di Irene Auletta
Figlia mia ti vorrei parlare della libertà.
E’ una parola bellissima che con il suo finale accentato ne ricorda altre importanti come felicità, possibilità, solidarietà.
Ma la sua bellezza non la pone al riparo dalle insidie del nostro tempo.
Come la salute, la forza, la giovinezza, rischia di essere data per scontata per poi riemergere in tutta la sua grandezza quando minacciata o messa in pericolo.
Ti vorrei raccontare che esiste il mondo delle parole a distanza e dei luoghi digitali dove è facile esibire bandiere e megafoni. Ma che poi, quello che attraversiamo ogni giorno, è il tempo della vita che tante volte si misura con la solitudine, con le libertà minacciate, con le solidarietà piccole, piccole. Quasi trasparenti.
Si, la libertà chiede grandezza, ma anche disponibilità e responsabilità e mi piacerebbe davvero tanto che tu, della libertà, ne sentissi più spesso il profumo e il gusto.
Ci sono persone che attraversano storie come la tua e come la nostra, che tutti i giorni si misurano con la sua mancanza e forse proprio per questo, appena ne percepiscono uno spiraglio o una possibilità, si preparano a inspirarla con l’intento di farne una scorta per il momento successivo.
Si, so bene che le celebrazioni non riguardano le piccole storie quotidiane, ma credo che, anche nella Storia, le storie delle persone hanno fatto la differenza, con le loro vicende di umanità.
Ti vorrei raccontare cose grandi senza parole e l’impresa a volte diventa davvero ardua.
Allora, ancora oggi e appena possibile, grazie ad un soffio di vento, te lo dico all’orecchio. Voliamo Luna. Un volo di libertà dalla Luna della terra fino alla Luna del cielo e ritorno.
E mentre il mondo parla della grande libertà, e speriamo continui a farlo con forza, tenacia e resistenza, questa è la nostra piccola libertà di cui non vorrei mai smettere di raccontarti.
Ogni giorno.