di Irene Auletta
In questi ultimi mesi complessi, come molti di noi, ho ascoltato e accolto tanti commenti e preoccupazioni e, mentre il mio sguardo e le mie parole si esprimevano in una certa direzione, dentro di me sentivo soffiare lontano un non detto. Pian piano quell’eco si è avvicinato sempre di più. Mesi difficili, vero ma… Momenti critici, vero ma… E poi quel ma è tornato amico nella pausa estiva.
Due settimane di notti pesantine, tutta una serie variegata di piccoli e grandi fastidi e infine, negli ultimi giorni, l’ennesima sorpresa. Pronti per il mare ti vedo con gli occhi un po‘ lucidi. Eccola di nuovo quest’anno, come accade tutti gli anni in vacanza, la febbre ancora ci mancava. Lo so che questa e’ la tua salute ma ogni volta ci rimango un po’ male. In oltre vent’anni ho perso il conto degli impegni saltati e delle occasioni perse, dei giorni bloccati a casa (per non parlare di quelli in ospedale!), dei piccoli o grandi malesseri che ogni volta si inventano qualcosa di nuovo per darmi pizzichi al cuore.
Insomma, noi viviamo da tempo con questi “imprevisti” e l’unico modo per non soccombervi e’ stato farseli amici. E allora quel ma silente dei mesi scorsi, si è rivelato con chiarezza non certo come un sottovalutare o non accogliere seriamente i commenti e gli stati d’animo altrui, ma un modo per prenderne distanza, per guardarli sempre da un’altra prospettiva, provando a restituirgli un differente tono e respiro.
Pochi giorni fa, nel viaggio di rientro a casa dalle vacanze mi ha raggiunto un messaggio molto triste. Un’amica e collega di vecchia data, da tempo con seri problemi di salute, è morta quella stessa mattina. Con Antonella abbiamo vissuto insieme tante esperienze, professionali e personali. Difficile pensare a due persone più diverse ma questo aspetto è stato per tanti anni una nostra ricchezza. Poi la vita sovente allontana ed entrambe le nostre, probabilmente, hanno presto strade non semplici da seguire. Eppure la notizia della sua morte mi ha subito fatto nascere il bisogno di raccogliere il nostro incontro, il cui filo d’affetto non si è mai interrotto, per poterlo raccontare, principalmente a suo figlio, ormai giovane uomo.
Ho trovato una bellissima foto con lei e mia figlia piccola e subito l’ho condivisa con lui, per trattenere insieme un sorriso pieno di gioia in un loro momento di gioco.
Dal momento della notizia penso spesso a cosa possiamo imparare anche da questi incontri e storie che ci attraversano, lasciandoci tracce che molto spesso rimangono ben custodite negli scaffali della nostra memoria. Ma la morte, possiamo davvero pensarla come un’imprevisto o una sfortuna oppure, ancora una volta, come una sferzata della vita che ci rammenta il rischio di sprecare tempo prezioso facendo conteggi errati, perdendo così l’occasione di imparare e insegnare le sfumature dell’esistenza?
Per trovare la foto che avevo ben in mente, ci ho messo oltre un’ora ritrovandomi invasa da tantissimi altri ricordi. Tanta vita mi è sfilata davanti agli occhi in immagini che hanno risvegliato ricordi di tutti i colori.
Una danza di emozioni fortissime ha continuato ad alternare gioie e dolori, timori e speranze, paure e nuove possibilità, vita e morte. La vita è davvero una bella sfida e ancora oggi, guardando il sorriso in quella foto, mi tengo stretto questo pensiero insieme al tuo ricordo e alle parole che ci siamo scambiate negli ultimi mesi di ritrovata vicinanza.
Sei tanto forte e hai molto da insegnare, mi hai ripetuto molte volte e allora, con tutta la forza che ora riesco a raccogliere, ti auguro buon viaggio Anto!
Ago 28, 2020 @ 10:59:26
Buongiorno,
come promesso riesco ora ad inviare le foto dei fiori -i miei primi – che volevo mostrare a Luna.
Questo impegno e appuntamento è stata una delle cose migliori e soddisfacenti di questo periodo, “misura comune e nodo essenziale di azioni diverse”, come dice Saint Exupery. Ogni giorno c’è stato questo incontro a distanza mentre guardavo crescere e maturare, prima gli steli poi i boccioli.
Per me una novità .
Nelle foto si è “intromessa” anche Nenna, la più giovane della famiglia.
Ultima cosa: ho imparato che il fiore giallo è una varietà di girasole, fiore che piaceva a mio padre napoletano, tipica della zona est del veronese.
Un caro saluto
Roberto
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Ago 28, 2020 @ 19:29:20
Buongiorno Roberto l’idea è bellissima ma purtroppo i fiori non li vedo …. Ci può riprovare oppure indicarmi come ritrovarli? Grazie in anticipo.
Ago 28, 2020 @ 15:59:19
Se l’Antonella di cui parli e quella che ho conosciuto anche io mi commuove e colpisce tristemente la notizia e mi sento di dire a mia volta con emozione buon viaggio Anto
Ago 28, 2020 @ 16:35:08
Si Marina … proprio lei, tristemente
Ago 28, 2020 @ 17:32:10
Grazie Irene per avermelo fatto sapere, la terrò nei miei pensieri
Ago 28, 2020 @ 17:33:56
Grazie Irene per avermelo comunicato, la terrò nei miei pensieri