madri antichedi Irene Auletta

Conosco questa signora da circa quattordici anni e già all’epoca del nostro primo incontro suo figlio era morto da molti anni. Mi ha sempre colpito, nel suo racconto di ieri e di oggi, quella memoria che riemerge ogni volta emozionata come se la perdita di quel suo primogenito fosse avvenuta solo poco tempo prima.

Quando un figlio ha male a un dente la madre sente male al cuore … o almeno per me è così. Dici che per le altre madri e’ diverso? Sarà che ho perso un figlio ma il dolore e’ sempre li come il suo posto nel mio cuore che nessun altro può invadere. Per voi madri moderne e’ diverso? Dico male tesoro?

Con quella esse aspra tipica dell’accento abruzzese che rende speciale il suo “tesoro” la signora Wanda mi commuove sempre perché so che mi guarda con occhi speciali ogni volta che si rivolge a me esclamando eh … noi mamme!

Parliamo mentre lei si dedica ad impastare le sue impareggiabili frittele, commentando il coraggio di una giovane madre che lei conosce da quando era bambina e che, dopo una difficile infanzia, ha avuto il primo figlio gravemente disabile senza rinunciare ad altre due successive gravidanze che le hanno fatto incontrare due splendidi bambini sani. Da qualche anno questa donna la conosco anch’io. Ci salutiamo timidamente, incrociandoci in spiaggia, a volte solo un un sorriso complice che ci sa vicine in un destino simile.

Mi sembra però che noi mamme, quando attraversiamo certi dispiaceri, rimaniamo per sempre tristi, al di là delle altre gioie che possiamo incontrare nella vita.

Non lo so Wanda come sono le altri madri ma io, che potrei essere tua figlia, mi sento molto vicina al tuo sentire, alla tua rinnovata commozione dopo anni dalla perdita e ai tuoi occhi sempre pieni di lacrime quando nomini il tuo figlio adorato scomparso. Ogni madre può vivere in modo diverso il rapporto con i propri figli e, ogni madre con un figlio malato o disabile, può trovare le sue vie per incontrare la vita e ciò che le ha riservato.

Luce e ombra, zucchero e sale, tristezza e speranza. Io sono così, forse decisamente all’antica.