noi chi?di Irene Auletta

Chi l’avrebbe mai detto che dopo anni a rincorrere il primo pronome personale mi sarei trovata oggi a rivendicare quello plurale a gran voce? Ironia della sorte.

Per anni, nella mia esperienza con operatrici dei servizi per la prima infanzia, ho portato l’attenzione all’esigenza di non rivolgersi al bambino chiamandosi per nome. Avete presente no? Laura ti sta chiedendo di fare …. Vieni da Francesca che ti porta in bagno …. Bambini venite con Giovanna a giocare, e via di questo passo.

In fondo è così che i bambini imparano ad avvicinarsi ai primi significati di quelle piccole espressioni io, tu, noi che, al di là di ogni apparente semplicità, gettano i semi per il modo futuro di stare ed essere nelle relazioni e negli incontri.

L’altro giorno un mio amico di vecchia data mi ha detto, ormai hai figli grandi e ben sistemati, la tua vita l’hai fatta, chi te lo fa fare di continuare a pensare alla politica invece di goderti la vita? Così ci racconta un anziano signore che da anni incrociamo nel nostro ormai familiare luogo di vacanza. A dire il vero lui, forse anche per la generazione a cui appartiene, è più interessato a parlare con l’uomo della mia famiglia ma siccome lo fanno in mia presenza, io ascolto. E sa cosa gli ho risposto? Se tu ragioni così vuol dire che di me non hai mai capito niente.

Ecco, appunto. Il fatto è che, quasi senza essercene accorti, ci siamo trovati tutti immersi in un mare di io sempre più solitari, individualisti e incapaci di pensare e favorire un noi andando oltre, o addirittura contro, il proprio interesse personale. In fondo questo anziano signore voleva dire proprio questo rivendicando il fatto di occuparsi di politica per le future generazioni e di farlo anche negli ultimi anni della sua vita.

C’è tanto da insegnare e da imparare e credo che tutti noi ci possiamo contribuire, a partire dalla nostra peculiare posizione e dai semplici gesti quotidiani della nostra vita. Ne parlava proprio ieri Gramellini nel suo buongiorno e credo che come educatori, genitori e cittadini ci sia parecchio da fare.

Buon lavoro a noi!