music-786131_960_720di Irene Auletta

Seduta al tavolo dei relatori ascolto le testimonianze di due madri che aprono la serata sul tema del tempo libero nel suo intreccio con la disabilità. Ma come fai a mantenere questa distanza? Come riesci a non far interferire la tua esperienza di madre?

Me lo hanno chiesto molte volte nell’arco degli anni e devo riconoscere che proprio queste domande mi hanno aiutato a trovare quelle risposte che, nel tempo, sono maturate insieme alla mia storia di genitore. Chi si occupa di educazione e di relazioni di aiuto, prima o poi si ritrova a fare i conti con quei fili dell’esistenza che, inevitabilmente, intrecciano la propria scelta professionale. E ognuno, come è capace e come riesce a fare, trova strade possibili per la sua ricerca di equilibrio.

Anche se non ne parli mai direttamente, attraverso le tue parole arriva sempre una carica di emozioni e di profondità, che fanno la differenza, mi dice una delle organizzatrici della serata. Mentre le sorrido per il complimento ti penso e vedo quanta strada abbiamo fatto dal nostro primo incontro.

Le due madri raccontano le esperienze incontrate e attraversate con i loro figli nel tentativo di riconoscere e ritagliare quegli spazi liberi di condivisione, gioco, scambio, conoscenza, esperienza che vengono raccolti nel titolo tempo libero. Le loro parole fanno eco a quelle di molti genitori incontrati altrove, facendo brillare gli occhi di quei presenti che per ora, raccontano la loro storia in silenzio.

Scommesse, prove, sorprese, delusione, ansia, paura e leggerezza si alternano a parlare di quei figli che proprio liberi non saranno mai.

E sono proprio i temi della libertà e del diritto che occupano il cuore della mia riflessione e che coinvolgono senza preferenze figli e genitori, in un’esplorazione culturale che apre porte nuove e che al tempo stesso chiede, ogni volta, di affrontare nuove prove.

Avere un figlio disabile vuol dire, come genitore, perdere in un colpo solo libertà, identità, futuro. Crescere, insieme al proprio figlio disabile, vuol dire scoprire ogni giorno sfumature e possibilità, sue e nostre.

È una storia fatta di ricerca continua e quello della libertà, di essere, di fare, di mostrare, di provare, può essere quel pertugio di luce che pian piano arriva a scaldare i giorni fino a farli brillare … anche di felicità.