di Irene Auletta

“Oggi abbiamo lavorato su alcuni movimenti e Luna ha assaporato la dolcezza dell’alzarsi da terra e del riabbassarsi per sedersi nuovamente”.

Come potrei non apprezzare questo metodo che restituisce alla riabilitazione un carattere che sovente sa di poesia? Ogni volta, osservarti insieme ad Angela, la tua storica insegnante Feldenkrais, mi conferma l’unica direzione per me possibile.

In realtà, da sempre, tu non sei subito molto disponibile a mostrarmi quello che hai sperimentato nel corso della tua lezione e al contrario, appena arrivo a prenderti, sembra divenire urgente il tuo bisogno di andare via da quella situazione.

Poi però, oltre ad avere una fiducia cieca in Angela che da qualche anno e’ diventata anche mia insegnante, mi stupisco sempre di come gli effetti della lezione si mostrino già al rientro a casa e nei giorni successivi. Per un corpo con “goffaggine motoria” gustarsi la dolcezza del movimento e’ un dono assai speciale.

E così, mentre ti racconto che in questi giorni per me un po’ difficili sei proprio riuscita ad aiutarmi e che ce la siamo cavata anche in assenza di babbo, mi guardi negli occhi e con una mano mi sfiori la guancia. Un attimo veloce e delicatissimo che lascia il calore di una carezza appena accennata e attesa da sempre.

La dolcezza assume le forme possibili per ciascuno di noi e oggi questo segno ha reso possibile un sogno. Mi basterà per la vita.