di Irene Auletta
Dove vai figlia mia quanto ti perdi nei tuoi mondi a me sconosciuti? Dove vado io quando attraverso i miei sentieri misteriosi?
Viaggiatrici toste ma in affanno stiamo vivendo tempi difficili e ognuna di noi due, per le sue vie, cerca soluzioni per affrontare tempeste e schiarite.
I nostri viaggi in auto sono da sempre un’occasione per perdersi e ritrovarsi e ogni martedì ci aspetta il prima e dopo piscina che riempiamo di silenzi con tante chiacchiere di intensità. Con il cuore pesante alcune settimane fa ti ho raccontato che la nonna si è addormentata per sempre.
Ho fatto riferimento allo stesso linguaggio che anni fa ci aveva aiutato di fronte alla morte della nostra gatta. Ti aveva accolto alla nascita, in casa, annusando la placenta e da allora ti ha protetto come sua cucciola fino alla fine. Avevi accettato di accarezzarla nelle sue ultime ore di vita ma, appena morta, ti sei rifiutata categoricamente di avvicinarti. Luna, ti ho detto, la nostra Mimi’ si è addormentata per sempre e tu sembravi aver capito benissimo.
E ora, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore dolorante, mi chiedo se riesco a raggiungerti. Non ti nascondo il mio pianto perché so che quando arriva lo senti, ma provo a trasformarlo, come ci ha insegnato la nonna, per renderlo più leggero. Hai già tanto peso da portare nel tuo zainetto e purtroppo negli ultimi anni la vita ha aggiunto ancora qualcosa da portare insieme.
Mentre a volte sembri davvero altrove, altre vedo e sento i tuoi occhi profondi che mi cercano e mi scrutano, insieme a quella ricerca di contatto che ci tiene strette nel nostro incontro d’amore a prenderci cura l’una dell’altra.
Senti Luna, ti ho visto tuffarti, sei davvero coraggiosa … Non vedo l’ora di nuotare con te e di divertirci insieme in acqua a farci gli scherzi!
In acqua le tue enormi difficoltà motorie diventano morbide e il tuo viso felice racconta l’esperienza di quella fluidità per te assai difficile nella gravità. Osservo la stessa leggerezza ogni settimana dopo la tua lezione Feldenkrais che, nel nostro ritrovarci, mi coinvolge in quella tua camminata addolcita, quasi a compiere insieme passi di danza.
Così ogni volta, grazie all’esperienza che passa dal corpo, provo a stare con te nelle piccole leggerezze ritrovate e possibili e, cercando di gustarmi questi momenti preziosi, chiedo aiuto alla terra di radicarci forte e a quell’indelebile sorriso abbracciato al mio cuore di continuare a illuminarci la via.
Sempre, sempre. Nelle dolorose cadute e nei nostri fantastici voli.
C’est la vie mon amour!



