Distanze a colori

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di Irene Auletta

Ci sono esperienze uniche che, nella maggior parte dei casi, possono comprendere profondamente solo le persone che le attraversano. 

Ti penso lontana e ti incrocio nelle immagini e nei racconti degli educatori. Una figlia come te manca nella carne prima ancora che nel cuore e forse questo e’ ciò che può rendere difficile quel passaggio di separazione che non può avvenire “naturalmente”. O forse sarebbe meglio dire, spontaneamente, da parte del diretto interessato che prende pian piano le distanze dalla sua famiglia per muoversi da solo nel mondo.

Il problema per me non è la lontananza e neppure la fiducia, ma la delega della cura. Quella cura che traduco sempre con le parole di don Milani “mi sta a cuore”. 

Ho imparato, e imparo ogni giorno, che la cura può avere differenti sfumature e questo e’ ciò che la rende preziosa. Nessun operatore deve o può imitare i genitori ma non per questo la sua cura risulta automaticamente meno “di cuore”. Al contrario, se la stessa e’ guidata da sapere e competenza, può tradursi in quel valore aggiunto che nutre nuove esperienze, importanti e insostituibili.

Oggi al tuo ritorno, per motivi di lavoro, non potrò esserci ad aspettarti e già mi pizzica il cuore. Non ci sarà neppure babbo e, per la prima volta, dopo una settimana di vacanza, rientrerai a casa senza di noi e sarai tu ad aspettarci.  In questi tempi sono tante le prove che stiamo affrontando, noi tre insieme, e anche questa sicuramente ci farà scoprire qualcosa di nuovo.

Sei grande ormai. Ma a chi lo sto dicendo? A te o a me? Forse neppure importa.

Aspettiamoci amore e continuiamo a tenerci forte nel cuore, dando alla cura la possibilità di sfoggiare tutti i suoi colori più brillanti. 

Pizzichi d’amore

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pizzichi d'amoredi Irene Auletta

Qualche tempo fa, un amico di fb alle prese con un figlio che dovrà sempre misurarsi con seri limiti nella sua autonomia, scriveva di come per lui i viaggi sono sovente fonte di pensieri malinconici.

Mi guardo intorno nel terminal dell’aeroporto e vedo comitive di giovani ragazze alle prese con i loro primi viaggi.

Solo a quell’età si può essere così meravigliose e anche tu avresti potuto essere tra loro, in una vita diversa. In anni ancora recenti, il dolore mi avrebbe colto all’improvviso facendomi quasi piegare mentre oggi sorrido in compagnia di quel piccolo pizzico al cuore.

Il tempo, fa davvero la differenza. Sempre.

Ricordo molto bene il momento in cui ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad un bivio decisivo. Passare la vita a disperarmi per ciò che non avrebbe potuto mai essere oppure ingegnarmi per trovare soluzioni creative di fronte a quell’impossibile quasi urlato dalla vita, ogni giorno.

Tua zia mi ha aiutato offrendomi l’occasione di quei nostri viaggi annuali che, nel tempo, mi hanno portata lontana da te creando quello spazio magico che offre ogni volta la possibilità di andare e ritornare. Spetta a me perchè tu, da sola, non lo potrai mai fare, ma il nostro momento non ce lo può rubare nessuno e, anche se sei tu ad aspettarmi e poi riaccogliermi, la nostra danza d’amore ha trovato la sua insostituibile rarità.

Non è forse questa la scommessa di ogni relazione tra genitori e figli?

Io nel frattempo ho imparato a smettere di chiedermi se ti sarei mancata, forte del bisogno di lasciarti per scoprire come va senza di te e certa che il problema della separazione è sempre stato più mio che tuo. In fondo, un figlio con scarse autonomie rischia di generare genitori con altrettanti limiti e provare a non soccombere è sempre stato il mio modo di essere tua madre. Viaggiare, andare e separarsi, sono modi per prendere distanza e guardare le relazioni da differenti prospettive. Ogni volta imparo qualcosa su di me e su di te, condito da sentimenti molto variegati.

Proprio oggi, durante una supervisione, parlavo con un gruppo di educatori della responsabilità dei genitori e dello smarrimento odierno dell’adultità di fronte a situazioni di dolore o difficoltà. Andare e ritornare, può essere anche un modo per ritrovarsi, recuperando al tempo stesso quella forza necessaria per affrontare momenti a volte più faticosi di altri.

Ed eccomi di nuovo qui a raccontarti, in quel silenzio dei nostri incontri. In valigia, stavolta, c’è stato poco spazio per la malinconia. Guarda cosa ti ha portato mamma … Ci basterà di certo per i prossimi mesi!