ruggiti del cuoredi Irene Auletta

E ogni volta ci devo fare i conti.

Stavolta non è neppure accaduto in nostra presenza e questo di certo non facilita le cose. Non ci sono considerazioni razionali che al momento mi siano di aiuto e, al contrario, l’eccesso di spiegazioni, interpretazioni, ipotesi non fa altro che alimentare quel ruggito che nasce dalla pancia e che negli anni sto provando a domare.

Ti sei fatta male. Non mi importa come, quando e perché ma solo che non sei stata compresa e, mentre soffrivi senza riuscire a farti capire io non ero lì, vicino a te per provare ad aiutarti. Quando sono arrivata a prenderti i suoni intorno a me sono diventati immediatamente ovattati e il desiderio di portarti via al più presto di certo non mi avrà fatto brillare di simpatia. Così, per usare un eufemismo!

In alcuni casi è difficile far capire che tutte le parole dovrebbero essere sospese perché non c’è posto per contenerle e io, in tali occasioni, ho urgenza di silenzio. Appena ti vedo capisco subito che ti sei fatta male e che la tua apparente ostinazione a collaborare in realtà è solo un segnale per chiedere aiuto e per comunicare quello che ti è accaduto. Com’è facile di fronte ad una ragazza come te farsi travolgere da tante altre interpretazioni e come, ancora una volta, le tue impossibilità comunicative trasformano un episodio normale in una vicenda assai complessa.

Arrivate a casa piangi forte e mi pare di ascoltare dolore, rabbia, paura. In questo siamo uguali perché anche le mie lacrime di compagnia sono esattamente delle stesse tinte. In me non c’è pensiero quieto, ma una furia primitiva che ogni tanto viene a salutarmi forse per ricordarmi che è sempre lì, anche se riesco a contenerla meglio.

La tua insegnante Feldenkrais ha il grande potere di tranquillizzarci e sapere che quello che è accaduto non ha recato conseguenze gravi mi restituisce respiro. Vederti seduta sulla sedia a rotelle ogni volta mi fa sentire un pizzico alla pancia, anche se tu ridi beata di quella postazione che ti restituisce la possibilità di muoverti, in qualche modo. Dopo solo pochi giorni ho già nostalgia di quando ti rincorro per casa mentre, soprattutto per attirare l’attenzione, travolgi ogni cosa che incroci al tuo passaggio.

Deve passare ancora un po’ di tempo perché la burrasca nella mia anima si acquieti e, nel frattempo, abbiamo aggiunto un altro pezzetto al puzzle della nostra storia.

Essere tua madre, per me, non può essere che questo.