
“Papà, i camion bianchi sono cattivi?”
“Perché pensi che i camion siano cattivi?”
“Solo quelli bianchi!”
“Va bene, e perché i camion, quelli bianchi, sono cattivi?”
“Me l’ha detto Matteo, che un camion bianco ha ucciso tanti bambini”
“Ne hai visti molti da quando siamo partiti? di camion bianchi, intendo dire”
“Sì…”
“Hai avuto paura?”
“Sì! Pensavo che magari ci venivano addosso”
“Ed è successo?”
“No dai papà, se succedeva eravamo già morti!”
“Sai cosa facciamo? li contiamo. Quanti ne saranno già passati sino ad ora? dieci? venti? dai facciamo venti. Eccone uno là! Ventuno!”
“Ventidue! e guarda dopo il pulman, ventitré!…vale anche se è un po’ bianco e un po’ nero?”
“No no, stiamo cercando quelli cattivi e quelli cattivi sembra siano bianchi…”
“Ma perché quel camion bianco ha ucciso tante persone?…ventiquattro!”
“Matteo ti ha raccontato che quel camion andava in giro tutto da solo…?”
“No…”
“E secondo te?”
“C’era il guidatore”
“Allora sarà stato il guidatore quello cattivo, no? Guarda là! venticinque”
“Sì, sì…ma perché ha ucciso tanti bambini?”
“Di quanti colori vedi i camion?”
“Tanti! guarda là! rosso, e quello è grigio…là là, ce n’è uno tutto nero!”
“Quindi un uomo cattivo che vuole uccidere tante persone potrebbe guidarne uno di qualsiasi colore, non pensi?”
“…”
“Mica è necessario averne un bianco per fare quella cosa orrenda che ti ha raccontato Matteo, non ti pare…?”
“…quindi potrebbe esserci un uomo cattivo su ognuno dei camion che abbiamo incontrato da quando siamo partiti…?”
“Certo! in ogni camion di ogni dimensione! Vedi? quello è enorme, col rimorchio, di quelli che piacciono a te. Quello dietro invece è piccolino, un furgone più che altro, ma se ci investe fa lo stesso di quello grosso grosso”
“Anche quella macchina che sta arrivando velocissima!”
“Giusto! se ci fosse un uomo cattivo su quella macchina saremmo in pericolo lo stesso!”
“Si va bene, papà, ma perché un uomo cattivo uccide tante persone con un camion o un’auto?”
“Perché odia, figlia mio. Odia così tanto tutti da voler uccidere chiunque, senza neppure sapere chi sta uccidendo e quanto dolore provoca”
“Anch’io una volta ho odiato tantissimo un bambino che mi aveva rubato il mio gioco preferito…sono una bambina cattiva…?”
“A tutti capita di odiare, anche a me. Pensa che qualche volta ho odiato persino te…sai quando non dormivi mai la notte.? sapessi quanto ti ho odiato in quel periodo…”
“Allora sei cattivo anche tu?”
“Non so, non credo, quel bambino che hai odiato è ancora vivo? Si? e del resto sei viva anche tu, giusto? Quindi odiare non ci fa diventare cattivi per forza. Forse quell’uomo è diventato cattivo perché non è riuscita a passargli come è capitato a me con te e a te con quel bambino. Sai, l’odio è terribile, ma immagina di provarlo tutti i giorni un giorno dopo l’altro per tanto tempo…”
“Che brutto papà! non riuscirei a respirare!”
“Forse è proprio quello che è successo a quell’uomo cattivo che guidava il camion bianco. Forse non riusciva più a respirare per tutto l’odio che provava ed è diventato un assassino”
“Allora dobbiamo stare attenti a respirare…?”
“Sì, forse sì. L’importante non è odiare, ma smettere il più in fretta possibile, perché quando odi ti vengono in mente i pensieri più terribili e feroci”
“E’ vero, avrei voluto fargli delle bruttissime cose a quel bambino quando mi ha rubato il gioco…”
“E ti sei sentita cattiva per averlo pensato vero?”
“Sì”
“Però non le hai fatte quelle cose, giusto? è questo il punto: non si è buoni se non si hanno pensieri brutti, si è buoni se ai pensieri brutti non seguono azioni cattive”
“Ma papà, sono tanti gli uomini che non smettono di odiare?”
“Non so, nessuno li ha mai contati. Proviamo a farlo noi!”
“Come si fa…?”
“Prendi tutti i camion che abbiamo incontrato oggi, bianchi, gialli, neri, di tutti i colori. Prendi anche tutte le auto grosse che correvano impazzite. Poi pensa a tutti i camion e le auto che abbiamo incontrato ieri e l’altro ieri e l’anno scorso, insomma sino a quando ti ricordi. Quanti saranno stati?”
“Centinaia! No! milioni! Centinaia di milioni…?”
“Magari così tanti no…però, insomma, moltissimissimi! più di quanto non si riesca a contarne. E quanti di questi camion e di queste auto ci sono venuti addosso?”
“Quella volta che ci hanno tamponato…?”
“No, quella non conta, mica l’aveva fatto apposta. Sarà stato distratto quel guidatore, ma non era certo cattivo”
“Allora…nessuno…”
“Vedi? io non so quanti siano gli uomini che non smettono di odiare e diventano cattivi, però io e te sappiamo che le persone normali, che magari odiano più volte nella loro vita ma poi respirano e gli passa e non trasformano i loro brutti pensieri in azioni cattive, sono molte ma molte di più e le incontriamo tutti i giorni, in ogni momento, dappertutto, senza che ci facciano del male. E senza che noi facciamo del male a loro”
“Allora non siamo in pericolo?”
“…”
“Siamo in pericolo papà…?”
“…ti ricordi di quella volta che stavi correndo sul muretto e sei inciampata? sei caduta e hai battuto la testa. Un po’ di ghiaccio e ti è passato tutto. Però hai battuto la testa per terra a pochi centimetri dal bordo del marciapiede. Io e la mamma eravamo terrorizzati quando abbiamo visto che per pochissimo non hai picchiato contro lo spigolo…”
“Vi siete anche arrabbiati tanto…”
“Eravamo spaventatissimi… comunque è andata bene e sapessi quante volte nella vita ci va bene e sfioriamo soltanto un grave pericolo. Perché nella vita i pericoli ci sono sempre, a volte dipende da noi stare attenti ed evitarli, altre volte invece ci capitano e possiamo solo sperare di uscirne senza farci troppo male. Però il più delle volte, nelle vita, stiamo tranquilli e non ci accade nulla. Gli uomini cattivi che non smettono di odiare sono un pericolo raro come cadere da un muretto. Anzi, molto, molto più raro”
“Ma perché papà quell’uomo cattivo con il camion bianco ha ucciso tante persone?”
“Non ne abbiamo appena parlato…? perché odiava e non riusciva a smettere…”
“Sì va bene, ma è morto anche lui. Io non ho mai pensato di vendicarmi del bambino che mi ha rubato il gioco morendo anch’io!”
“Hai ragione, se uno vuole vendicarsi deve restare vivo per godersi la vendetta, giusto?”
“Giusto!”
“Ma quell’uomo non voleva vendicarsi, voleva spaventare, spaventare non quelli che ha ucciso, ma tutti gli altri che sono rimasti vivi e hanno visto quello che ha fatto”
“Io mi sono spaventata tanto…”
“Appunto, era questo il suo scopo: spaventarci tutti…però ora noi siamo in macchina e stiamo andando a fare una gita. Fra qualche giorno saremo al mare e andremo in spiaggia a vedere i fuochi artificiali. Quando torneremo andremo al cinema e poi alle feste di quartiere e in metropolitana e in mille e mille posti dove ci sarà tantissima gente attorno a noi che fa le stesse cose che facciamo noi”
“Tutte persone che respirano…?”
“Sì, che respirano…Quello che vogliono gli uomini cattivi che uccidono tante persone, invece, è spaventarci per farci diventare come loro”
“Io non voglio diventare come loro!”
“E allora odia chi vuoi, persino quegli uomini tremendamente cattivi, ma poi fattela passare. E continua a vivere la tua vita come se non esistessero. E’ questa la punizione più grande che possiamo infliggergli: continuare a vivere la nostra vita indifferenti al loro odio”
“Ma a me spiace che si sentano così…”
“Ecco, così è ancora meglio, si chiama compassione quella che provi. Ed è il miglior rimedio all’odio. E alla paura. Che tu sia indifferente o compassionevole nei confronti delle azioni cattive degli uomini che odiano, quello che conta è che tu continui a fare la tua vita. Perché ogni altra tua reazione, scappare, nasconderti, odiarli con forza, maledire la loro stirpe, chiedere la loro morte, rinunciare ad andare dove vorresti andare e a fare le cose che vorresti fare per evitare il rischio di incontrarne qualcuno, li farebbe vincere. E tu non vuoi che gli uomini che odiano vincano, vero…?”
“No papà!”
“E perché?”
“Perché non voglio smettere di respirare”
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