Tempo di gite

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di Irene Auletta

Maggio è il tempo delle gite scolastiche e genitori e insegnanti lo sanno molto bene! Chi vive un’esperienza di genitorialità come la mia molto spesso rimane ai margini di queste esperienze e, ritrovarsi nella cosiddetta normalità, ogni tanto mi crea quasi un piccolo senso di spaesamento.

Stamane gita con il gruppo del Centro TMA. Appena ti svegli e te lo ricordo, come accade spesso, passi direttamente dal letto alla porta di casa, senza passare da nessun via. E così inizio a ricordarti che non puoi uscire in pigiama e ti coinvolgo anche nella preparazione dello zaino e della tua immancabile borsa frigo che, in quanto celiaca, ti protegge dal rischio di cibo per te non adeguato.

Sono mesi che non tremi più al mattino ma stamane sembri una foglia travolta dal vento. Provo a controllare i pensieri che mi nascono spontanei. Ma cavolo proprio oggi? Una cosa un po’ più facile no? Mi accorgo che questi pensieri rischiano di rovinare la preparazione e così chiedo al vento forte, già che c’è, di portarseli via. Non so come, accade.

In macchina sei molto contenta ma al tempo stesso assumi la tua espressione seria di quando hai intuito che sta per accadere qualcosa di bello e importante, ma ancora non sai bene come rappresentartelo. Cantiamo fino al Centro e, arrivando in anticipo, ci gustiamo il cerchio di sedie all’aperto che attende il gruppo e che già parla dell’accoglienza per una giornata non ordinaria.

Ti saluto e ti guardo a distanza sempre in compagnia di quel sentimento misto di tante sfumature che ormai è un fedele compagno di viaggio.

Ma possibile che ancora ti emozioni a salutare tua figlia venticinquenne? 

Quando nel pomeriggio ci ritroviamo guardiamo video e foto della giornata e insieme ci gustiamo le tracce della bella esperienza. Saperti felice e curiosa a distanza e lontana da me mi riempie il cuore e forse oggi la mia emozione mi ha raccontato storie un po’ differenti.

Tu impari, io imparo. Qui non ci si annoia mai.

Crociere low cost

5 commenti

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Eccoci sull’autobus. La 91. Detta anche Circolare destra, o sinistra, non riesco mai a ricordare. Anche perché se é una circolare mi sfugge la logica destra/sinistra. Tocca di inventarsi tutto con Luna, l’ho già detto, e di quel tutto il 90 per cento non é adatto a lei. Ho già detto anche questo.

Giornata uggiosa. Sembra sia lí per piovere, poi esce un occhio di sole, comunque bigio tutto: l’umore, il tempo, i riflessi del corpo. Niente gita, che il più delle volte salva la giornata weekendina. Speri che tv a gogò e fotogallery di vacanze familiari sparate sul 42 pollici bastino. Ma non bastano. Un sabato puô essere fottutamente lungo.

Sai cos’é Luna? Tra qualche giorno compi quindici anni. E io dovrei essere a casa in ansia, tu fuori con le amiche chissá dove, preso tra un film e un libro, in attesa del tuo ritorno. Invece tua madre e io ci siamo detti che dovevi uscire. Dove e a far che é giá un problema, ma alla fine é un problema piú grosso stare rinchiusi tra il divano e la cucina, dunque tanto vale vestirsi e andare. Poi si vedrà.

Eccoci sull’autobus. La 91. Detta anche Circolare perché fa il giro di Mlano, chissenefrega se a destra o a sinistra. Ed é da quando siamo saliti, anzi da prima, che ridi guardando tutto e tutti. E tutto e tutti ti sorridono, perché é impossibile resisterti quando sei felice. 1 euro e 50 di felicità, per me perché lei non paga. A volte la felicitá puó essere molto a buon mercato.

Viale Jenner. Saremo si è no a un terzo del nostro giro. Tranquilla Luna la nostra crociera urbana é ancora lunga. Hai tutto il tempo per godercela. È un refuso, stavo per correggerlo. Ma alla fine va bene così.

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