di Irene Auletta

Io e tuo padre ci ritroviamo spesso a parlare di temi inerenti la genitorialità, sia per interesse personale che professionale. Tante volte mi sono chiesta che genitore sarei stata in una situazione differente ma, negli anni, questi interrogativi hanno sempre di più assunto le vesti quasi trasparenti di ciò che non potrà mai essere.

In particolare, proprio in questi giorni, ritornano i temi della scelta e della volontà. Bambini e ragazzi che sembrano scegliere tutto, andando ben oltre la loro zona di legittimità e di buon senso educativo e, figli come te, che appaiono più che mai azzerati nella volontà. E così, di fronte ad una flebile, che diventa pian piano più forte, espressione di volontà, si passa ad etichettarli monelli (anche oltre i vent’anni!), testardi, oppositivi e chi più ne ha più ne metta. Insomma, problematici. Loro e non noi e la nostra relazione. No, loro.

Intendiamoci, ingaggiare qualche lotta accade a tutti e credo faccia anche normalmente parte del ruolo genitoriale. Ma la consapevolezza di questo nostro limite mi piacerebbe non fosse un optional e in questo madre e padre possono aiutarsi tantissimo. 

Facciamo cambio, ci diciamo spesso io e tuo padre e quasi sempre il cambio di relazione cambia il contesto anche facendoci bonariamente protestare . Possibile che questo lo fai solo con mamma o con babbo?

In questi giorni sono arrivati i nonni, sempre più anziani e fragili. Dal loro arrivo hai iniziato a scegliere più spesso manifestando chiaramente la tua volontà. Piccole scelte, quelle per te possibili, che accolte generano soddisfazione e benessere, per tutti. E inoltre, rendono decisamente meno frustranti le tante situazioni dove questo non è possibile.

Ma questo non vale per tutti i figli?

Ricordo che anni fa mi aveva molto colpito il racconto di una madre relativamente al figlio quasi trentenne irritato per dover continuare a vivere con i genitori. Irritato perchè? chiesi timidamente. Perché vorrebbe pagassimo noi genitori l’affitto! Ok mi arrendo! Scegliere ed esprimere la volontà non vuol dire protrarre a oltranza l’infantile pensiero magico e diventare sempre più tiranni nei confronti dei proprio genitori, da zero a trent’anni.

E poi, la scelta è una danza tra la tua volontà di figlio e la mia di genitore, altrimenti si chiama in un altro modo.

Non lo saprò mai che madre sarei stata se … Forse anch’io sono un po’ disabile come genitore, ma se ogni volta di fronte alla manifestazione di una volontà, con figli disabili o no, tornassimo a valutare opzioni, senso, possibilità e opportunità, credo staremmo meglio tutti.

Aiutare a scegliere e a nominare la propria volontà, offrendone le possibilità adeguate all’età e alla situazione, mi pare un compito educativo irrinunciabile. Non dimenticarlo è un bel respiro pedagogico, garantirlo (sempre!) è la tutela di un diritto.

Da imparare c’è tanto … Da insegnare ancora molto (Il castello errante di Howl)