di Irene Auletta

In questi giorni mi circondano commenti, riflessioni, battute intorno a due testi che, in modo molto differente mi sono vicini.

Con occhi di padre di Igor Salomone, oggi in uscita, nella sua terza edizione con testi inediti e Zigulì di Massimiliano Verga al suo esordio.

Conosco gli autori e conosco i figli di cui parlano, quando si raccontano come padri.

Mi immagino questi due testi a confronto, intenti a parlarsi tra di loro e a raccontarsi storie di padri che vivono in comune l’esperienza con un figlio disabile.

Me li immagino incontrarsi su alcuni sentimenti e pensieri ed essere invece molto distanti rispetto ad atri. Più che distanti diversi, come l’esperienza che ciascuno narra di figli visti attraverso i loro aspetti che, diversamente, li caratterizzano.

Si, perchè l’espressione diversamente abile l’accetto solo se chi parla è disposto a presentarsi come “abile uguale a tutti gli altri” …. altrimenti non credo mi possa dire nulla di nuovo o di interessante.

Vale per i figli e vale per i genitori.

Igor e Massimiliano hanno scritto due libri che possono rappresentare una grande ricchezza per chi li riesce a incrociare dando valore alle differenze e agli sguardi complementari.

Il testo di Massimiliano mi ha fatto l’effetto che ho provato a una mostra che esponeva immagini dell’Olocauso. Un pugno nello stomaco. Diretto, immediato, forte, anzi fortissimo.

Leggere il libro di Igor mi ha invece ricordato le mie nuotate, il piacere di guardare i fondali con la maschera e di scoprire mondi inattesi, accompagnata da un respiro che a volte si fa corto per la sorpresa e a volte torna quieto per ciò che lo sguardo riesce a intravedere e a scoprire.

“Ti piace più il primo o più il secondo?” Impossibile rispondere, troppo diversi e troppo diversa la mia storia con loro.

Però penso di poterli consigliare entrambi, come possibilità di far nascere un nuovo dialogo “a tre”, insieme al lettore che avrà voglia di guardare foto e di immergersi nel mare.