di Irene Auletta
Scendiamo a prendere il pulmino che ogni mattina passa a prenderti per accompagnarti al centro diurno che frequenti e stamane riusciamo a farlo con netto anticipo proprio per evitare attese anche a chi aspetta, dopo di noi, lo stesso passaggio. Di solito siamo gli ultimi e quindi anche un piccolo ritardo lo viviamo con più serenità ma in questi giorni è cambiato il giro.
Forza Luna non possiamo arrivare tardi e secondo me già ci aspettano giù! Rituali del mattino che conoscono bene i genitori dei bambini piccoli e che per noi rimangono un costante appuntamento con il nuovo giorno che inizia.
Grazie signora per essere così in anticipo purtroppo in questi giorni che la collega è in ferie abbiamo dovuto anticipare di cinque minuti. Spero proprio che non vi abbiamo creato problemi. La gentilezza dell’autista che continua a scusarsi mi colpisce così come quella della sua collega incontrata per tutto l’anno. Persone attente, cordiali e sempre disponibili ad un sorriso.
Lo racconto sovente degli incontri belli e delle tante persone positive che abbiamo incontrato in questi anni insieme a te. Forse abbiamo imparato, e lo facciamo ogni giorno, a non farci troppo toccare da quella facile critica, accompagnata da un costante malcontento, ormai male incurabile dei nostri giorni.
Penso alla lezione Feldenkrais di qualche giorno fa e a quel lavoro che ha coinvolto bocca e mascella, spesso tirati o serrati nell’incontro con il mondo. In quel percorso di ricerca di morbidezza del corpo trovo ogni giorno vie possibili per relazioni gentili.
Può essere, figlia mia, che quella bocca morbida a volte non perfettamente chiusa evochi tanto facilmente il tuo ritardo. Ma quando è pronta a schiudersi in un sorriso è contagiosa e, per chi lo sa cogliere, diventa un buongiorno che profuma di primavera.
Rispondi