Negli ultimi dieci anni le sale cinematografiche che proiettano cartoni animati, hanno subito vere trasformazioni antropologiche visibili agli occhi del comune spettatore che abbia avuto la pazienza di seguirne l’evoluzione. Se da una parte sono sempre più presenti adulti o ragazzi appassionati del genere, la netta maggioranza è composta da adulti che accompagnano i loro figli che negli anni, sono diventati sempre più piccoli. Una volta, anche come tecnico, sconsigliavo ai genitori l’esperienza prima dei cinque o sei anni e per alcuni bambini era necessario anche andare oltre perchè apparivano disturbati da un’esposizione per loro troppo precoce.
Quando al figlio del protagonista, un giovane e impacciato cavernicolo, accade una certa cosa, il signore seduto dietro di noi che non smette un secondo di commentare quasi fosse comodamente sdraiato nel salotto di casa sua esclama, vedi cosa ti dice sempre papà, si impara dall’esperienza!
Vabbè, sta disturbando da un po’ però almeno fa un commento educativo di tutto rispetto. L’illusione dura pochissimo perchè mi accorgo che alle mie spalle saltella, piagnucola e protesta, un bimbetto di non più di tre anni che dopo circa quindici minuti dall’inizio del film non manca di mostrare tutti i segnali di disagio possibile, rispetto ad una situazione di certo non a sua misura.
Del resto nella sala si possono osservare parecchie situazioni analoghe. Bambini che piangono, che saltano tra le poltrone creando imbarazzo e fastidio agli altri spettatori, genitori che spesso sono costretti ad uscire e altri ancora che si arrendono uscendo dalla sala a metà proiezione.
Tornando al bambino di poco fa, ha passato tutto il secondo tempo a saltare per le scale, spesso rincorso e richiamato dal padre, con un immancabile succhiotto che ha tenuto in bocca per tutto il tempo. Se solo si guardassero e ascoltassero più spesso, i bambini ce la mettono tutta per inviarci segnali di aiuto.
Da uno a dieci, dimmelo quanto ti è piaciuto?
Per fortuna il film è terminato e questa è l’ultima frase che riesce a raggiungermi del fastidioso signore che ho cercato di ignorare per tutta la durata del film, senza riuscire a volte a nascondere il mio fastidio e, in parte, il dispiacere nel vedere adulti così smarriti e confusi.
Scorrono i titoli di coda, accompagnati da una forte musica mentre una bambina che sembra ancora incerta sulla gambe, si esibisce in una danza scatenata con tanto di movimento di bacino, quasi a imitare i movimenti sensuali che spesso scorrono sugli schermi televisivi.
Ci guardiamo noi tre. Vuoi dire che alla fine i più normali sembriamo noi?
Ridiamo della tua battuta e ridiamo guardando nostra figlia che sembra divertita e assai incuriosita da alcune delle bizzarrie che ci circondano. Così è la vita.
Mar 25, 2013 @ 15:34:58
L’ascolto… già. Perchè oramai sembra essere diventato così difficile ascoltare i nostri piccoli… con mio figlio Lorenzo, 10 anni, da molti anni condividiamo l’esperienza del cinema. Provata e poi rimandata perchè non era il contesto adatto. Il cinema è diventato poi un nostro appuntamento fisso, con la ricerca del film adatto. Una scelta condivisa. Ed è sempre un’esperienza bellissima nel vedere la sua emozione e il suo stupore.
Ma sempre più aspettiamo a situazioni di “adulti accompagnati da bambini” e non viceversa… con bambini spesso disinteressati a ciò che vedono. Mi chiedo sempre perchè? Forse perchè per me il Cinema rimane un’esperienza intellettuale ed emozionale forte, una passione che voglio condividere con Lorenzo… Il quale lui stesso rimane stupito nel vedere piccolissimi inghiottiti a loro volta da giganteschi barattoli di pop corn. Così è… Tanti Peter Pan incapaci di ritrovare il loro ruolo.
Mar 25, 2013 @ 19:45:44
Vero Francesco,
il bello dell’esperienza dovrebbe essere proprio quello che descrivi nel tuo commento. Per fortuna, tanti ci riescono ancora!
Mar 25, 2013 @ 16:01:48
E’ solo uno dei tanti momenti in cui si vede l’incapacità degli adulti di relazionarsi con i bambini ai quali non sanno proporre altro che situazioni passive da spettatori o da oggetti da “animare”. Così come vivono loro il tempo libero durante il quale la cosa migliore che riescono a pensare è frequentare luoghi in cui animatori dicono loro cosa fare.
Mar 25, 2013 @ 19:47:51
Questa è tra le cose che più mi dispiace tenuto conto che, tante delle meraviglie che molti genitori possono godersi a me sono comunque precluse… Si sa, chi ha il pane….
Mar 28, 2013 @ 13:44:49
hai detto bene Irene. Comunque..tornando a ciò che ha scritto,..mi vengono in mente le tante volte, che mio padre da piccole, ci ha portato a vedere film che sinceramente…facevano piacere solo a lui (erano film di Bud Spencer e Terence Hill), ed era un modo come un altro, per tenerci un poco lontane da mamma che pure lei, aveva sempre tanto da fare. Ci comportavamo come i bambini che avete visto, andavamo continuamente in bagno, ci agitavamo sulla sedia, ci scambiavamo posto continuamente, ma lui…no, era solo attratto dallo schermo., ogni tanto..ci accontentava con film della Walt Disney, ma quelli, erano altri tempi, regnava anche l’ignoranza tra le famiglie, i figli venivano ascoltati poco, specialmente dai papà perchè sempre al lavoro e stanchi, ma…adesso??? Le cose dovrebbero essere diverse, o no? Invece…per alcuni genitori, sembra tutto uguale, sono rimasti all’educazione ricevuta ai loro tempi. Non per me (meno male per nostra figlia), l’ho portata in sala cinematografica, quando era pronta, e a vedere film adatti alla sua capacità di recepire ciò che avrebbe guardato, ma dietro, c’è stata prima tutta una preparazione a casa, (facendole vedere film di animazione), per osservare meglio il suo comportamento, le sue reazioni, (questo per evitare di uscire prima dalla sala, senza aver guardato tutto il film perchè disturbava, o essenzialmente, per evitare che lei si stancasse o si agitasse alla presenza di molte persone).Quando ci siamo accorti che stava composta, senza mostrare segni d’insofferenza, per il prolungarsi della posizione seduta, e che il suo non era un osservare passivo, ma partecipava, mimando le parole o le situazioni che conosceva, battendo le mani o ridendo al momento opportuno, allora abbiamo deciso di provare questa esperienza, che si protrae ormai da molti anni, divertendoci ogni volta sempre di più. Eppure…ogni volta, mi dico sempre…secondo me…sono gli altri fuori posto. E poi…i nostri figli vengono a volte (da persone ignoranti) classificati anormali…boh.
Mar 29, 2013 @ 09:07:10
La cosa strana, ma al tempo stessa importante e di valore, è che le domande e la “preparazione” che con cura e attenzione noi abbiamo riservato alle nostre figlie, dovrebbero valere per ciascun bambino, quando affronta un’esperienza nuova. Succede spesso che la difficoltà affina le capacità di attenzione e da questo punto di vista penso proprio che altri genitori perdano, in occasioni come queste, importanti occasioni per crescere e per capire.
Noi, per fortuna, no.
Apr 02, 2013 @ 17:09:54
hai ragione Irene, la stessa preparazione, dovrebbe essere fatta per ciscun bambino. Noi lo facciamo, perchè curiamo oltre al corpo, soprattutto la mente.dei nostri figli.