Seconda serata del seminario interno su Educazione, nuovi media e cultura digitale. Che per chi ha scelto un approccio interazionale alle questioni pedagogiche, non è come dirlo… Comunque, punto. Improbabile cercar di far sintesi dell’enormità di questioni emerse. Coerentemente del resto con le nuove coordinate dei saperi nell’era di Internet, che delle grandi sintesi devono fare a meno. Mi viene in mente la richiesta che mi ha fatto WikiCulture su Twitter di scrivere qualcosa a proposito della cultura wiki nel mondo social. Sarà da ridere. Comunque una cosa è chiara: non è più questione di tecnologia come quando ho iniziato questo mestiere che si trattava di decidere se dotarsi o meno di un fax. Qui è come se dopo Gutemberg il mondo pedagogico si fosse attardato a chiedersi se i libri stampati fossero una moda passeggera o un bisogno indotto, e se se ne potesse fare a meno. Magari è anche successo, per la verità. Ma a ‘sto giro non abbiamo due o tre secoli per darci una mossa.

Tra le altre cose abbiamo citato anche questi due testi:

Verso un’intelligenza digitale, sulla capacità di scegliere rapidamente di fronte ad alternative assumendosi il rischio di esplorare la strada intrapresa, ovvero ciò che distingue chi esplora il mondo del web e chi si blocca al primo click

La comunicazione generativa, sulle strutture sintattiche incognite che sottendono le nuove forme comunicative emergente e le paure che producono