di Irene Auletta
Il movimento è iniziato con il tuo inserimento alla scuola per l’infanzia che, come ho scritto altre volte, è stata per te una tra le esperienze più insignificanti e per me tra le più pesanti da sostenere. Ad un certo punto, quel contatto con il mio limite di madre mi ha chiesto di farmi da parte, di mettermi di lato, lasciando passare tuo padre a gestire quel rapporto con le insegnanti per me insostenibile.
Ed eccomi ancora qui, a distanza di oltre dieci anni a pormi la stessa domanda. Che ne dici vengo anch’io all’incontro di restituzione? E subito, di fronte al mio stesso sguardo critico, parto a dirmi perché si è perché no.
Mi sembra che ti sei già risposta da sola, mi dice tuo padre serio. I secondi perché hanno conquistato una vittoria schiacciante e io non posso fare altro che ritirarmi con un sorriso amaro.
Lo so che va bene così e che anche stavolta devo ascoltare quelle risposte chiarissime prima ancora di formularne gli interrogativi. Non sono in grado, sono partita con il piede sbagliato e devo fermarmi per lasciar decantare quel groviglio di emozioni che da settimane sono tornate a bussare alle mie possibilità.
È arrivato di nuovo il momento di farmi da parte e in qualità di madre mi accorgo di come, ogni volta, questo movimento mi ha permesso di imparare qualcosa. Secondo me se non vai gli dai una soddisfazione! Quante volte abbiamo sentito una frase così superficiale a risposta di questioni aperte di ben altro spessore?
Per me non è facile rinunciare ad esserci oggi come altre volte in passato, ma ogni volta, spostando lo sguardo da me a te, ho trovato la soluzione migliore. In questa nostra danza provo, inciampo, riesco e inciampo ancora.
Stavolta, è il turno del passo indietro.
Dic 31, 2015 @ 11:13:11
… Grande donna, grande madre e grande “maestra” di vita… I passi indietro quando serbano lo spirito della necessità di riflettere ammettendo a se stessi che qualcosa non torna… sono sempre delle grandi scommesse! Sono anche ciò di più difficile e faticoso che si possa chiedere ad una donna quando veste i panni di una madre.
Eppure, quando succede, scavati a mani nude gli spessi strati di sofferenza che sotterrano la verità, si incontra ciò che in tutta la sua complessità mantiene viva e vitale quell’azione e il movimento di ritrarsi di cui con la grazia di chi sa toccare le emozioni forti senza invadere, ci fai dono…
Ritrarsi è un farsi da parte particolare, molto poco praticato nella nostra cultura educativa e quando lo si incontra si assapora concretamente tutta l’ambivalenza di cui si compone: non è fuggire, non è mollare, non è arrendersi!
Il farsi da parte sottintende anche un trattenere ciò che di buono e di cattivo dentro di noi spinge e vorrebbe esplodere… per liberare gli ingombri. Ma nel trattenere quella tensione qualcosa si rompe, uno spazio si apre… Forse una fessura… sfiatando, dando aria… affinché l’esplosione si possa trasformare in uno spiffero di vento quello caldo e leggero che porta con sé ciò che incontra seppur contro voglia facendolo spostare ma senza travolgere e rovinare.
Più che una resa è un abbandonarsi con fiducia ad un proprio limite e cedere per poter proseguire.
Ci si fa da parte perché ciò che si ha davanti ha necessità di essere guardato meglio… di essere guardato ancora… è un atto di riguardo.
” ex|cè|de|re
dal lat. excēdĕre, comp. di ex- “fuori, da” e cedĕre “andare, avanzare”.
Dic 31, 2015 @ 11:26:34
Ecco Nadia, sei riuscita a emozionarmi ancora una volta, confermandomi, con le tue parole, che le mie sono arrivate proprio lì, dove speravano di arrivare. Grazie, di cuore!
Dic 31, 2015 @ 12:42:50
Passi indietro….per andare avanti. Un bel paradosso. Forse un po’ più difficile da applicare per il femminile e il materno che si sente chiamato in un certo senso ad essere “sempre presente” in un certo immaginario stereotipato, legato forse ad intendere la maternità come sola cura primaria.
Faticosamente, forse, alcuni passaggi e fatiche nel percorso dei figli aprono davvero, invece, ad una crescita possibile anche del “maternage” e dell’incontro con loro sperimentando nuovi “passi di madre” in più direzioni.