Strani destini

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votare...?

E’ arrivata anche la Tessera elettorale. Doveva arrivare, inesorabile. Ma ovviamente non ci avevo minimamente pensato e quando è successo, stamattina, si è compiuto un altro passo verso il tuo e il nostro destino. Sei diventata maggiorenne da qualche mese, e da allora sto cercando di capire che senso mai possa avere la qualifica “maggiorenne” riferita a te.

Ricordo come fosse ieri quando lo sono diventato io. Non potrei dimenticarlo e per almeno due buone ragioni. La prima è che quando ho compiuto i miei diciotto anni, era stata appena approvata la legge che portava la maggiore età dai ventuno, appunto, ai diciotto. La seconda è che uno dei miei primi atti alle elezioni di qualche mese dopo, non è stato solo partecipare come elettore, ma candidarmi al consiglio comunale del mio paese e poi sedermi in quel consiglio per i successivi cinque anni. Un abisso. Di tempo e di senso.

Poi, naturalmente, è arrivata la patente di guida. Per il resto ero già maggiorenne da tempo, nel senso che facevo le mie scelte da me, uscivo la sera e tornavo quando volevo, frequentavo vari gruppi di amicizie, avevo la ragazza. Mancava solo l’indipendenza economica, ma per quella ci sarebbero voluti altri dieci anni e passa…

A pensarci bene, anche per te la maggiore età segna un passaggio, non quella dalla condizione di minore a quella di cittadino adulto con tutto il corredo di diritti e di doveri, ma quello da minore a disabile. Sino al 19 ottobre scorso, dal punto di vista istituzionale eri assimilabile a tutti i tuoi coetanei under 18, dal 20 in poi sei diventata ufficialmente una persona con disabilità.

Quindi ti è arrivata anche la Tessera elettorale. Carta straccia. In compenso presto ti arriverà la pensione. Una miseria, ma certamente più di quanto guadagnassi io alla tua età. E del resto, probabilmente, sarai l’unica in famiglia ad averne una.

Strani destini si incrociano nelle nostre vite. Invisibili tra le pieghe di una quotidianità che siamo abituati a pensare normale. Fortunatamente di quando in quando il mondo, con involontario ma preciso cinismo, torna a dirci che tanto normali non siamo. Ricordandoci con un flash tutto ciò che non potremo mai essere.

Democrazia last minute

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Questo è un appello rivolto a quel 10% di persone che, pare, deciderà tra oggi e domani se e chi votare. Sembra anche che questi elettori “last minute” tendano a seguire i consigli delle persone che conoscono e delle quali hanno più fiducia. Dunque è per questo che scrivo e mi rivolgo a loro. Lo faccio cercando di smontare tre luoghi comuni molto diffusi.

a) TANTO NON CAMBIA NULLA. Che è come dire a che serve che io mi scomodi per andare a votare? SBAGLIATO. Non posso ovviamente assicurare che le cose cambieranno in meglio, ma quello che è certo è che possono andare peggio. Molto peggio. Dunque se il migliore dei casi è che restino come sono,  tanto vale andare a votare. E votare per lasciarci alle spalle questi ultimi vent’anni che sono stati sicuramente il peggio della nostra democrazia. Sino ad ora…

b) TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO. Ovvero voto quelli che dicono le cose come stanno e non sono compromessi con il passato. So bene che non possono governare a sto giro, ma intanto andranno in Parlamento a fare un bel po’ di casino e impediranno un governo inciucio, cambieranno la legge elettorale, torniamo a votare e allora sì che cambieremo finalmente le cose!! SBAGLIATO ANCHE QUESTO: se si vogliono fare le rivoluzioni si tirano fuori le palle in prima persona, si imbracciano le armi e si va in piazza. Per lo meno è una roba più veloce. Ma fare i rivoluzionari per procura fa ridere non fosse che se dovremo tornare alle urne nel giro di un anno, ci sarà da piangere. Molto da piangere. E per tutti, a partire dai più deboli. Abbiamo bisogno di un governo stabile e di un governo che segni una differenza importante con i dodici anni che abbiamo alle spalle.

c) NON MI RAPPRESENTA NESSUNO. Ovvero non c’è un solo partito o candidato nel quale io mi possa riconoscere, VERO, e nessuno di quelli che andrà in Parlamento mi rappresenterà, FALSO. Quelli che siederanno in Parlamento rappresenteranno tutti, compresi  quelli che non hanno votato. Voteranno leggi, governi, riforme, magari anche quelle costituzionali, e lo faranno in nome del Popolo Italiano. In democrazia non si può scegliere se essere o meno rappresentati, MA DA CHI. E questo povero Paese ha bisogno di essere rappresentato da qualcuno che sia meglio del peggio che ha nelle sue viscere. Almeno un po’.

Dunque, e questo è davvero il mio ultimo accorato appello, andiamo a votare e votiamo per evitare di affossare il nostro prossimo futuro.
Igor Salomone

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