Auspici natalizi

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di Irene Auletta

Si, lo ammetto. 

Con le lamentele, i lamentosi e le lamentose non vado molto  d’accordo. Qualcuno ha provato anche a convincermi del potere terapeutico del lamento ma io rimango poco convinta. 

Sono stata sempre così ma forse oggi la tensione si è moltiplicata anche a causa di una modalità che, nel tempo,  mi e’ parsa allargarsi a macchia d’olio, sovente nella scarsa consapevolezza dei protagonisti di tale atteggiamento. 

Pensandoci infatti, raramente mi è capitato di trovarmi con persone consapevoli del loro comportamento e, al contrario, sovente ho ritrovato i critici più severi proprio in loro, convinti disturbati dal lamento diffuso. Anch’io del resto a volte inciampo in questa trappola, correndo il rischio di lamentarmi di chi si lamenta. Insomma, non se ne esce!

Poi, per fortuna arrivi tu che mi riposizioni nel mondo.

Stamane esci di casa in preda a quei tremori che di solito arrivano di sera e che solo un mix di farmaci e sonno riescono a calmare. Nel corso della mattinata, anche l’educatrice del Centro mi telefona per segnalarmelo e già immagino la complessità del resto del pomeriggio che ci attende, anche in vista dell’abituale appuntamento in piscina.

In realtà quando arrivo a prenderti ti trovo un po’ provata e stanca ma decisamente di ottimo umore. Ma come fai, figlia mia, a sostenere questo zaino di vita spesso così pesante, non rinunciando quasi mai al tuo bellissimo sorriso? Neppure te lo immagini che nel tuo apparire fragile riesci a darmi ogni giorno una gran bella lezione, vero?

Abbi pazienza amore ti prometto che non smetterò mai di imparare.

Proprio in questi giorni nei rituali saluti di buone feste ho dichiarato, forse anch’io un po’ lamentosa, di sperare nell’arrivo veloce del 9 gennaio. In realtà non è proprio così e nel dirlo sono stata frettolosa e superficiale.

Certo non amo troppo i minuetti delle feste ma adoro dedicare tempo alle persone per me preziose. Adoro farlo con calma e lentezza e se poi si aggiungono luci, colori e atmosfere profumate già mi pregusto attimi di intensa felicità.

E così, ancora una volta grazie alla mia più preziosa, con questo stato dell’anima, del cuore e della mente, auguro buoni giorni natalizi a tutti.

Che la magia sia con noi! 

Di madre in figlia

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di Irene Auletta

In questi ultimi anni stare insieme a mia madre mi ricorda quel lento oscillare dell’altalena che ti avvicina e allontana da ciò che provi a mettere a fuoco insieme alla consapevolezza che solo lasciandoti andare puoi apprezzarne la vista circostante, l’aria sulla pelle e il piacere di quel momento. Quando ci sei, e sei proprio tu, quel gusto familiare riemerge intenso dal passato e sa di forza e nostalgia. Le pause differenti, che si alternano a tali momenti, hanno sovente il colore della malinconia.

Anche mia figlia ti cerca disorientata e proprio ieri, ritrovandoti, ti ha accolto con un forte abbraccio di quelli impossibili da prevedere o anticipare anche di questi tempi. Il tuo stupore mamma mi ha inondato di dolcezza in quel ripetere che abbraccio, che abbraccio, questo si che è un bel regalo di Natale!

E così entrambe vi siete riprese lo spazio del vostro incontro mentre guardo mia madre che, “nel rispetto delle regole”, ti bacia sulle mani per mantenere la distanza.

Voi due insieme mi emozionate sempre tantissimo a memoria di quella figlia matura che ancora tiene in mano un filo d’unione antica e quella madre che, invadendomi la vita, cerca ogni giorno nuovi respiri.

In queste feste natalizie, che non amo più da molti anni, mi sembra che l’aria si sia fatta più pesante, mettendo insieme alle ansie collettive quelle più private che la vita non smette mai di riservarci. Per questo fatico a scrivere, le dita sui tasti dipingono ombre e le luci in lontananza non sempre riescono a brillare.

Poi, ripenso ad uno dei nostri recenti viaggi in auto da sole. Seduta al mio fianco, appoggi la testa sulla mia spalla facendo fermare il tempo e, in quello spazio tiepido, lascio le nuvole lontane e mi godo quegli attimi di bellezza pura. Tra le tante cose che mi hai insegnato c’è anche questa, quel fidarsi e affidarsi che mi auguro lasci tracce profonde nella tua memoria.

La danza tra tenere e lasciar andare può essere dolcemente struggente ma proprio mentre il dolore sembra prendere il sopravvento tu mi tiri per mano verso l’allegria, restituendomi con forza quello che provo a insegnarti ogni giorno.

E così mi ritrovo a cantare e insieme balliamo, balliamo, balliamo. Anche per oggi la luce è nostra amica. Mio padre guardandoci non perderebbe l’occasione per definirmi pazzerella. D’altronde, direbbe, sei nata proprio mentre c’era l’eclissi!

Grazie Luna … del cielo e della terra.

Auguri a mondo nostro

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di Irene Auletta

Un attimo di distrazione e i giorni lieti di una pausa di inizio vacanza vengono travolti da qualcosa che accade. 

Dai nostri amici girano indisturbati, e assai affettuosi, alcuni gatti e, sapendo delle tue reazioni allergiche, monitoriamo i contatti perché rimangano in una zona di possibilità. Nel nostro secondo giorno di permanenza, in pochi minuti ci accorgiamo che ti sei sdraiata su una copertina vietata ma ormai è troppo tardi. La reazione allergica prende il via e diventa tanto più forte per la tua incapacità di controllare il fastidio che ti spinge a fare esattamente il contrario di ciò che, in occasioni come queste, andrebbe fatto.

In un attimo gli occhi diventano gonfissimi e il resto del viso arriva congestionato alla sede della guardia medica. Quella di Aosta ci mancava e la tempestiva iniezione di cortisone avvia il lento recupero, facendo subito rientrare anche la paura associata. Soprattutto la mia.

Quando ti vedo così, mi appari ancora più fragile e anche tutto il periodo non semplice che stiamo attraversando da qualche mese, sembra incontrare una brusca battuta di arresto. Diventi piccola mentre ti lasci consolare e trattenere le mani dalla tentazione di continuare a toccare la parte del viso già tanto irritata.

Le cure continue che spesso tolgono energie, in queste circostanze si arricchiscono di nuova linfa di fronte ai tuoi occhi che pian piano tornano vicino alla normalità. Anche tu esibisci una pazienza per te quasi inimmaginabile. 

La mattina dopo ti svegli ancora leggermente segnata ma il peggio è passato. E’ proprio questa una delle nostre frasi preferite, il peggio è passato, che ci fa sentire sempre un po’ a metà strada tra le vie dei naufraghi e quelle dei miracolati.

Direi ottimo stato d’animo per proseguire in queste feste e quindi …

Buon Natale a noi e voi tutti!

Letterine

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di Irene Auletta

Cara figlia, visto che non hai mai potuto scrivere la letterina a Babbo Natale quest’anno lo voglio fare per te. Noi due, Ufo tra gli Ufo e lente tra le tartarughe, prima o poi ci arriviamo e, anche sollecitata dalle frenesie prefestive, quest’anno voglio provarci.

Da anni con tuo padre proviamo a dare un nome a tuoi possibili desideri e, alla fine, anche andando per esclusione, siamo arrivati a impacchettarti esperienze che ti danno gusto. Quest’anno aspettati diversi spettacoli teatrali e stai certa che rimarrai a bocca aperta, almeno nelle pause in cui non starai saltando sulla poltrona!

La frenesia natalizia e gli eccessi mi risultano sempre più estranei e in questi giorni di troppo tutto, nel mio personale tepore, raccolgo il valore profondo di quello che ho imparato anche grazie al nostro incontro. Forse con una figlia diversa sarei stata anch’io travolta da quanto ora mi appare bizzarro e anche il solo pensarci mi sollecita quella dolce malinconia che rammenta ciò è possibile imparare stando immersi nelle mancanze.

Caro Babbo Natale alla fine lo sai qual’è la cosa più strana? E’ che non so cosa chiederti, perchè quello di cui abbiamo tanto bisogno lo abbiamo già in abbondanza e quello che ci manca tu purtroppo non puoi proprio donarcelo.

Ma forse, ripensandoci, qualcosa mi è venuto in mente.

Vorrei tanta bellezza da distribuire a pioggia negli occhi di chi guarda te e le persone come te. Vorrei che la bellezza contagiasse, oltre agli sguardi, i gesti e gli ambienti che accolgono bambini, ragazzi e adulti con disabilità fuori dalle loro case. Vorrei qualche chilo di sorrisi delicatissimi, tanto più preziosi quanto  più  sussurrati a bassa voce.

Come ultimo desiderio, visto che ci sono abbondo, aggiungerei un po’ di speciale bellezza capace di condire quel poco che sa di tantissimo perchè in grado di sfiorare l’essenziale. 

Insomma Babbo Natale, ci siamo capiti? Se invece sei troppo preso a consegnare altri regali, noi anche per quest’anno passiamo, continuando a sognare e a cantare.

Mormora la gente mormora
Falla tacere praticando l’allegria (Jovanotti)

 

Tanti amici, tanti libri

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di Igor Salomone

Dicembre è inziato ed è iniziato il conto alla rovescia. Qualsiasi cosa significhi per ognuno il Natale, quel che è certo è che lo aspettiamo tutti. Perchè il Natale, comunque la si veda, è magico, illuminato di luci che si accendono in quantità inversamente proporzionale alla luce del sole che invece diminuisce, si smorza, si ritrae, regalandoci colori e atmosfere unici, intrisi di intimità, gioia e malinconia.

E anche un po’ di frenesia per la dimensione consumistica che tutti aborriamo e tutti, chi più chi meno, frequentiamo.

Del resto sembrerebbe che io sia qui per alimentarla, invece no. Un libro è sempre un ottimo pensiero, costa poco e dura molto e, nel caso decidiate di acquistare L’eredità spezzata direttamente da me, alleggerirebbe le code nei negozi e il traffico cittadino.

Quindi, mentre accendete le candele per scaldare l’atmosfera dei tramonti sempre più precoci, affrettatevi a scrivermi e a prenotare le vostre copie!

Per aderire all’offerta 2×1 (due copie a 15€, spedizione compresa), scrivete a:

eredita.spezzata@gmail.com

specificando la quantità. Consiglio: prenotatele in numero pari…

Buone feste, buon solstizio, buon Natale a tutte e tutti

Igor Salomone

Dichiarazioni di indipendenza

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di Anna Maria Manzo

Ci risiamo, tra pochi giorni e’ Natale e io sono in ritardo, non ti ho preso ancora nessun regalo, non so proprio cosa farti trovare sotto l’albero.

Ogni anno è sempre più difficile, sei sempre meno interessata ai cd dei tuoi cantanti preferiti e ai giornali illustrati. Le sole cose che riempivano le tue giornate, erano questi i regali che ti piaceva trovare sotto l’albero, questi i tuoi unici interessi. Che caspita ti posso regalare quest’anno figlia ?

Certo se fossi una ragazza di 23 quasi 24 anni come tutte le altre della tua età me la potrei cavare con un capo di abbigliamento alla moda o con dei biglietti per assistere ad un concerto con gli amici o con mille altre cose. Ma noi siamo lontani anni luce dalla normalità dei tuoi anni. Da un po’ di tempo, anzi, troppo tempo ti interessa solo starmi vicino, sentire le storie che ti piacciono, i nomi delle persone a cui vuoi bene ripetuti all’infinito e poi stare mano nella mano, in strada , a letto, in macchina o davanti la televisione. Non mi molli nemmeno un attimo, neanche con gli occhi.

Ecco figlia il regalo giusto per me e per te, per noi, un po’ di indipendenza l’una dall’altra. Un po’ di tempo per te senza me e per me senza di te. Un dono che farebbe bene ad entrambe. A te per imparare che non solo io sono la tua vita e a me per imparare a respirare senza di te. Un regalo difficile da trovare ma non impossibile, tu aiutami però, io da sola non posso farcela!

Buon Natale Alessia!

Doni possibili

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doni possibilidi Irene Auletta

Cosa regali quest’anno a tua figlia? La domanda arriva da una collega ma si ripete in diverse occasioni. E ogni volta prendo tempo anche se ormai la risposta, da parecchi anni, è molto chiara dentro di me. Le regalo esperienze, ho detto, perché questi sono i doni che preferisci.

E così, proprio in occasione di questa vigilia natalizia, mi ritrovo a dedicare parte del mio tempo di lavoro ad una madre, perché possa incontrare i suoi figli in una visita protetta.

Organizzare un pranzo all’interno di un servizio sociale non è il massimo ma, con un po’ di fantasia l’ambiente può essere scaldato. Porto da casa mia una tovaglia adatta alla festa, piatti e bicchieri colorati e altre piccole cose da mettere a disposizione.

Quando la signora arriva, prima dei suoi figli, le chiedo cosa ha portato e di cosa eventualmente ha bisogno. In un sacchetto ingombrante intravedo doni che sono oggetti e anche non poco costosi, soprattutto pensando alla situazione in particolare. Per il pranzo quasi nulla, in attesa dei doni altrui. Metto a disposizione della signora quanto ho portato io e quello che altri operatori hanno pensato di offrire e il cibo, dolce e salato, inizia a scaldare la stanza di Natale.

Proprio pensando a mia figlia penso che Natale è un’esperienza di casa, di incontri, di sorprese e di affetto. Per qualcuno quasi impossibile da vivere.

Mentre il pranzo prende il suo tempo, cerco di disturbare il meno possibile rimanendo in un’altra stanza, seppur vigile a quello che accade. Ci siamo solo noi in questa giornata che annuncia feste e tutti gli altri uffici sono già chiusi. Si alternano sentimenti diversi mentre intercetto i dialoghi tra madre e figli. Quando le cose hanno occupato la scena il silenzio prende tutto lo spazio e, mentre i figli sono concentrati a sperimentare i loro oggetti tecnologici la madre è alle prese con il suo cellulare. Non si vedranno prima di dieci giorni ma al momento questo è il massimo che possono condividere.

Penso che le disabilità relazionali sono tra le peggiori che incontro nel mio lavoro e mi accorgo che, proprio nel dialogo tra genitori e figli, producono toni graffianti. Le cose sono solo cose e probabilmente per questa madre non potrebbe essere diversamente. Lei stessa forse non immagina neppure dove poter attingere alla ricerca di altro, di sentimenti, di carezze o di parole affettuose.

Verso la fine dell’incontro li sento ridere e il clima mi raggiunge più sereno. Ci sono esperienze un po’ al limite che comunque possono essere dono e oggi sento di aver fatto la mia parte. Buon Natale a tutti penso, mentre di buon umore ritorno alla mia vita.

Natale forever

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Natale forever

(continua a leggere su FattoreFamiglia)

Appuntamento dicembrino della rubrica Riflessi Generazionali. Poteva non starci una riflessione pedagogica sul Natale…?

Che ci porti Babbo?

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Luna Finestrinodi Irene Auletta

Cosa le posso regalare per Natale? Dimmi tu quali sono i suoi gusti e cosa le può piacere di più.

Da anni mi ritrovo di fronte a domande analoghe e ogni volta provo a percorrere strade creative. Mezzi sorrisi, spiegazioni più o meno sofisticate e suggerimenti possibili attraversati sempre da un velato imbarazzo. Cosa posso dire figlia dei tuoi gusti, delle tue preferenze o delle tue passioni?

Qualche giorno fa, grazie ad una di quelle coincidenze che bisogna prendere al volo, abbiamo fatto un piccolo viaggio scegliendo di andarci in aereo. lo scorso anno sarebbe stato impossibile anche solo pensarlo perchè la tua salute era in uno di quei suoi momenti no che trasformano ogni scelta in un possibile problema da affrontare.

Levataccia al mattino, volo, ospitalità a casa di amici e nuovo volo, concentrati in un fine settimana lungo. Il pensiero mi attraversa di corsa e mascherato di leggerezza. Oddio, ce la farai? Non ti staremo chiedendo troppo? E se ti senti male oppure fai una di quelle tue piazzate in un momento poco opportuno?

Dopo un’ora di viaggio in auto arriviamo in aeroporto alle sei di mattina accolti, poco dopo, da una cornice di montagne illuminate di rosa dai primi raggi di un bellissimo sole invernale. Tu sei particolarmente frizzate, come l’aria. Hai capito che sta accadendo qualcosa di speciale e, al di là delle nostre parole e dei nostri racconti, sembri guidata da un’irrefrenabile curiosità.

Cammini per un lungo tratto di strada senza alcuna protesta, studiando tutto ciò che ci circonda. Alla fine, oltre lo vetrate lo vedi e allora non hai più alcun dubbio. Ridi e salti con gli occhi che brillano. Si amore, saliamo proprio lì e ci facciamo un giro in cielo per andare a trovare Alessia, Anna Maria e Mario. Ti ricordi quest’estate che bei bagni abbiamo fatto insieme nella loro piscina e quanto ci siamo divertiti?

Il viaggio lo passi attaccata al finestrino, distraendoti solo per guardarci emozionata con quei tuoi sorrisi che raccontano mondi di emozioni. Noi ci guardiamo pensando la stessa cosa. Anche solo questo momento ci dice che abbiamo fatto la scelta giusta. La tua reazione è uno speciale regalo di Natale per noi che cerchiamo di raggiungerti nei tuoi luoghi, sovente misteriosi.

Dei regali materiali non ti importa nulla e ora lo posso ammettere con il cuore leggero. Ti piacciono le emozioni e le esperienze e questo è il nostro vero dono per te, figlia meraviglia.

Ci hai insegnato, e ogni giorno ce lo rammenti, che l’oggi è prezioso e irripetibile. Questo Natale tu stai bene e questo è il mio regalo più grande.

Per te, un volo.

Sorprese di Natale

4 commenti

sorprese di Nataledi Irene Auletta

Non sono un’amante delle feste scolastiche e in genere questo è il momento che finora mi ha sorpreso più a disagio sia come genitore che come operatore. In verità mi è capito spesso di confrontarmi anche con molti altri genitori perplessi e può essere che il bisogno di certi rituali di festeggiamento abbia talmente preso la mano da far un po’ smarrire i reali destinatari e il senso della proposta stessa. Parlo di ciò che accade dall’asilo nido in poi e di certo, in una struttura che accoglie bambini e ragazzini disabili, la questione si pone allo stesso modo e forse con qualche accento interrogativo in più.

Con questo spirito e stato d’animo ho accolto la comunicazione del festeggiamento odierno a cui per fortuna i genitori non erano invitati e così arrivo a prenderti al Centro che frequenti da pochi mesi e che ancora mi interroga sul senso della tua presenza lì.

Mi accoglie un’atmosfera giocosa, rumorosa, frizzante e caotica. I ragazzi eccitati ciondolano nella stanza, accennando balli e strani minuetti accompagnati da quel chiacchiericcio e da quelle risate da adolescenti che in più occasioni mi hanno fatto chiedere se quello è il posto giusto per te. Tu mi sembri sempre un altro pianeta tra diversi pianeti ma questo pomeriggio ti trovo perfettamente a tuo agio nella scena che mi si presenta appena apro la porta.

Mi vedi e mi saluti subito ma è chiaro che non intendi lasciare quella situazione di festa e che neppure desideri coinvolgermi in modo particolare nei preparativi in atto. Come dire, rimani pure qui ma stai al tuo posto!

Mi faccio da parte e ti osservo mentre non perdi neppure un frammento di ciò che ti accade intorno e cerco un continuo equilibrio tra emozioni assai differenti che viaggiano tra la gola e lo stomaco. Vieni coinvolta in una danza e mentre ti sorrido provando a nascondere alcuni pensieri, mi accorgo che il tuo sguardo inizia a rassicurarmi.

Mentre io ho paura che inciampi, che gli altri non riescano a seguire il tuo ritmo, che per te sia troppo, mi guardi felice e perfettamente a tuo agio in quella scena per me nuova e quando incroci i miei occhi il tuo divertimento per me diviene inconfondibile tanto da farmi dimenticare tutti i timori.

Quando dopo un po’ per te è il momento di andare, me lo chiedi senza alcuna esitazione e solo quando siamo vicine alla nostra auto mi abbracci in un modo parecchio diverso dal solito. Cosa vuoi dirmi tesoro? Che sei contenta, che ti sei divertita, che posso stare tranquilla? Oggi pomeriggio mi hai dato una bella lezione. Stavolta, io sono decisamente indietro.

Abbi pazienza figlia mia, la mamma è davvero lenta!

 

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