Chiacchiere dal parrucchiere. La signora seduta al mio fianco conversa con la vicina e sta raccontando delle sue difficoltà di salute da quando assume il cortisone.
Lo prendo da tredici anni e non posso più farne a meno, perchè appena smetto mi sento molto male. E’ come una droga e all’inizio è stato un vero inferno…. Anche l’appetito non è sano e infatti, anche questo strano gonfiore in tutto il corpo, la dice lunga.
Mi perdo nei miei pensieri pensando a te che sei in questa trappola da tanti anni e hai solo quindici anni. Stai male se non lo prendi e stai male mentre lo prendi. Le cure per le malattie complesse sono così e alla fine si perde il confine tra i problemi legati alla malattia e quelli conseguenti la cura.
Mi riprendo perchè mi accorgo che la signora si sta rivolgendo proprio a me. Avrà sentito il rumore dei miei pensieri mentre mi chiede se per caso è capitato anche a me?
Tento un mezzo sorriso e dico che conosco indirettamente l’esperienza perchè la faccenda riguarda mia figlia, cercando di rimanere molto sul vago. Ma la signora, che potrebbe essere tranquillamente mia madre, non molla e mi chiede della tua età.
Quando le dico dei tuoi quindici anni le compare un sorriso da nonna e con molta tenerezza mi rassicura sul fatto che passerà, che oggi la scienza ha fatto passi da gigante e che una ragazza della tua età sicuramente guarirà, completamente.
Se sapesse.
Le sorrido anch’io e penso ai bizzarri tentativi della mente di fronte alle cose che non si riescono ad accettare. D’altronde accade anche a me ogni volta che mi parlano della tua situazione sanitaria “complessa e multiproblematica”. Mentre le mie orecchie sentono distintamente queste parole, la mia pancia ne trattiene ben altre permettendomi di andare ad ingrossare quelle fila che, anni fa, un pediatra di mia conoscenza definì “delle mamme che sembrano cretine”. In queste occasioni, mentre nel cervello mi risuona solo la parola “grave”, mi accorgo che annaspo, cerco di lottare contro l’ondata di magone, distolgo lo sguardo per riprendere fiato. Forse sono queste le reazioni che spingono alcuni medici a scambiare le madri come me per cretine.
Per fortuna arriva il mio turno e il mio parrucchiere mi accoglie con il suo incredibile sorriso pieno di tanta storia. Sempre il solito biondo per la mia ragazza preferita?
Gen 31, 2013 @ 16:01:19
un magone allo stomaco, i miei ricordi passati di un esperienza che coincide con il tuo racconto e con quello di chissà quante persone…….
Gen 31, 2013 @ 17:57:09
un saluto …
Feb 01, 2013 @ 10:46:48
Come ti capisco….. Un abbraccio ed un bacione alla tua dolce ragazza …!!!
Feb 01, 2013 @ 18:35:26
grazie Silvana!!
Feb 01, 2013 @ 16:21:44
Meno male che certi gesti “leggeri” sono in grado di distogliere, anche solo per un istante, ricordi di dolori così intensi che si diventa esperti a mascherare dietro sorrisi….
Grazie Irene per questo spaccato che ci regali e che suscita tante emozioni forti e contrastanti…
Feb 01, 2013 @ 18:40:40
Credo Raffaella che anche la leggerezza si debba e possa coltivare e ricercare con pazienza affinchè corra in aiuto di fronte alle pieghe più buie della vita. In fondo potremmo anche dire che incontrare le ombre può essere un’occasione per spiare nelle fessure dell’esistenza e ricercarne la luce calda e brillante che, per fortuna, esiste sempre …. chissà.
Grazie a te, lettrice delicata e sensibile!