di Irene Auletta

Quindi anche sua figlia quest’anno sta facendo gli esami di maturità? Domande buttate lì, tra quasi estranei, che ogni volta mi pongono di fronte ad un bivio. Faccio finta di nulla e rispondo in modo evasivo, oppure? Oppure.

Reduci da una piccola ennesima prova che hai dovuto affrontare, e noi con te, ogni volta mi accorgo ti quanto sei cresciuta, del tuo coraggio e della forza che metti tenacemente nel modo di incontrare la vita. Tu che continui a insegnarmi a vedere il bello tra le ombre, a non perdere occasioni per sorriderci e dare valore a ciò che non può mai e poi mai essere dato per scontato.

Così, come è quasi impossibile aiutarti a prefigurare quanto ti sta per accadere, allo stesso modo il tuo vivere nel presente diventa una possibilità per lasciarsi alle spalle, forse più velocemente, fatiche e momenti difficili. Quante tracce rimangono dentro di te di quello che attraversi? Non lo saprò mai, ma oggi riesco anche a dirmi che non importa, perché questa è la tua storia.

In questi giorni raccolgo commenti su una nostra foto. O meglio, su un’immagine di un tuo profilo vicino alle nostre mani intrecciate. Parlano di madri e figli, del legame forte e di quel patire tutto femminile di fronte alla fragilità di un figlio. Ed è proprio questa la storia delle madri e ognuna, nella sua cornice di vita, lì impegnata a dipingere il suo quadro, ai suoi occhi unico e speciale.

Per me, essere tua madre vuol dire ogni giorno sentirsi un po’ meno originale e cogliere un battito all’unisono che posso condividere con molte altre donne. Madri o non madri, con figli grandi o piccoli, con figli disabili o senza alcuna difficoltà. Proprio questo ho sentito forte nei messaggi ricevuti in questi giorni e nei pensieri di vicinanza che ci hanno fatto compagnia.

Volersi sentire a tutti costi speciali o pensarti così, fa parte di quella storia passata che mi vedeva a cercare nella matassa dolorante di ciò che non sarebbe mai stato, qualche filo risplendente di luce che in realtà rischiava di allontanarmi da ciò che sei. Oggi, essere tua madre vuol dire costruire ogni giorno una nuova possibilità , andare alla ricerca di fonti di forza per potertene fare dono, non perdere occasione per gustarsi la bellezza, vivere l’allegria per continuare a insegnartela.

Ma più di ogni cosa e sopra qualsiasi altra, esserlo vuol dire che tu, e solo tu, sei mia figlia. Tra orgoglio, amore e dolore. Sempre.