Perché non…si ma… E’ il titolo di uno dei tanti giochi descritti da Eric Berne negli anni ’60. Avete presente? Analisi Transazionale… Va beh, non importa. In sostanza questo gioco relazionale funziona così: Tizio parla a Caio di un suo problema, Caio si sente in dovere di aiutarlo e prova a dargli un consiglio del tipo: perchè non provi a… Non fa a tempo a terminare la frase che Tizio lo ringrazia e replica: sì certo si potrebbe fare, ma… E a quel “ma” segue una ridda di motivazioni che spiegano perchè Tizio non può seguire quel consiglio. Caio non si scoraggia e riprova: allora, perchè non…? Indovinate cosa risponde Tizio? La cosa può andare avanti all’infinito, ma probabilmente finirà assieme alla pazienza di Caio.

Pensavo a Berne e a questo gioco in questi giorni di polemiche roventi. Quali? su tutto direi. Viviamo tempi di polemiche al valor bianco su qualsivoglia argomento, figuriamoci ora con in ballo la legge elettorale, l’Expò e la (ennesima) riforma della scuola. Pensavo a Berne assistendo a questo psicodramma collettivo a due ruoli nel quale siamo tutti coinvolti. Con una variante sostanziale rispetto al gioco descritto da Berne: da una parte c’è chi prova a fare delle cose, probabilmente farcite di cazzate, dall’altra ci sono i “sì ma…” che si ingegnano a trovare mille e mille motivazioni per cui quelle cose non andrebbero fatte.

Non è mica difficile eh? Data una soluzione B a un problema A, è possibile indicare N motivi per dubitare che B serva a risolvere A. E’ molto più difficile provare a immaginare perchè una soluzione piuttosto idiota può funzionare comunque, piuttosto che elencarne i probabili fallimenti. Infatti i “si ma…” sono tantissimi e crescono di numero di giorno in giorno.

Sì ma…prima. Una delle varianti fondamentali del gioco berniano applicato alle relazioni sociali. Tu vuoi fare una cosa? guarda che prima di fare quella bisognerebbe farne almeno altre cinque. Dunque sbagli a partire da lì, e se lo fai significa che degli altri cinque punti di partenza non te ne frega nulla. Anzi, è probabile che tu voglia consapevolmente evitarli, saltarli, toglierli di mezzo.

Si ma…poi. Oh, ma lo capisci che se fai quello che hai detto, poi accadranno un sacco di cose spiacevoli se non addirittura terribili causate dalla tua insensatezza o, peggio, dalla tua perfidia? Quello che stai per fare provocherà danni permanenti e irreversibili in tutto ciò che vai toccando, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore sarà la bomba di fine di mondo, mio caro dottor Stranamore.

Si ma…ieri. Quello che ti accingi a fare mette in discussione tutto ciò che abbiamo fatto sino ad ora. Gli manca di rispetto, ne nega il valore, lo manda in soffitta, peggio, in discarica. Generazioni di fatiche gettate al vento dalle tue azioni. Assumiti almeno la responsabilità di affossare la nostra esperienza comune, la Storia e sinanco il senso del Mondo. Almeno così come l’abbiamo conosciuto sino ad ora. E che Dio abbia pietà di noi.

Si ma…vedrai. Ti dò un tempo x e poi succederà esattamente quello che ho previsto. E sarà tutta colpa tua, perchè non hai voluto ascoltarmi. Nel frattempo, sia chiaro, io non muoverò un dito perchè le cose che hai fatto vadano a buon fine. Anzi, farò di tutto per sabotarle così ti accorgerai che non potevano funzionare. E allora ne pagherai il fio.

Quest’ultimo a ben vedere è un altro dei giochi descritti da Berne. Si chiama: ti ho beccato figlio di puttana!

A fare delle scelte si fan delle cazzate. E’ inevitabile. Ed è probabile che fra qualche tempo, chi le ha fatte dovrà farci i conti. Magari compiendo altre scelte e commettendo altre cazzate. Non credo esista un’alternativa. Tranne scagliarsi contro ogni scelta. Tanto le motivazioni contro non mancano e, a prima vista, sono molto più razionali di ogni motivazione per. Ma è una falsa prospettiva.

Non credo siamo vicini all’Armageddon tra la Storia e il Futuro, tra il Vero da preservare e il Nuovo da far avanzare. Vedo con preoccupazione in grave pericolo le cose in cui ho sempre creduto, a causa delle spinte a tenerle in piedi a ogni costo: anche al costo di negare i problemi che hanno creato nel tempo. Un esercito agguerrito di “si…ma..”, lotta strenuamente per difendere idee anche mie, continuando a sostenerle come se fossero idee vergini ancora da sperimentare, mentre si sono trasformate, in molti casi e da tempo, in prassi prive di tensione ideale o ancorate a mondi che non esistono più.

Ho in casa una libreria pletorica e sovraffollata. Oggi cercavo A che gioco giochiamo di Berne e non l’ho trovato. Se voglio trattenere il valore di tenere in casa un certo numero di libri, dovrò decidermi a eliminare quelli, tanti, che fanno solo rumore di fondo, impedendomi anche solo di ricordarmi dove sono i pochi che contano veramente. Per conservare qualcosa occorre alleggerirla di tutto il superfluo e farlo con coraggio e dolore. Se non lo facciamo, prima o poi arriva lo sgombero solai e si porta via tutto, indiscriminatamente. Lasciandoci con l’amaro sapore delle cose perdute che non abbiamo saputo conservare per paura di buttarle via.