Come di consueto nei pomeriggi a scuola mi incanto a guardare i bimbi giocare. “Fermarsi semplicemente a guardare” senza intervenire, senza suggerire, senza correggere, senza richiedere, rischia di divenire una forma di presenza educativa che, presi come siamo dalle infinite cose da fare, stiamo purtroppo dismettendo a favore spesso di attività molto meno importanti. Eppure, come ho già avuto modo di dire, il gioco degli sguardi è cosa complessa. Nel guardare i bambini io non vedo solo loro che giocano ma vedo loro che giocando ci osservano.
Allora l’aspetto educativo si fa interessante e non solo per comprendere (come è noto) eventuali problematiche latenti ed interpretando il loro gioco come uno strumento diagnostico, ma per l’opportunità che i piccoli offrono a noi adulti di ritrovare nella naturalezza dei loro gesti e nella generatività delle loro teorie sugli eventi del mondo, quella semplicità e leggerezza che riporta l’idea di imparare divertendosi spesso “lasciata fuori” dalle aule scolastiche.
Oggi siamo in una sala parto.
Devo sottolineare che in questo periodo nella nostra classe ci sono state tantissime gravidanze e nascite di fratellini e sorelline. Comunque in sala parto c’è un gran fermento! Ci sono medici, infermieri e naturalmente le partorienti che in questa occasione non sono solo femmine oggi da noi partoriscono anche i maschi. I medici e le dottoresse sono indaffaratissimi: tagliano, medicano, provano la febbre, sia ai nuovi nati che alle loro mamme, fanno ricette, si telefonano per sentire come stanno i pazienti. Mentre giocano con estrema compostezza intavolano una discussione.
Giacomo (mentre sta facendo un cesareo): ma guarda che davvero i bambini nascono tagliando la pancia alle mamme!
Maya: non proprio, prima devi mettere il semino nella pancia della mamma, il papà lo mette nella “patatina” della mamma e poi finche il semino cresce, cresce, cresce, e i bambini crescono dentro alla pancia e sono pronti a nascere.
Giulia: e no, guarda alla mia mamma hanno tagliato proprio qua (indica sul suo corpo) guarda qua dove ciò la gonna, mia mamma ce l’ha ancora il taglio, perché prima nella sua pancia c’ero dentro io, hanno tagliato e hanno ricucito, poi c’era dentro l’Alice e hanno tagliato e hanno ricucito e adesso c’è dentro Luca che deve nascere in questi giorni e tagliano e ricuciono
Sofia: ma com’è fatto il semino?
Giulia: è come un seme delle piante
Maya: e no! Un semino delle piante messo nella “patatina” della mamma non può fare niente, bisogna annaffiarlo!
Giacomo: e certo! S’annaffia quando la mamma fa il bagno… però può crescere una pianta non un bambino…
Maya: per il bambino è un semino un po’ strano, non è come il seme della carota…
Giacomo: vabbè non lo sappiamo com’è.
E riprendono indaffarati a curare i loro piccoli pazienti mentre io molto divertita e lontana dal fornire loro altre verosimili spiegazioni penso a come queste ultime mettano in pace i nostri tabù ma non riescano proprio a convincere i bambini!
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