Metafore

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Difesa relazionale





E’ il corpo che riconosce la violenza, in qualsiasi forma si presenti. La riconosce spesso molto prima della coscienza, impegnata com’è a decodificare gli stimoli filtrandoli con un intero mondo di idee, valori, pregiudizi e aspettative. E la riconosce nei gesti che abitano l’incontro educativo, carico di tensione per una vicinanza sempre troppa e mai abbastanza.

Sono i corpi che intessono l’incontro educativo, dunque sono le vulnerabilità che si confrontano, trovando nell’altro sia la possibilità di essere difese, sia la minaccia più vicina. Ogni gesto può significare protezione e pericolo, vicinanza e invadenza, disponibilità e limite, difesa e complicità, e gli attori scambiano tra loro continui gesti nel tentativo di comprenderne il senso. Spesso smarrendolo.

Ecco perchè l’incontro educativo si rivela cruciale e delicato, pericoloso e protettivo. I corpi sono vulnerabili, dunque quando si incontrano tendono ad attrarsi e a difendersi. Sulla scena educativa si snoda il medesimo gioco, arricchito e complicato però dal fatto che a giocare quel gioco non ci sono solo giocatori, ma anche chi ha il compito di proteggerli e di farli giocare, facendo però parte, inevitabilmente, del gioco stesso.

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Nuvola concettuale



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