“Ho detto alla signora che sono tua madre e lei mi ha riposto che non era neppure necessario dirlo …. Si vede da lontano che sei mia figlia!”.
Ogni volta che sottolinei la nostra somiglianza mostri un atteggiamento che non nasconde la fierezza di questo filo che ci unisce e io mi ritrovo a collegare immagini e volti. Il tuo odierno di donna anziana e quello trattenuto nella memoria che, sorridente, mi appare più volte al giorno sulla schermata del mio iPad.
Una vecchia foto in bianco e nero ti ritrae mentre disponi fiori in un vaso sotto lo sguardo attento delle tue due figlie.
Chi si misura prematuramente con la perdita dei propri genitori si ritrova esposto ad un dolore fortissimo che, inevitabilmente, ne preclude altri. L’invecchiamento dei propri cari, lo stillicidio di malattie senili, le perdite di energie vitali e di memoria. Non posso fare a meno di pensarci ogni volta che mi soffermo a guardarti. Forse per quella somiglianza che ci unisce e che, quasi per un destino beffardo, ci ha portato ad attraversare strade esistenziali molto simili, soprattutto rispetto alla nostra esperienza di maternità.
Per fortuna io avevo voi, mi dici spesso riferendoti al figlio salutato troppo presto. E io, mamma, chi avrò a comprendermi così profondamente quando tu non ci sarai più?
Nel tempo hai portato sulle spalle pesi enormi, esibendo sempre una bella grinta e il sorriso sulle labbra. Poi gli ultimi anni hanno iniziato a portarti lontano, in un luogo dove sembri già pregustarti un po’ di riposo. Sempre tu, ma sfocata e spesso persa nei tuoi pensieri con lo sguardo oltre il presente.
Che brutto diventare vecchia, mi dici mentre ci gustiamo un momento di riposo sedute su una panchina di ritorno da una piccola passeggiata. Forse tutti noi abbiamo ancora bisogno di imparare qualcosa sul modo di attraversare le nostre differenti età della vita, assaporando fino alla fine le possibilità offerte da una vita lunga.
Vedo intorno a me storie differenti di figli con genitori anziani. Pochi mi sembrano sereni in una posizione di accompagnamento verso gli ultimi anni della vita. Alcuni sembrano remare controsenso, nel bel mezzo di rapide, smarrendo momenti preziosi.
Vorrei imparare ancora qualcosa da questo nostro incontro. Rimanerti a fianco per quello che sei ora senza smarrire quel collage di tutte le nostre immagini raccolte nel tempo, tenendo insieme tutto, pregi e difetti, gioie e dolori. Vorrei smetterla di lottare per ciò che non è più o che non può più essere. Vorrei gustarmi ancora le possibilità offerte dal presente imparando a gestire quella rabbia che ogni tanto prende il sopravvento per nascondere il dolore.
Dammi ancora un po’ di tempo mamma, sono sulla buona strada, imparo in fretta.
Apr 21, 2014 @ 20:46:29
Bella e complicata storia quella tra madri e figlie. Al solito, il tuo sguardo fa intravedere possibilita’ senza nasconder le fatiche.
…che gli incontri siano un po’ come dei balsami che si prendono cura anche delle ferite? Certamente lo sono le amiche che, senza retorica alcuna, stanno accompagnando la maturita’ delle primavere.
Apr 22, 2014 @ 07:55:25
🌸🌷 primavera ed estate, vicine a scaldarsi al sole!
Apr 22, 2014 @ 08:47:46
Irene, hai dato voce a sentimenti che vivo quotidianamente nel rapporto con mia madre… L’immagine interiore non corrisponde più a quella reale ed ogni volta, guardandola, non vedo che nelle sue fatiche e difficoltà … La fine. Il cuore si stringe in un dolore misto all’impotenza. Il voler bene di più ed il desiderio di starne lontana e non vedere, si mescolano in una soluzione amara… la rabbia, ultima ed ingrata difesa sopraggiunge lasciando ognuna di fronte al proprio destino… nell’unico momento in cui sarebbe necessario accompagnarsi… Lei che se ne sta andando ed io che resto sola…
Apr 22, 2014 @ 14:13:32
Molto bello questo “quadro” impressionista, che con poche pennellate riesce a trasmettere tante sensazioni e sentimenti… quelli di una vita! Grazie per averceli regalati. Alessandro