di Irene Auletta
Qualche sera fa, approfittando di una piccola pausa alla calura pesante delle ultime settimane, decido di proporti un’uscita serale anche per interrompere difficili “circoli viziosi” in cui rischiamo di soffocare molto più del caldo torrido.
Che ne dici Luna andiamo a trovare il nonno? Mio padre dorme pochissimo e quando lo avviso della speciale visita serale mi risponde pimpante che tanto lui fino a oltre mezzanotte e’ sempre sveglio e ci aspetta con piacere. Siamo in una botte di ferro.
La serata è limpida e già il viaggio in auto, le luci, i colori del centro città e la possibilità di muoversi senza traffico, mettono un po’ di calma facendo comparire ogni tanto un piccolo sorriso sulla tua faccia da temporale.
Appena arriviamo, dopo tutti i tuoi rituali che metterebbero a dura prova anche la famosa pazienza di Giobbe, ti dirigi senza esitazione in camera da letto dove tante volte sei stata a riposare, giocando, vicina alla nonna. Sembri proprio cercarla.
Una sua bellissima foto lì vicina, che guardiamo insieme, mi aiuta a ricordarti che la nonna non è più qui e, anche vedendo gli occhi lucidi di mio padre, ti propongo di stare in sala.
Funziona fino al momento del saluto quando scappi di nuovo in camera e stavolta ti dirigi direttamente verso la foto. La prendo e tu avvicini il viso quasi a sfiorarne con la punta del naso la cornice. Il pianto solitario di questi ultimi mesi di assenza mi stringe la gola mentre mio padre prova goffamente a dirti nuovamente che la nonna non c’è più.
Mentre le tue labbra vicino alla cornice sono la cosa di più simile a un bacio, prendo fiato e ti ricordo il suo sorriso, i suoi gesti gentili, i suoi scherzi e le cose che ci diceva sempre. Ti ricordi Luna quando nonna?
Un bacio tu e un bacio io, poi lasciamo la foto sul comodino e usciamo accompagnate da mio padre che timidamente si asciuga le lacrime.
Fai sempre fatica a salutare e anche stasera lo faccio io per te provando a dare poche parole all’emozione che ci ha travolto mentre mio padre aggiunge quasi in un sussurro, hai ragione Luna anche a me non sembra vero.
Nel viaggio di ritorno verso casa, che allungo sapendo di farti contenta, il silenzio assume tinte molto malinconiche che rigano il viso.
Irene, ti raccomando per la mia Luna l’allegria e il sorriso, ricordati che non vi devono mai mancare!
Le sue parole mi arrivano leggere con tutto il peso della mancanza e mentre mi asciugo gli occhi, faccio un respiro profondo ed eccoci di nuovo lì insieme, noi tre. Ripeto alcune sue battute mentre sbircio il tuo sorriso che mi allarga il cuore tra ferite e cura.
Luna, ma ti ricordi quante volte nonna?






