Che fai ci vieni a prendere in stazione? Solo se puoi però … va bene?
Arrivare alle sette di mattina a Milano potrebbe voler dire per tanti scegliere di prendere un taxi per raggiungere la propria destinazione. Ma non per voi che appartenete a quella generazione che viaggia un po’ sfasata tra ieri e oggi.
Quando arrivo vi vedo subito li in attesa. Due anziani e mamma un po’ di più. Mi fate lo stesso effetto ogni volta che vi incontro dopo una pausa di tempo e forse accade lo stesso a tutti i figli adulti con i loro genitori, sempre più maturi.
Mi pare ogni volta che sfilino a confronto diverse immagini e quella del presente ci mette spesso qualche secondo per mettersi a fuoco. Siete i miei genitori e dentro di me le vostre espressioni e i vostri visi scorrono nel tempo, soffermandosi su alcuni più radicati nella memoria e che non sempre corrispondono esattamente alla fotografia del presente.
Avete fatto un buon viaggio? Siete stanchi? Iniziano i racconti che si alternano alle domande e subito quelle sulla nipote occupano la scena, riuscendo ogni volta a scaldarmi il cuore. Fate quello che riuscite nei confronti di questa vostra unica nipote un po’ ufo che spesso comprendete più di quanto appare nelle vostre relazioni con lei, a prima vista goffe. Siete la conferma che l’amore colma ogni lacuna e fa lo sgambetto alle incertezze.
Guardo mio padre dallo specchietto retrovisore. Vedo quegli occhi verdi che non ha lasciato in eredità a nessuno di noi brillare di quella luce celata per tanti anni dagli affanni della vita e da quell’espressione austera che oggi viene sostituita tante volte da una dolcezza inattesa.
Ti sei alzata presto? Sei stanca? Grazie per essere venuta a prenderci.
Giunti a destinazione, vi guardo allontanarvi verso quella vostra casa milanese che abitate a mesi alterni e che vi vede ancora viaggiatori tra nord e sud.
Prima di correre alla mia vita di madre che mi aspetta a casa, trattengo negli occhi di figlia il vostro saluto e il sorriso stanco pensando che avrei attraversato la città anche di notte per non perdere questo momento.
Gli anni sono volati nella nostra storia e questi sono i giorni del tramonto. La loro luce e la dolce malinconia che li accompagna non hanno prezzo.
Torno a casa cantando.
Mar 13, 2015 @ 23:03:47
Mi sono commosso leggendo queste parole! Grazie Irene.
Mar 14, 2015 @ 08:36:02
Bello il riflesso di emozioni … come le mie mentre scrivevo!
Mar 14, 2015 @ 07:49:45
Hai dipinto.
Hai tessuto una tela.
Ed è immensa la trama.
Jill scott – not like crazy
Mar 14, 2015 @ 08:37:09
grazie … emozioni e poesia a braccetto
Mar 14, 2015 @ 08:07:27
Commossa dal tuo dire irrimediabilmente volgo il pensiero a mia madre e a tratti quando lo sguardo mi permette di guardare oltre alla ferita, vedo. Ed é sollievo.
Mar 14, 2015 @ 08:36:33
cara Nadia…. e il resto lo immagini….
Mar 14, 2015 @ 09:17:21
Intrecci d’amore! Che commozione…leggerti e’ come seguirvi in questo viaggio tra le sue diverse emozioni.
ed e’ come ricevere un grande abbraccio di vicinanza. Grazie
Lo porto da leggere a mamma Franca…
Mar 14, 2015 @ 09:24:36
grazie Luigina … un abbraccio carissimo a te e uno delicato e discreto per mamma Franca che nel tempo è diventata una lettrice “complice” dei nostri scambi