Seconda serata del seminario interno su Educazione, nuovi media e cultura digitale. Che per chi ha scelto un approccio interazionale alle questioni pedagogiche, non è come dirlo… Comunque, punto. Improbabile cercar di far sintesi dell’enormità di questioni emerse. Coerentemente del resto con le nuove coordinate dei saperi nell’era di Internet, che delle grandi sintesi devono fare a meno. Mi viene in mente la richiesta che mi ha fatto WikiCulture su Twitter di scrivere qualcosa a proposito della cultura wiki nel mondo social. Sarà da ridere. Comunque una cosa è chiara: non è più questione di tecnologia come quando ho iniziato questo mestiere che si trattava di decidere se dotarsi o meno di un fax. Qui è come se dopo Gutemberg il mondo pedagogico si fosse attardato a chiedersi se i libri stampati fossero una moda passeggera o un bisogno indotto, e se se ne potesse fare a meno. Magari è anche successo, per la verità. Ma a ‘sto giro non abbiamo due o tre secoli per darci una mossa.
Tra le altre cose abbiamo citato anche questi due testi:
Verso un’intelligenza digitale, sulla capacità di scegliere rapidamente di fronte ad alternative assumendosi il rischio di esplorare la strada intrapresa, ovvero ciò che distingue chi esplora il mondo del web e chi si blocca al primo click
La comunicazione generativa, sulle strutture sintattiche incognite che sottendono le nuove forme comunicative emergente e le paure che producono
Lug 01, 2011 @ 13:43:58
Io che passo per la geekgirl (immeritatamente) del gruppetto di esploratori pedagogici del web, aggiungo poi, che davvero come nella vita l’unico modo di capire – imparando – è attrarversare e osare.
Un giorno o due fa una collega mi chiedeva se ci fosse un libro che metteva in asse l’educazione (dei ragazzini) e l’uso del web, così la prima risposta è stata ci guardo, la seconda è stata che probabilmente è sul web che si trova qualcosa, ed infine che quel qualcosa viene scritto in questo momento e nei prossimi ..
la serata che abbiamo condiviso ha messo il luce, quello che io riconosco come un’abisso, il cambiamento di tempi, complessità, ritmi, temi, modi di interazione (mutuati dai vari socialnetwork), etc cambiamento che è la punta di un iceberg a livello mondiale.
L’economia gira su web, così come avviene per la cultura, la ricerca, la scienza, le relazioni umane, io credo anche molto di più di quanto noi non riusciamo ad esserne consapevoli. Eppure non sappiamo cosa stiamo ancora fecendo. Ci tocca come dicevi tu di farlo nominandolo mentre attraversiamo i ponti e le derive che incontremo
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Lug 01, 2011 @ 14:08:08
Lug 01, 2011 @ 19:01:51
Fare, provare, sbagliare, capire. Una serata molto interessante e ricca di stimoli e nuovi spunti. Mi sono portata via il piacere di un rinnovato incontro con la mia e altrui curiosità, senza la quale, sarebbe davvero una noia… oppure semplicemente una vita da…. vecchi!
Lug 01, 2011 @ 21:34:55
E’ un mondo da abitare. Occorre impararne i passi, i gesti, le parole per muoversi in questa jungla virtuale in cui sicuramente ti perderesti se non ci fosse qualcuno che con pazienza ti prende per mano e ti accompagna in questo viaggio … …. ….
Grazie. E questo, è un grazie per tutto.
Lug 02, 2011 @ 07:22:19
Si credo anch’io che è un mondo da esplorare e nel farlo è interessante registare le differenze con la comunicazione diretta. C’è qualcosa di nuovo che porta la rete e forse proprio noi che siamo “dinosauri” possiamo rendercene conto rispetto a chi se la ritrova come esperienza data. E’ stato molto interessante esplorare insieme, mettendo ognuno a disposizione la propria esperienza e il proprio sapere. Questi incontri mi aprono la voglia di capire e di provare concretamente a navigare per capire. Il confronto tra di noi è stata una ricerca tra rischi e possibilità – ridefinire confini e responsabilità. Ripensando, credo che sia proprio la connessione tra mondo virtuale e reale che ci riporta a trattare alcuni aspetti.