Con mia figlia passo il tempo a chiedermi come offrirle possibilità per scegliere, per non farla sentire sempre determinata dalle posizioni altrui, per aiutarla a ritagliarsi una piccola nicchia di autonomia e affermazione della sua persona.
Non è per nulla facile e ogni volta mi interrogo sulla mia parte.
Qualche giorno fa parlavo con i genitori di un figlio adolescente e mi sono ascoltata dirgli che forse era il momento di lasciarlo un po’ andare. Le preoccupazioni della madre mi raggiungono forti. E se non è ancora in grado, se si mette nei pasticci, se combina qualche guaio?
In questi casi uso spesso l’immagine delle ginocchia sbucciate. Se un bambino non cade, non impara a correre e a trovare il suo nuovo equilibrio. I genitori sono lì, sempre pronti a consolare e a medicare le piccole o grandi ferite, offrendo la loro forza per recuperare il coraggio necessario al successivo tentativo.
Quante volte con te, figlia mia, mi percepisco proprio così. Ma come faccio a lasciarti andare ancora un pochino di più e a prepararmi a medicarti la prossima ferita?
Ieri siamo andati a fare un pic nic con amici e la loro figlia di dieci anni. Durante un piccolo giretto nel paese adiacente al parco che ci ha accolto, ti dirigi con decisione verso la mano della bambina e la scegli per passeggiare. Siete belle da guardare voi due, che sembrate quasi coetanee e io mi commuovo.
E’ la tua piccola scelta e mi accorgo di come anche nel nostro mondo su misura ci possono essere nuovi amici, anche per te. Ho paura che tu possa inciampare, che possa farti male e che possa farlo anche alla piccola amica che tieni per mano. Mi trattengo e cerco di controllarmi godendomi quel momento che ricevo come dono prezioso.
Stamane ti sei svegliata di ottimo umore nonostante la tua salute, da tempo, stia mettendo a dura prova la tua pazienza. Sarà anche merito della giornata di ieri?
Mentre sistemo casa non mi accorgo della porta d’ingresso aperta fino a quando il campanello non richiama la mia attenzione. Chi può essere a quest’ora di domenica? Il babbo non lo aspettiamo prima dell’ora di pranzo.
Quando apro ti trovo lì a scampanellare, contenta della tua piccola fuga sul pianerottolo. E’ la seconda volta che accade e ogni volta, il cuore mi balza in gola pensando al pericolo scampato della vicina rampa di scale lì, a pochi passi.
Faccio finta di non riconoscerti e ti chiedo seria cosa desideri. Mi guardi con quel tuo sorriso che contiene mondi di significati nascosti.
Benvenuta figlia. Continua a crescere come puoi e nel frattempo ti prometto di continuare ad imparare a starti vicino lasciandoti andare ogni volta, un po’ di più.
Giu 30, 2013 @ 19:45:12
un pensiero molto emozionante…da accogliere con attenzione e difficile da commentare…forse perchè, a volte, alcuni gesti “superano” la parola…bella Luna, belle le piccole grandi magie…che crescono
Giu 30, 2013 @ 19:47:09
…. belli gli amici!
Lug 01, 2013 @ 00:52:33
Faccio fatica a non emozionarmi. Il tuo racconto raggiunge il cuore e nella mia mente si forma nitida l’immagine di Luna. Riesco a immaginare il suo sorriso mentre abbraccia e vive il momento magico della porta aperta su un mondo che è al di fuori della sua casa, dove muoversi e percepire gli spazi in totale libertà, trasformano i suoi sensi rendendola felice per aver sfidato se stessa…e il ritorno, traguardo importante, annunciato dallo scampanellare contenta…la premiano perché tu la guardi e le parli facendola sentire grande e forte.
Lug 01, 2013 @ 12:22:31
Si Nicoletta, hai colto proprio il tono delle nostre emozioni nello scambio e “nell’avventura del pianerottolo” … un saluto a te.
Lug 01, 2013 @ 06:36:45
Si, belli gli amici! Ci sono emozioni di socialità possibile che commuovono! E’ vivo il tuo racconto e sembra di essere li con voi…ho visto quella mano scegliere e sentito l’emozione…e il campanello suonare con te che aprì la porta e la fai accomodare in casa sorpresa di trovare questa bella signora che è venuta a farti visita. Cresce Luna e questi gesti lo restituiscono come la sua felicità di esserci.
Lug 01, 2013 @ 09:51:38
Belli anche i tuoi commenti Luigina che da anni ci accompagnano nelle nostre storie e nello scambio delle emozioni!
Lug 03, 2013 @ 08:40:40
Mentre leggo vi ho davanti agli occhi, che diventano umidi mentre continuo a leggere. Sono lacrime di emozione e condivisione, Vi abbraccio forte.
Lug 03, 2013 @ 09:03:05
grazie Paola per l’affetto che si rinnova … dopo tanti anni!
Lug 14, 2013 @ 10:21:59
Quante volte ho avuto paura anch’io di lasciar fare delle azioni o scelte a mia figlia, per me è sempre piccola, ancora la chiamo “creatura” (parola in napoletano come per dire “bambina”) e non “ragazza”, proprio non riesco a mettermelo in testa che è cresciuta ed è in grado di fare cose, che prima non riusciva a fare. A scuotermi da questo pensiero ci pensa lei, con i suol continuo mettersi a confronto con delle imprese più grandi di lei, e di riuscire anche a portarle a termine. Penso e mi convinco a volte, che sono io a non volerla far crescere, con la mia paura e sottovalutando le sue capacità, conseguenza anche di sbagliate deduzioni da parte dei medici verso di loro, delle vere capacità e veri traguardi che possono raggiungere.
Lug 14, 2013 @ 10:43:01
Non è facile neppure per me Paola e forse ne scrivo per convincermi a farlo e per sostenere anche me nella complessità di queste relazioni che non è facile far andare per la loro strada … impariamo anche noi, insieme a loro e questa per me rimane la vera meraviglia! Un saluto a te e alla ragazza!!