balcone, osservando lei e poi i fiori. Io rimango commossa ad osservarvi ma cerco di rimanere in silenzio e mi gusto quel momento magico che voglio tenere impresso negli occhi e nel cuore.

La nonna ti segue e dopo qualche tempo, riemersa dal suo torpore al colore del tramonto, commenta il tuo cambiamento, la tua chiarezza nel farti capire e la tua serenità. Chi l’avrebbe mai detto, dice quasi sottovoce, e so che si riferisce ai tuoi anni più difficili, quelli a cui oggi non voglio pensare.

E di nuovo ascolto le stesse frasi del nostro ultimo incontro. Che è stanca, tanto, e che forse presto chiuderà gli occhi per sempre. E tu e Luna ce la farete vero? Io ormai quasi non respiro e prendo fiato per rassicurarla.

Ci mancherai sempre mamma e già ci manchi in quella parte di te che non sei più, ma oggi è successo qualcosa di magico e spero che ti rimanga nel cuore anche se già smarrito nella memoria.

Quando restiamo sole ti dico che hai fatto un regalo bellissimo alla nonna e anche a me. Ti racconto dei fiori. Ma sai che anche mia nonna amava tanto i fiori?

Una volta è successo  che …..

Letterine

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di Irene Auletta

Cara figlia, visto che non hai mai potuto scrivere la letterina a Babbo Natale quest’anno lo voglio fare per te. Noi due, Ufo tra gli Ufo e lente tra le tartarughe, prima o poi ci arriviamo e, anche sollecitata dalle frenesie prefestive, quest’anno voglio provarci.

Da anni con tuo padre proviamo a dare un nome a tuoi possibili desideri e, alla fine, anche andando per esclusione, siamo arrivati a impacchettarti esperienze che ti danno gusto. Quest’anno aspettati diversi spettacoli teatrali e stai certa che rimarrai a bocca aperta, almeno nelle pause in cui non starai saltando sulla poltrona!

La frenesia natalizia e gli eccessi mi risultano sempre più estranei e in questi giorni di troppo tutto, nel mio personale tepore, raccolgo il valore profondo di quello che ho imparato anche grazie al nostro incontro. Forse con una figlia diversa sarei stata anch’io travolta da quanto ora mi appare bizzarro e anche il solo pensarci mi sollecita quella dolce malinconia che rammenta ciò è possibile imparare stando immersi nelle mancanze.

Caro Babbo Natale alla fine lo sai qual’è la cosa più strana? E’ che non so cosa chiederti, perchè quello di cui abbiamo tanto bisogno lo abbiamo già in abbondanza e quello che ci manca tu purtroppo non puoi proprio donarcelo.

Ma forse, ripensandoci, qualcosa mi è venuto in mente.

Vorrei tanta bellezza da distribuire a pioggia negli occhi di chi guarda te e le persone come te. Vorrei che la bellezza contagiasse, oltre agli sguardi, i gesti e gli ambienti che accolgono bambini, ragazzi e adulti con disabilità fuori dalle loro case. Vorrei qualche chilo di sorrisi delicatissimi, tanto più preziosi quanto  più  sussurrati a bassa voce.

Come ultimo desiderio, visto che ci sono abbondo, aggiungerei un po’ di speciale bellezza capace di condire quel poco che sa di tantissimo perchè in grado di sfiorare l’essenziale. 

Insomma Babbo Natale, ci siamo capiti? Se invece sei troppo preso a consegnare altri regali, noi anche per quest’anno passiamo, continuando a sognare e a cantare.

Mormora la gente mormora
Falla tacere praticando l’allegria (Jovanotti)

 

Che ci porti Babbo?

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Luna Finestrinodi Irene Auletta

Cosa le posso regalare per Natale? Dimmi tu quali sono i suoi gusti e cosa le può piacere di più.

Da anni mi ritrovo di fronte a domande analoghe e ogni volta provo a percorrere strade creative. Mezzi sorrisi, spiegazioni più o meno sofisticate e suggerimenti possibili attraversati sempre da un velato imbarazzo. Cosa posso dire figlia dei tuoi gusti, delle tue preferenze o delle tue passioni?

Qualche giorno fa, grazie ad una di quelle coincidenze che bisogna prendere al volo, abbiamo fatto un piccolo viaggio scegliendo di andarci in aereo. lo scorso anno sarebbe stato impossibile anche solo pensarlo perchè la tua salute era in uno di quei suoi momenti no che trasformano ogni scelta in un possibile problema da affrontare.

Levataccia al mattino, volo, ospitalità a casa di amici e nuovo volo, concentrati in un fine settimana lungo. Il pensiero mi attraversa di corsa e mascherato di leggerezza. Oddio, ce la farai? Non ti staremo chiedendo troppo? E se ti senti male oppure fai una di quelle tue piazzate in un momento poco opportuno?

Dopo un’ora di viaggio in auto arriviamo in aeroporto alle sei di mattina accolti, poco dopo, da una cornice di montagne illuminate di rosa dai primi raggi di un bellissimo sole invernale. Tu sei particolarmente frizzate, come l’aria. Hai capito che sta accadendo qualcosa di speciale e, al di là delle nostre parole e dei nostri racconti, sembri guidata da un’irrefrenabile curiosità.

Cammini per un lungo tratto di strada senza alcuna protesta, studiando tutto ciò che ci circonda. Alla fine, oltre lo vetrate lo vedi e allora non hai più alcun dubbio. Ridi e salti con gli occhi che brillano. Si amore, saliamo proprio lì e ci facciamo un giro in cielo per andare a trovare Alessia, Anna Maria e Mario. Ti ricordi quest’estate che bei bagni abbiamo fatto insieme nella loro piscina e quanto ci siamo divertiti?

Il viaggio lo passi attaccata al finestrino, distraendoti solo per guardarci emozionata con quei tuoi sorrisi che raccontano mondi di emozioni. Noi ci guardiamo pensando la stessa cosa. Anche solo questo momento ci dice che abbiamo fatto la scelta giusta. La tua reazione è uno speciale regalo di Natale per noi che cerchiamo di raggiungerti nei tuoi luoghi, sovente misteriosi.

Dei regali materiali non ti importa nulla e ora lo posso ammettere con il cuore leggero. Ti piacciono le emozioni e le esperienze e questo è il nostro vero dono per te, figlia meraviglia.

Ci hai insegnato, e ogni giorno ce lo rammenti, che l’oggi è prezioso e irripetibile. Questo Natale tu stai bene e questo è il mio regalo più grande.

Per te, un volo.

I miei doni più preziosi

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di Irene Auletta

Quando racconto a qualcuno di come a mia figlia piace correre faccio sempre un po’ fatica a conciliare, soprattutto per chi la conosce, la sua andatura goffa fortemente impedita dalle difficoltà motorie, con quello che sto cercando di condividere con la mia affermazione.

In realtà proprio ultimamente ho capito perchè.

Pensando alla corsa, a tutti noi sfilano nella mente una serie di immagini che coinvolgono tutto il corpo in un movimento spesso molto atletico.

Per vedere correre mia figlia invece bisogna guardarla, perchè lei corre negli occhi.

Così, come accade sovente la mattina mentre ci prepariamo per affrontare la nostra giornata. Lei balla. Di un ballo tutto suo e io le dico che lei è una ballerina nel cuore e solo chi la guarda e l’ascolta davvero lo può capire.

Sono doni molto preziosi e come tutti quelli davvero importanti, non si possono offrire a tutti.