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Pensavo a Berne e a questo gioco in questi giorni di polemiche roventi. Quali? su tutto direi. Viviamo tempi di polemiche al valor bianco su qualsivoglia argomento, figuriamoci ora con in ballo la legge elettorale, l’Expò e la (ennesima) riforma della scuola. Pensavo a Berne assistendo a questo psicodramma collettivo a due ruoli nel quale siamo tutti coinvolti. Con una variante sostanziale rispetto al gioco descritto da Berne: da una parte c’è chi prova a fare delle cose, probabilmente farcite di cazzate, dall’altra ci sono i “sì ma…” che si ingegnano a trovare mille e mille motivazioni per cui quelle cose non andrebbero fatte.
Non è mica difficile eh? Data una soluzione B a un problema A, è possibile indicare N motivi per dubitare che B serva a risolvere A. E’ molto più difficile provare a immaginare perchè una soluzione piuttosto idiota può funzionare comunque, piuttosto che elencarne i probabili fallimenti. Infatti i “si ma…” sono tantissimi e crescono di numero di giorno in giorno.
Sì ma…prima. Una delle varianti fondamentali del gioco berniano applicato alle relazioni sociali. Tu vuoi fare una cosa? guarda che prima di fare quella bisognerebbe farne almeno altre cinque. Dunque sbagli a partire da lì, e se lo fai significa che degli altri cinque punti di partenza non te ne frega nulla. Anzi, è probabile che tu voglia consapevolmente evitarli, saltarli, toglierli di mezzo.
Si ma…poi. Oh, ma lo capisci che se fai quello che hai detto, poi accadranno un sacco di cose spiacevoli se non addirittura terribili causate dalla tua insensatezza o, peggio, dalla tua perfidia? Quello che stai per fare provocherà danni permanenti e irreversibili in tutto ciò che vai toccando, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore sarà la bomba di fine di mondo, mio caro dottor Stranamore.
Si ma…ieri. Quello che ti accingi a fare mette in discussione tutto ciò che abbiamo fatto sino ad ora. Gli manca di rispetto, ne nega il valore, lo manda in soffitta, peggio, in discarica. Generazioni di fatiche gettate al vento dalle tue azioni. Assumiti almeno la responsabilità di affossare la nostra esperienza comune, la Storia e sinanco il senso del Mondo. Almeno così come l’abbiamo conosciuto sino ad ora. E che Dio abbia pietà di noi.
Si ma…vedrai. Ti dò un tempo x e poi succederà esattamente quello che ho previsto. E sarà tutta colpa tua, perchè non hai voluto ascoltarmi. Nel frattempo, sia chiaro, io non muoverò un dito perchè le cose che hai fatto vadano a buon fine. Anzi, farò di tutto per sabotarle così ti accorgerai che non potevano funzionare. E allora ne pagherai il fio.
A fare delle scelte si fan delle cazzate. E’ inevitabile. Ed è probabile che fra qualche tempo, chi le ha fatte dovrà farci i conti. Magari compiendo altre scelte e commettendo altre cazzate. Non credo esista un’alternativa. Tranne scagliarsi contro ogni scelta. Tanto le motivazioni contro non mancano e, a prima vista, sono molto più razionali di ogni motivazione per. Ma è una falsa prospettiva.
Non credo siamo vicini all’Armageddon tra la Storia e il Futuro, tra il Vero da preservare e il Nuovo da far avanzare. Vedo con preoccupazione in grave pericolo le cose in cui ho sempre creduto, a causa delle spinte a tenerle in piedi a ogni costo: anche al costo di negare i problemi che hanno creato nel tempo. Un esercito agguerrito di “si…ma..”, lotta strenuamente per difendere idee anche mie, continuando a sostenerle come se fossero idee vergini ancora da sperimentare, mentre si sono trasformate, in molti casi e da tempo, in prassi prive di tensione ideale o ancorate a mondi che non esistono più.
Ho in casa una libreria pletorica e sovraffollata. Oggi cercavo A che gioco giochiamo di Berne e non l’ho trovato. Se voglio trattenere il valore di tenere in casa un certo numero di libri, dovrò decidermi a eliminare quelli, tanti, che fanno solo rumore di fondo, impedendomi anche solo di ricordarmi dove sono i pochi che contano veramente. Per conservare qualcosa occorre alleggerirla di tutto il superfluo e farlo con coraggio e dolore. Se non lo facciamo, prima o poi arriva lo sgombero solai e si porta via tutto, indiscriminatamente. Lasciandoci con l’amaro sapore delle cose perdute che non abbiamo saputo conservare per paura di buttarle via.
Mag 01, 2015 @ 17:58:23
Riflessione importante devo rileggerla e pensarci, a caldo mi vien da dire (rivolgendomi al tema riforma della scuola) “si ma” il discorso che fai vale e valeva anche in passato per tutte le controriforme precedenti, stesso stile, stesso progetto, stesso fine. Quindi mi chiedo e chiedo si poteva smetterla già da tempo ed accettare tutto, tanto come dici tu ad ogni mossa corrispondono tutta una serie di contromosse che la dissolvono. Oggi a me pare invece che “la paura di ricadere nelle ideologie” sia più ideologica delle ideologie stesse. Io ho creduto fortemente nella scuola della democrazia, su questo principio ci ho speso felicemente quarant’anni di scuola, di educazione e di speranza. Un sogno e i sogni non bisogna mai dimenticarli… Il successo che riscuoto come insegnante dipende molto dal rispetto e dal rigore con cui ho agito e mi ha agito questo valore. Se questo significa essere ideologica me ne vanto. Come dicevo la collegialità soprattutto nella scuola é di fondamentale importanza ed ha i suoi costi essa per definizione é democratica, farla funzionare significa assumersi i rischi che qualcuno la utilizzi male affinché tutti possano imparare attraverso la collegialità stessa a farne valore. E credo profondamente che sia una delle poche cose da salvare.