Delle stereotipie non ne parla nessuno. O meglio. Ne parlano le diagnosi, i manuali e i dizionari. “Qualcosa che viene ripetuto allo stesso modo e sempre uguale”. Un comportamento, un gesto, un verso, un movimento.
Però in pochissimi si spingono a parlarne nei termini relazionali e vale a dire interrogando quanto, come genitori o operatori, ci si ritrova quotidianamente ad affrontare e a vivere nella gestione di tali comportamenti. Temo ci sia del pudore perché, al di là di tutte le comprensioni e interpretazioni possibili, bisognerebbe premettere che ti mandano al manicomio. O almeno, questo accade a me.
La cosa che salva ci disse una mamma conosciuta parecchi anni fa, è che si alternano e, quando ti sembra di non riuscire più a sopportarne uno, ecco che ne arriva un altro diverso a darti tregua! Allora mi sembrò una descrizione terribile e qualcosa di tanto lontano da quel fiorellino di poco più di due anni che avevo di fronte.
Negli anni, io e tuo padre ci abbiamo ripensato tante volte e altrettante la fiducia in quel cambiamento preannunciato ci ha permesso di sopportare momenti molto difficili, quasi insostenibili.
Il mondo non ti aiuta. Ma come, così grande ancora con il dito in bocca? Ma non si fa quel verso! Oggi Luna ha continuato a fare la sciocchina. E via di questo passo commettendo sempre lo stesso errore e cioè quello di banalizzare e attribuire intenzione a qualcosa che va ben oltre e che, sovente, porta con sé tutta la sofferenza legata a quel gesto o comportamento che tende a sopraffarti.
Secondo me le stereotipie sono contagiose perché inducono in chi le incontra, non come diretto interessato, un bisogno incontrollato di ripetere continuamente e insistentemente le medesime cose. Una stereotipia, appunto.
E allora ci provo ogni volta a fare qualcosa di diverso e a inventarmi nuove strategie ma molto spesso mi ritrovo a misurarmi con la frustrazione di un insuccesso. Chissà perché mi viene in mente proprio mentre sto scrivendo quella scena vista tante volte nei cartoni animati. La ragazzina che guarda il cielo e le stelle per esprimere un desiderio ripetendo ti prego, ti prego, ti prego.
Forse anche stavolta ho sbagliato la mia risposta stereotipata. Devo provare con questa.
Passerà, passerà, passerà.
Mar 26, 2015 @ 07:57:48
Ci sono gesti e modalità di comportamento e fatiche che a volte sono difficili da raccontare perché e’ facile che ne venga travisato il significato e il senso di una sopportazione. Per pudore e per proteggersi da giudizi ed equivochi forse si e’ portati a non esporsi. Tu da molto tempo lo stai facendo permettendo anche ad altri di rivedersi e di sentirsi capiti.
…credo anch’io Irene che per alcuni dolori, la preghiera fatta a modo proprio e sentita profondamente, così come mi arriva la tua, può dare spazio alla speranza e cercare di sostenerla!
Anch’io mi unisco e prego, li vicino a te
Mar 26, 2015 @ 08:08:05
grazie Luigina, un abbraccio caro unito dalla preghiera …. alla vita!