pieno-di-bellezzadi Irene Auletta

Poi ci sono quei momenti in cui il tempo rallenta e il pomeriggio si riempie di incontri, di pensieri, di ricordi. Con mia sorella decidiamo di andare a fare visita ad una cara zia rimasta di recente vedova.

Mentre ci viene incontro per accoglierci la sua immagine si sovrappone a quella di sua madre a noi altrettanto cara, Zia Stella. Il tempo passato ci fa questi scherzi e così, mentre lei ci chiama ancora ragazze, io ritrovo nel suo sguardo maturo e nel suo modo di esprimersi quella stessa persona che tante volte ha ascoltato i miei commenti di bambina e il mio mare in tempesta di adolescente.

In un attimo ci ritroviamo a passarci un magico filo su cui infiliamo racconti, aneddoti, impressioni e ricordi a cui si intreccia il tema della mancanza di chi ci ha lasciato da pochissimo o da più tempo. A volte ci sono le parole e altre solo sguardi che si cercano per dirsi di quel dolore, di quella nostalgia ma anche di quelle gioie condivise e di quelle vicinanze che nel tempo si ritrovano come se non si fossero mai allontanate per tanto.

La profondità dei nostri scambi è tale che a momenti devo ricordarmi che sono una donna adulta e non più quella ragazzina che tante volte ha chiesto Zia Marisa cosa ne pensi?

E lei ci regala racconti di nostra madre giovane descritta così bene che subito la vedo camminare per il paese, con quel vestito bianco a fiori e i capelli raccolti in una coda di cavallo che nel suo movimento esprime tutta la vitalità di quella sedicenne che neppure poteva immaginare che sarebbe diventata mia madre. Vostra madre è stata proprio una bella madre e non dico brava volutamente perché bella, per me, è molto di più!

E poi i ricordi di noi piccole e di mia figlia di pochi mesi che ha ingannato anche lei. Appena l’ho vista ho pensato subito che non poteva che essere tua figlia con tutta quell’energia … chi avrebbe immaginato? E così passano le ore raccolte in uno spazio che diventa caldo di tante emozioni tra occhi lucidi e risate, tra mani strette e sorrisi di grande affetto. Mentre ascolto mia zia parlare capisco perché l’ho sempre riconosciuta tra le persone che hanno lasciato dentro di me tracce indelebili capaci di insegnarmi a incontrare la vita. E lei sembra saperlo in quella stretta con cui ci salutiamo, nei nostri occhi pieni e in quel ringraziamento ripetuto di un pomeriggio che è stato un dono prezioso.

Tornando a casa ti chiamo mamma e ti racconto di te, di quel vestito a fiori, di quei tanti pomeriggi passati insieme con le Zie e parliamo di come entrambe le ricordiamo importanti e capaci di aiutarci in un delicatissimo momento della nostra vita. E tu, come sovente accade, mi stupisci dicendomi che le persone belle rimangono sempre vicino al cuore e bisogna mantenerle preziose nel ricordo. Che dici ‘a mamma?

Poi, ci sono quei momenti in cui il cuore fa il pieno di vita ….