Ricordare è importante anche se ricordare fa male.
Chi si lamenta sempre dei nuovi veicoli e luoghi di comunicazione moderni dovrebbe forse imparare a gustarsi il tepore della condivisione possibile, proprio grazie ad essi. Attraversando le diverse pagine di facebook, i siti e i blog, oggi, giorno della memoria, ho avvertito un’eco di pensieri, sospiri, dolori, voglia di non dimenticare e desiderio di ricordare insieme.
Come se la memoria, grazie al fatto di essere collettiva, assumesse una nuova forma, più solida, più capace di non dimenticare e di reggere il dolore del passato e del presente.
Le tragedie di ieri mi sembrano tanto più cocenti quanto legate a doppio filo con tante altre ancora attuali nel nostro presente. Probabilmente ogni giorno dovrebbe essere un giorno della memoria per gli uomini, le donne e i bambini di tanti paesi che non hanno mai smesso di soffrire e di morire.
Come nelle storie individuali, anche in quelle collettive ci sono grandi rimossi, parole che non si osano pronunciare, sentimenti che si cerca di nascondere sotto tappeti secolari.
Parlare di dolore, in questa nostra sofferente e ferita epoca storica, è decisamente poco trendy e forse anche poco chic.
Dipende da ciascuno di noi la possibilità di ridargli la dignità di uno spazio, di un respiro e di un pensiero. Diciamo spesso che la luce e l’ombra sono due facce della medesima medaglia dell’esistenza.
Facciamoci dunque coraggio e non rinunciamo a vivere.
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