Ogni volta ci provo, mi impegno e ritento. Ma non c’è niente da fare, l’eccesso di convivialità, i ritrovi in grandi gruppi, lo “stare tanto insieme”, non fanno per me.
Poi però, proprio in questi giorni, mi sono chiesta se anche per me non valga la storiella della volpe e dell’uva.
Cioè, se mi fossa ritrovata in un gruppo di adulti, bambini e ragazzi, con una figlia diversa dalla mia, sarebbe cambiato qualcosa? Magari, in un’altra vita, anche a me sarebbe piaciuto scambiare chiacchiere al parchetto sotto casa, intrattenermi con le altre mamme davanti alla scuola, trascorrere fine settimana con altre famiglie permettendo ai nostri figli di giocare tutti insieme, inventandosi ogni volta, in posti nuovi, nuovi modi per stare insieme.
Chissà. Questa è una delle tante cose che non saprò mai anche se, a naso, ho qualche perplessità.
Però ogni volta ho la conferma di cosa mi rende l’esperienza ancora più insopportabile, proprio a partire da quella che è la mia realtà.
Sfilare quasi sempre sotto sguardi che ti inseguono, tollerare le solite domande di adulti e bambini, sentirsi sempre un pianeta altro. I ragazzi per fortuna non si filano nessuno e quindi ci graziano! E ancora. Tollerare le frasette quasi sempre in falsetto, come quelle un po’ schiocchine che si utilizzano con i bambini piccoli, nel linguaggio dell’amore o con gli anziani non più tanto in sè.
Intendiamoci, a me queste frasette piacciono assai, ma se a pronunciarle sono appunto i protagonisti delle relazioni d’amore o di affetto, gli amici, i nonni. Altrimenti mi mandano al manicomio.
Facile a dirsi tutte le spiegazioni super razionali del caso e a darsi le varie motivazioni. Provate però a moltiplicare tutto, ma proprio tutto, per quasi quindici anni e poi provate a chiedervi quanto vi sentireste tolleranti e disponibili a comprendere che anche l’altro, ha le sue difficoltà.
Insomma, anche questa volta non esco dal garbuglio. Mi piacerà l’uva?
Set 09, 2012 @ 11:05:47
Irene, non non ci poniamo tanti problemi, quando usciamo, con Rossella, per noi è tutto normale, non c’importa degli sguardi indiscreti e se c’è qualcuno che vuole soffermarsi a parlare con noi…ben vengano. Ci piace parlare di Rossella, di quello che ha, di come viviamo, come trascorriamo le giornate, di come nostra figlia riesce ad esternare i suoi bisogni, i suoi desideri, del suo comportamento dentro e fuori casa, dei suoi contatti con gli altri, di come socializza, come capire i suoi gesti, insomma…a volte anche questo è un modo per far conoscere la sindrome di cui è affetta, cosa, che molti ignorano, così, abbiamo aiutato altre famiglie, aiutato bambini ad accogliere un bambino diverso in classe, in famiglia, a guardare ciò che ci circonda in un modo diverso da come ci prospettano . Voglio raccontarti questo episodio…tutti i giorni vado da mamma. e lì c’è il nipote di 6 anni, della padrona di casa, un bimbo molto sveglio, e che dimostra con la sua intelligenza di essere molto più avanti degli altri con l’età. Lui osserva tanto Rossella e ci fa sempre domande, su tutti i fronti, a cui noi rispondiamo in tutta tranquillità ed efficienza possibile. Un giorno, la nonna, l’ha sentito parlare a telefono con un amichetto di classe, e diceva…. Io personalmente, con il mio fare di parlare, parlare e parlare, ho potuto indirizzare famiglie da un centro, piuttosto che da un altro, li ho aiutati ad sapersi districare nella giungla della burocrazia sanitaria, o amministrativa locale, li ho messo al corrente di alcuni medici specializzati ecc. Lo faccio, perchè proprio per la mancanza di informazione, o di tollerabilità di alcune persone, ho avuto problemi nella primissima infanzia di mia figlia, allora, ho deciso di aiutare gli altri proprio parlandone, perchè solo così ci si aiuta l’uno con l’altro. E’ vero ci sono persone che magari sono solo curiose, o altre che ti fanno esasperare per le loro domande ridicole, o anche offensive, ma…sorvoliamo. Ho mio figlio che adesso ha 15 anni, e per fortuna ora sta bene, ma verso i suoi 6 anni, mi sono accorta che non cresceva come i suoi coetanei, allora portandolo a controllo, mi dicevano sempre…signora, lei è bassa, cosa si aspetta da suo figlio, che cresca come un gigante? ed io…Ma…un bambino che in 2 anni mette solo 3 cm, è normale? Sapendo che esistevano degli esami particolari da fare, m’imposi sul medico per farglieli fare, e così venimmo a sapere che mio figlio deficiava dell’ormone della crescita, che dovrà somministrare fino a 18anni, nel frattempo per ascoltare le idiozie di alcuni medici, avevamo perso 2 anni preziosi, ma per fortuna, con la mia tenacia, eravamo ancora in tempo. Da allora, quando vedo un bambino nelle stesse condizioni o una mamma che finalmente si sbilancia a parlare del problema, io esterno le mie diffcoltà passate e in questo modo, vi assicuro, oggi, almeno 7 mamme, mi ringraziano, per non essermi fatta i fatti miei. Questa è la nostra esperienza, ed il nostro punto di vista.
Set 09, 2012 @ 11:20:30
Sai Paola, in moltissime circostanze mi sento proprio come tu descrivi e credo che, osservandomi dall’esterno, nessuno potrebbe intuire la tempesta emotiva che a volte mi trovo a dover gestire.
Non ho raggiunto la tua serenità e probabilmente ognuno di noi fa i conti diversamente con l’esperienza che si trova ad affrontare.
A me piace dare voce anche ad emozioni e pensieri un po’ sotterranei (almeno così sembrano a me) perchè credo che, pur condividendo tutto ciò che hai scritto, ogni giorno bisogna imparare a farci i conti.
Per me ha molto a che fare con le dimensioni amare di cui cerco di parlare nei miei post …. tutto il resto non viene negato…anzi.
alla prossima!
Set 09, 2012 @ 12:44:14
nel mio commento, manca quello che il bambino parlava al suo amichetto, forse per un errore d’invio, si è cancellato, lo ripeto quì, così ci aiuta a capire anche cosa pensano alcuni bambini coscienziosi (ma forse dipende anche come i genitori gli educano). Lui diceva all’amichetto: sai, conosco una ragazza di nome Rossella, che è grande, ma è cime una bimba piccola, non parla, ma io riesco a capire quello che vuole dire, ci sto bene con lei, e se vedi il fratello come l’aiuta, mamma aspetta una bimba, ma se nasce come Rossella, io non mi arrabbio, e l’aiuterò come fa Michele con Rossella. Quando torniamo a scuola, dobbiamo essere gentili e dobbiamo aiutare quelli come Rossella, perchè poteva capitare anche a noi, e se nessuno ci avrebbe aiutato, io sarei stato molto triste.
Set 09, 2012 @ 14:27:33
grazie per l’integrazione…. pensa che nei puntini di sospensione avevo proprio immaginato la tua volontà di lascia prefigurare o immaginare uno scambio simile a quello che hai descritto.
Set 09, 2012 @ 13:58:15
accidenti…la volpe e l\’uva…ci sta proprio…credo c’entri molto la sensibilità individuale che assume tante forme: non c’è un solo modo di mangiare l’uva, forse…c’è chi toglie i semi uno ad uno, chi, sì, buona, ma poi non la digerisce bene, chi toglie la pelle, chi…a chili, quasi ingoiandola, chi la guarda e pensa che un giorno o l’altro l’assaggia, chi solobio, chi toglie la buccia, chi conta gli acini perchè portino fortuna, chi pensa anche alla volpe, mentre la mangia…e chissà quanti altri…
mi torna in mente una frase (che certamente conosci) che quando ho letto ho pensato facesse molto per me; ma, che , forse, almeno un pò, dà voce a quella parte ”sotterranea” e multiforme di cui parli che credo sia in ogni donna:
”Per la maggior parte del tempo sto sottoterra a scrivere e a lavorare,
ma si danno ’occasionali visite fuori’.
Continuo a vivere come ormai da molti anni vivo…ardentemente introversa ma furiosamente dedita allo sforzo di essere nel mondo”
(da Clarissa Pinkola Estes, ”donne che corrono coi lupi”)
..e grazie delle condivisioni,
Monica
Set 09, 2012 @ 14:33:04
grazie a te Monica… Bello il tuo mondo di guardare l’uva e le molteplici possibilità di avvicinarla e gustarla. Ci sta eccome per approfondire e aggiungere e con la citazione finale, il tuo tocco direi che è assolutamente riconoscibile e gradito!