Passeggiamo incantati tra le vie di questo piccolo paese sorpresi del saluto puntuale delle poche persone che incrociamo. Passando vicino ad un’abitazione decidiamo di chiedere informazioni ad un signore che, in tuta da lavoro, è impegnato ad innaffiare il suo giardino.
Il nostro è un piccolo paese di centoventi abitanti che si animava solo in occasione della festa annuale. Faccio parte della proloco e con un piccolo gruppo di cinque, sei persone abbiamo iniziato a riflettere sulla possibilità di rendere più visibile il nostro paese e aprirlo al turismo e alle visite di più persone…. come voi ora! Ci piace incontrare tante persone e condividere con loro le nostre idee e le nostre bellezze.
E cosa viene in mente di fare a questi signori come attrattiva? Di far comparire sui muri delle abitazioni dei disegni a tema che ritraggono i giochi di una volta intrecciando colori e ricordi, fantasia e creatività, storie e cultura. Il paese di cui parlo si chiama Azzinano di Tossicia in provincia di Teramo e di certo gli interessati potranno trovare in rete tutte le informazioni relative, le immagini e le curiosità.
A me piace solo raccontare la piccola storia di questo incontro e l’aria fresca che mi ha permesso di respirare. Erano giorni in cui sentivo un certo disagio che non riuscivo a nominare e che puntualmente si ripresentava di fronte ad un ricorrente atteggiamento collettivo sfiduciato, polemico, rivendicativo e assai poco incline a intravedere possibilità future.
Fatico sempre a dare un senso al lamento continuo ma questa sensazione era qualcosa di più e di diverso che mi faceva sentire quasi un po’ stupida nel mio bisogno di recuperare significati legati a fiducia e speranza.
Mi occupo di educazione accidenti come faccio a continuare se non intravedo possibilità nel futuro?, pensavo. I bambini e i giovani non possono continuare a nutrirsi dello sconforto degli adulti e del loro pessimismo che sembra presentargli un mondo finito o, peggio ancora, irrecuperabilmente marcio. Non possiamo più, come adulti, non assumerci la responsabilità di quello che stiamo insegnando con i nostri commenti sempre distruttivi su quello che ci circonda.
E con tale stato d’animo, mi ritrovo a passeggiare per queste vie e proprio nella piazza centrale mi sorprende il dipinto più recente, in memoria di Mario Lodi, pedagogista e scrittore di cui percepisco quasi la voce autorevole, fantasticando un messaggio.
Cari signori stiamo parlando di bambini … Avete presente chi sono? Ricordate ancora la meraviglia della scoperta, del gioco, della vita? Riuscite ad assaporare il loro bisogno di imparare e sperimentare? Smettetela di polemizzare e occupatevi seriamente del loro futuro!
Ecco cosa mi ci voleva. Mi sono ritrovata, per mano a te, in un momento rubato di impagabile libertà, vedo chiaramente la mia via.
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