Qualche giorno fa, in un incontro di formazione condotto insieme ad una collega non italiana, rimango colpita da una definizione che utilizza per raccontare di come, anche nei servizi per la prima infanzia, si può assistere a qualcosa di inconsapevole e di cui non vorremmo mai essere testimoni, né raccontare.
Petit mauvais traitements, piccoli maltrattamenti, che sovente vanno oltre la coscienza di chi li compie, spinti da quegli automatismi che trasformano il gesto di cura in un movimento freddo e stereotipato. Da anni non perdo occasione per connettere mondi apparentemente diversi, quello dei bambini piccoli appunto, con quello dei disabili e degli anziani ritrovando, proprio in quei quotidiani gesti di cura, medesimi elementi che necessitano di sguardi attenti.
L’altra mattina, di fronte alla solita scena. Non vuoi fare qualcosa, ti opponi come sai fare con il corpo, in assenza delle parole. E’ facile mettersi in contrasto, opporre fermezza, tirare, arrivare al corpo contro corpo, soprattutto quando i tempi reali non permettono l’incontro con i tuoi, a volte biblici. Tuo padre rallenta, si ferma, aspetta. Non cede alla sfida e lo osservo cercare in un respiro profondo il conforto alle impietose lancette del mattino. Spesso ci alterniamo perché abbiamo scoperto che funziona ma stamane capisco che è meglio non interferire in quel vostro dialogo, pieno di tanti significati.
Passa qualche minuto eterno, prima che tu decida di alzarti da terra, proseguendo nei riti del mattino, con un sorriso sulle labbra, come se nulla fosse accaduto. Anzi no, qualcosa di importate è accaduto. Ti abbiamo ascoltato, hai potuto esprimere una tua volontà, non siamo arrivati al contrasto e al confronto di potere.
Più facile a dirsi che a farsi, perché sono proprio quei gesti di cura rinnovati negli anni, che possono mandare al manicomio soprattutto laddove l’altro, per fortuna, non perde occasione per ricordarti che non è una bambola di pezza ma una persona, con la sua da dire.
Chi lavora con i bambini piccoli, con i disabili o con gli anziani, si misura ogni giorno con situazioni analoghe e i gesti a volte, possono essere assai lontani da quelli che tutti noi vorremmo vedere rivolti ai nostri cari. Per questo, non perdo occasione per parlarne e per attivare luoghi di incontro e confronto che, sospendendo il giudizio, possano pensare azioni alternative e virtuose.
Si può imparare, come genitori o come operatori, ma bisogna mantenere attiva la coscienza di quanto ci accade, a volte prima che nella mente, nel corpo e nella pancia. Da anni mi accompagni nella ricerca di gesti gentili in quella danza muta che mi vede sovente la più goffa e che ti osserva paziente ad attendermi.
Speriamo che le prossime siano petites gentillesses.
Giu 08, 2016 @ 06:10:55
Più facile a dirsi che a farsi….
Proprio così, ci sono dimensioni che credo che possono sfuggirci facilmente di mano, di mente e di cuore nell’incontro con anziani, bambini e disabili e intravedere vie di gentilezza percorse aiuta a ricordare che sono davvero da ricercare ogni giorno nella quotidianità.
A volte se non colti le dimensioni di potere possono davvero logorare.
Le vie difficili da percorrere nel tempo portano qualcosa di visibile ed è quello che scalda la relazione, perché aprono dimensioni di incontro umane.
Ci si prova e credo sia fortificante assistere ai successi propri e a quelli altrui
Grazie per raccontarlo e farne memoria
Un abbraccio
Giu 08, 2016 @ 08:20:20
Raccontarlo, a sè stessi e agli altri, come dici anche tu luigina è un modo per non interrompere una ricerca troppo importante perchè parliamo di vita, la nostra e quella di chi in quel momento è coinvolto in quella relazione. Io ho la fortura di intrecciare, proprio nella cura, la mia storia di madre e quella professionale e credo che entrambe ne traggano sempre importanti occasioni e possibilità per crescere e maturare. Grazie anche a te che, insieme a me, trattieni storie di incontri.
Giu 19, 2016 @ 17:55:14
A voi con tanto affetto
Giu 08, 2017 @ 12:33:40
bellissimo e verissimo …
Giu 08, 2017 @ 12:54:45
grazie Martina!
Giu 08, 2017 @ 15:00:51
mi commuove sempre vedere come si metta in discussione e ogni giorno per lei sia un giorno di crescita a due! appunto, facile a dirsi, ma a farsi……
Giu 08, 2017 @ 15:16:30
Grazie Franca … si cresce insieme e così non ci annoiamo mai! 😉