di Irene Auletta
Quando diversi anni fa ho iniziato a scrivere post su questo Blog e a rendere pubbliche, anche attraverso altri scritti, alcune peculiari dimensioni riguardanti la mia genitorialità e il rapporto con mia figlia Luna, non avrei mai immaginato di raccogliere nel tempo echi tanto forti e significativi.
Così ieri, nel corso dell’iniziativa realizzata in occasione dell’International Angelman Day, ancora una volta mi hanno sorpreso gli affettuosi saluti e i riferimenti alle parole raccolte attraverso i miei racconti. Chi ha riferito di un’emozione, chi di un particolare riconoscimento, chi di un senso di condivisione profonda.
Torno a casa con il cuore che trattiene memoria di una giornata che negli anni si è confermata sempre ricca, calda, emozionante. Anzi, ogni anno di più, proprio perché si intensificano le relazioni, si intrecciano le storie e si sostengono quegli sguardi che devono fare un pezzetto di strada prima di potersi incontrare.
L’impatto per me non è mai facile e sovente mi chiedo se dietro a quei tanti sorrisi apparentemente sereni battono cuori che, come il mio, ogni tanto perdono qualche colpo. La normalizzazione delle situazioni, che da una parte rende tollerabili relazioni assai complesse e faticose, dall’altra rischia di produrre un’effetto anestesia che, se non consapevole, può trascinare in un’eterna superficie.
Certo sono autentiche le gioie, alcuni momenti di quiete e un respiro che si fa più leggero nella condivisione ma, al tempo stesso, si amplificano anche le tracce di tante storie che, insieme alla mia, percorrono vie tortuose. E proprio queste riconosco mentre incrocio qualche racconto di vita quotidiana raccogliendo occhi pieni di tante emozioni differenti che, ogni giorno, devono trovare il loro equilibrio possibile per attraversare la vita, accettando sempre di sentirsi un po’ in bilico.
Di normale non c’è nulla e di facile neppure ma, se chiudo gli occhi e ripenso a tanti visi, sento che anche tra le onde ci si può tenere per mano e che il contagio della vicinanza può arrivare come una brezza tiepida, proprio quando ne abbiamo più bisogno.
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