Annamaria e’ una giovane donna che appartiene a quel mondo che molti non riescono a comprendere, vedere e accogliere. Annamaria, potendo parlare, darebbe lezioni sul senso delle piccole cose a tanti spocchiosi e arroganti, ma gran parte delle volte le può custodire solo per sè e per una ristretta cerchia di persone care.
“Ieri mattina una amica si è resa disponibile per far fare una passeggiata ad Annamaria. Dopo un tratto di auto sono entrate in un grande magazzino in cui si vende di tutto. Annamaria felicissima. Ha cominciato a correre a destra e a manca con entusiasmo e curiosità. Ad un certo punto, come ogni tanto succede, ha cominciato a strillare un po’ più forte e in maniera decisamente immotivata, per un osservatore “normale”. Perché vi racconto questo? Perché dopo un po’ il gestore ha fatto capire alla mia amica che la ragazza spaventava i clienti e le ha chiesto ….. se poteva uscire. Meno male che non è successo a me altrimenti lo azzannavo al collo! Di certo quando me lo ha raccontato sono rimasta spiazzata… E’ la prima volta che ci succede una cosa del genere…”.
Poi c’è la madre di Annamaria che stamane racconta e mi arriva un pugno allo stomaco di quelli che mi fanno sentire una morsa alla gola, un nodo fatto dalle tante lacrime trattenute e da quel dolore che non ti lascia mai. Tra madri possiamo capirci.
Ognuno di noi commenta come può e come riesce, ma io continuo a chiedermi quali parole, gesti, sguardi potrebbero alleggerire quella madre che intreccia ogni giorno un grande amore con una grande fatica e tanti pensieri.
Penso a quello che mi è accaduto ieri quando, entrando in un santuario, mia figlia ha avuto una reazione molto simile, per l’emozione e per il piacere che le suscitano i luoghi che le piacciono molto. Anche lì il peso degli sguardi altrui non ci ha risparmiato, come accade ovunque, ma il sole della giornata e la vista del mare me li ha fatti sentire più leggeri. Ci ripenso stamane mentre leggo il post di questa madre e in ogni parola sento un’eco di emozioni che conosco molto bene e il gusto amaro di quella rabbia che ogni giorno dialoga con ferite da curare.
Chiudo gli occhi, respiro e penso all’intensa foto che sul profilo facebook, mostra Annamaria vicina alla madre. Ci sono bellezze che non tutti gli occhi sono in grado di vedere e risate sonore che l’ottusità non può far sentire.
Le risposte possibili a quanto accaduto ad Annamaria spesso sono troppo razionali, come tutte le spiegazioni che a volte si danno per rassicurare e consolare. A lei e a sua madre mando solo questi miei pensieri, l’emozione che le accompagna sulla punta delle dita mentre scrivo, il sole che ho visto brillare ieri e il profumo del mare.
Mag 05, 2013 @ 17:22:25
Eccomi qua Irene per dirti che le tue parole hanno riportato alla luce un dolore che avevo debitamente accantonato in un posto profondo del mio cuore ma evidentemente non nascosto bene. Un pomeriggio della scorsa estate io e Alessia eravamo al mare e lei girogavava per la spiaggia con le cuffiette ascoltando la musica mentre io la osservavo da lontano, stavo vivendo un bel momento di serenità, lei era tranquilla, io felice di vederla così. Poi Alessia si avvicina ad un gruppetto di mamme e figli e si ferma ad osservali incuriosita, solo questo! Dopo pochi minuti una di queste mamme mi raggiunge e mi invita a far allontanare Alessia da loro perché suo figlio e’ molto sensibile ed e’ facilmente
impressionabile. Io rimango senza parole poi raggiungo Alessia, mi escono frasi sconnesse tipo: ” suo figlio e’ abbastanza grande per capire certe cose e se avesse una mamma intelligente non correrebbe il rischio di crescere con gravi problemi comportamentali e di socializzazione “. In macchina, sulla strada di casa non trattengo le lacrime mentre mia figlia mi guarda e mi stringe la mano. Forse dovrei ringraziare quella mamma per avermi fatto capire il suo amore con le sue “parole mute”!
Mag 05, 2013 @ 17:44:51
Quando accadono momenti come quelli che racconti è molto faticoso andare oltre e trovare del “buono”. Tu l’hai trovato a distanza di qualche tempo … il dolore rimane ma una volta uscito, forse, è un pochino più leggero.
Un saluto a te e buone cose.
Mag 05, 2013 @ 18:38:50
Spero di rubarti un sorriso: mio marito dice alla Crozza maniera che mi sono ” irenizzata” !!😃
Mag 05, 2013 @ 19:10:27
🙂 …. spero non sia una cosa brutta !!!
Mag 05, 2013 @ 19:49:46
…..beh, direi prorio di no!!!
Mag 05, 2013 @ 20:34:26
🙂
Mag 06, 2013 @ 10:35:40
Gentile Irene, oggi leggo il pezzo su Annamaria con gli occhiali del mestiere di educatore.
Forse non è professionale o forse è l’età, ma mi ha commosso.
O più semplicemente è riuscita a farmi vedere le cose con gli occhi di un genitore.
Stia bene.
P.S….mia figlia in inghilterra ha sop-portato con coraggio la notizia del malessere di sua mamma. Alla fine qualunque sia la nostra fatica di educarli a volte indicano la strada, cocciuti e tenaci insieme e generosi di speranze. Un caro saluto.
Mag 06, 2013 @ 11:38:47
Grazie Roberto,
mi sembrano un’ottima cosa sia la commozione che la voglia di condividerla e valgono più di tante parole.
Io ho l’esperienza di genitore che tocca il dolore per la figlia praticamente da sempre ma immagino che sentimenti analoghi possano toccare qualsiasi genitore, al di là delle peculiari esperienze.
E’ bello leggere della figlia tenace, cocciuta e piena di speranza … in questo io lo “zampino” dei genitori ce lo intravedo …
Un saluto di buone cose e alla prossima.