
di Igor Salomone
Voglio raccontarvi due fatti.
Il primo è di qualche giorno fa. Ragazzi che muoiono per un incidente stradale. Quanti ce ne sono? e quanti ce ne saranno. Ma questa volta è diverso.
Quando ho letto la notizia, il titolo per la verità, per prima cosa ho pensato a un’imprudenza escursionistica, visto che quel titolo parlava di ragazzi morti in montagna. Poi leggo che erano in Jeep e immediatamente il pensiero è corso agli stereotipi che tranquillizzano la nostra coscienza: eccoli i ragazzi che tornano ubriachi dalla discoteca. Però l’elenco era strano, dagli 11 ai 24 anni, curiosa combriccola per una serata in discoteca.
Leggo meglio: erano ragazzi di un piccolo comune del cuneese ed erano andati in montagna per la notte di San Lorenzo. Sì, erano saliti in alto in uno dei punti più bui e quindi favorevoli, così racconta il sindaco, per vedere le stelle cadenti. Durante il ritorno, chissà che serata meravigliosa avevano passato, la tragedia. Beh, però, magari portarsi dietro dei ragazzini per un’escursione notturna in un posto forse sconosciuto… Neanche per sogno, i ragazzi si conoscevano tutti perchè costituivano il cinquanta per cento dei giovani del loro paesino nel cuneese, e “sono strade che loro conoscevano molto bene, che facevano tutti i giorni per portare le mucche al pascolo”, dice sempre il sindaco.
Quindi non ci sono più scuse, quei ragazzi non sono morti per i mille motivi consolatori che siamo abituati a raccontarci quando muoiono dei ragazzi. Sono morti perchè i ragazzi muoiono, ma ce lo siamo dimenticati.
Nel cuneese qualche notte fa quei ragazzi sono morti perchè erano andati alla ricerca di una magia senza alcol, senza droghe, fatta di cieli notturni e stelle cadenti. In tanti, maschi e femmine, di tutte le età.
Il secondo fatto. Stamattina, solito agriturismo estivo frequentato ormai da venti estati, stavo comprando il pane dall’ambulante che passa tutti i giorni. In coda con me c’era un amico conosciuto diversi anni fa, da sempre in vacanza con moglie e due figli. Quest’anno però li vedo arrivare in tre e chiedo sorridendo se si erano persi la figlia più grande. Ovviamente era proprio così, ha compiuto diciotto anni e quest’estate viaggia per altri lidi. Davanti al pane appena sfornato, riprendo l’argomento e gli dico: “dai coraggio, fra due o tre anni, sarete liberi di andare e di fare quello che volete in vacanza”. Lui annuisce sorridendo, ne aveva appena parlato con la moglie si erano detti la stessa identica cosa. Interviene d’istinto il fornaio che, mentre ci incarta il filone, se ne esce con un “beh, mica tanto”. Gli chiedo spiegazioni e lui risponde con un laconico e vagamente dialettale: “perchè la testa sempre lì va’”.
Certo, è il destino dei genitori: puoi avere settant’anni ed essere costantemente preoccupato per le sorti dei tuoi figli quarantenni. Lo sarai sino a quando la testa e il cuore te lo permetteranno, dopodiché toccherà a loro esserlo per il tuo di destino.
Ma sapete che c’è? La preoccupazione per un figlio assente non è assolutamente paragonabile alla preoccupazione per un figlio che non potrà mai esserlo. Io non so cosa darei per poter avere quella preoccupazione lì e tirarmela dietro sino all’Alzheimer e forse oltre. Se invece c’è qualcuno che farebbe a cambio con la mia, pur di non essere in ansia quando i propri figli sono lontani dagli occhi ma conficcati nel cuore, si faccia pure avanti.
Che tragedia immane cinque ragazzi che muoiono per essere andati in jeep a vedere le stelle cadenti in alto, in montagna. Non ci sono parole. Quindi è meglio tacere, prima di dire idiozie sulle responsabilità, sulle strade insicure, sui soldi che non ci sono, sui genitori che li hanno lasciati andare, sopratutto quelli più piccoli, sulla sconsideratezza di viaggiare in troppi sullo stesso mezzo. Per evitare il rischio di morire, quei ragazzi dovevano evitare di vivere. Con tutto il dolore che comporta, prendiamone atto.
Ago 17, 2020 @ 13:50:39
Quanto hai ragione amico mio la verità è che dobbiamo ancora imparare ad accettare la morte come parte dell’ esistenza, in altre culture ci sono riuscite noi no!
Per quanto riguarda il preoccuparsi per i figli anche qui hai ragione! E non è necessario che aggiunga altro .