tempodi Irene Auletta

Fate il movimento veloce, ma senza fretta. E’ una di quelle indicazioni di Angela, la mia maestra Feldenkrais, che mi piace tantissimo anche se non sono sempre sicura di capire bene cosa voglia dire nelle specifiche situazioni.

Eppure continua a tornare nei miei pensieri di questi giorni, anche in occasione di incontri con genitori di asilo nido, durante i quali mi sono ritrovata sovente a trattare i temi dell’anticipazione a oltranza, dell’eccesso di parole e di spiegazioni nella relazione con i bambini, del bisogno di fare tutto sempre più in fretta e di associare questo “movimento” a una valutazione sempre positiva.

La fretta mi parla, al contrario, di un modo di incontrare la vita scivolando sulla superficie e affrontando i problemi senza darsi il tempo di guardare cosa nasconde la prima e impulsiva interpretazione. Mi piace pensarmi veloce, anche perché la vita a volte lo impone senza possibilità di scampo, ma capace di non perdere di vista quello sguardo profondo che restituisce senso alle cose e alle esperienze.

Quando dico che sono fortunata ad avere una figlia come te, intendo proprio questo. Tu mi costringi a fare corse e ad essere spesso veloce, per bloccarti, per anticiparti, per aiutarti, per accontentarti e per mille altre sfumature della nostra relazione. Ma è altrettanto chiaro che non puoi stare nella fretta, che chiedi sempre di stare profondamente lì, in quell’incontro.

In realtà questa stessa caratteristica vale esattamente per tutte le relazioni genitori e figli, con la sostanziale differenza che, ad un certo punto, la crescita del figlio porta ad una naturale evoluzione della dinamica e alla maggiore possibilità di farsi travolgere dalla fretta.

Tu invece mi fermi, anche fisicamente. Mi tieni, mi tiri, mi abbracci, mi trattieni. E quando alla fine cedo, viviamo momenti di quiete pieni di quella bellezza fatta di noi due sdraiate sul divano a guardarci insieme un film pomeridiano mentre intorno a noi, il caos del rientro veloce si arrende alla nostra scelta.

Tu impari e io imparo.