di Irene Auletta
Non so se te lo ricordi, dice tuo nonno parlandomi di un recente incontro con un signore che abita nel suo stesso palazzo, c’era anche sua figlia, una ragazza che avrà più o meno la tua età.
Sorrido. Certamente dalla prospettiva dei suoi novantun’anni i miei ultra sessanta gli fanno un baffo!
Ma forse è proprio questa la danza tra genitori e figli e oggi mi ritrovo a pensarti con immenso amore e con un candido stupore. Ma davvero sono ventotto? Tutto di te mi restituisce un’immagine difficile da far conciliare con quella di una giovane donna, quale sei anagraficamente. Il tuo aspetto da eterna ragazzina e quel tuo sorriso che nasconde tracce d’infanzia strappando a chi ti incontra un commento di tenerezza, ti fanno straordinariamente Te.
Eppure, nel confronto con le tue immagini del passato ti vedo diventata grande, ma soprattutto vedo cresciuta la nostra storia e ci vedo nella nostra danza particolare, di madre e figlia, diventate più grandi insieme.
Per usare le stesse immagini del nonno, direi che potremmo guardarci come una ragazza grande e una ragazza piccola. Mi sembra che così ci possiamo stare.
Il bello di questi anni è che non hai mai smesso di stupirmi anche quando le montagne russe che abbiamo dovuto affrontare sono diventate particolarmente difficili da vivere. Cosa vorrei regalarti a parte quello che come ogni anno è in quel pacco speciale di sorprese pensato solo per te?
Basta la salute! Quante volte abbiamo sentito dire questa frase che, per persone come te, diventa immediatamente intrinseca di una grande profondità e, più che basta la salute, mi verrebbe da augurarti ancora tanta salute, perché sappiamo bene che questo è il nostro filo leggero di paura e di speranza.
Lo sappiamo e con tuo padre ce lo siamo detti tante volte. Da anni siamo in equilibrio sia sul filo della disabilità che su quello della malattia. Succede a tante altre famiglie che, come noi incontrano la disabilità, ma decisamente questo binomio è parecchio bastardo.
E allora, nel giorno del tuo compleanno, cara figlia mia, ti auguro salute, bellezza e la voglia di non perdere mai quella curiosità che ti spinge a imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Ti auguro fiumi di luce perchè le ombre possano, rimanendo abbagliate, restare lontane il più possibile.
Ti auguro colori, allegria, leggerezza che insieme diventino carezze magiche per alleggerire il tuo zaino di vita tanto pensante.
Da parte mia, tu lo sai bene, io rimarrò ancora e ancora una cercatrice instancabile per trattenere quelle possibilità a te necessarie per continuare a fiorire. Ti prometto, come dono aggiunto, che rimarrò sempre, sempre, sempre incantata di fronte allo sbocciare di quel fiore lunare che da anni si illumina e ci illumina, riempiendoci gli occhi di meraviglia e il cuore di orgoglio.
Auguri Luna mia.





