Adoro il mare, mi trasmette molta energia e mi piace sempre osservare il gioco che fanno le onde accarezzando la spiaggia, lasciando quelle bollicine che spariscono dopo qualche secondo.
Ma come si fa a superare la delusione di questo figlio? Dei suoi incomprensibili comportamenti e degli scarti tra ciò che sembrava poter diventare da piccolo e com’è diventato ora?
Quante volte colgo tra le pieghe delle mie conversazioni con i genitori sentimenti quasi indicibili perchè etichettati come poco leciti. La delusione, il senso di tradimento, il rifiuto, tutti accomunati da quel gusto amaro che hanno le attese deluse.
Accade molto più di frequente di quanto si possa immaginare eppure non è facile parlarne, dando voce alle sfumature più aspre di alcune emozioni.
E’ un sogno infranto, mi dice un padre con grande dispiacere.
So molto bene cosa vuol dire chiedersi di accettare un figlio per quello che è e lungi da me la tentazione di fare qualche bella prescrizione sul da farsi, come una bella ricetta facile facile. Però so anche che è l’unica strada possibile per non condannarsi ad un’esistenza mediocre, sofferente e piena di acredine.
Ci sono nuovi sogni, che abitano nella realtà, che possono far incontrare sorprese inattese, sentire profumi nuovi e cogliere sfumature dell’esistenza visibili a pochi.
Penso alla sensazione che provo ogni volta che entro in acqua per fare una nuotata e a come il corpo si adatta ad essere avvolto dalla frescura liquida. Le onde sembrano scomparire ma ce ne sono subito di nuove sempre più frizzanti. Quelle che si infrangono, lasciano il posto ad altre che ogni volta assumono una nuova forma e un rinnovato vigore. Mi lascio cullare, sospesa in un abbraccio eterno, prendendo energia dal mare, dal sole e dalla luce riflessa.
Anni fa, sognavo di fare nuotate straordinarie, come fossi una vera atleta. Nel tempo ho imparato ad apprezzare il mio rapporto con l’acqua e, in particolare con il mare. Non nuoto affatto con uno stile perfetto e neppure me ne importa nulla. Quello che mi da gusto è il sapore del piacere che ogni volta si ripete, come la prima volta ma ogni volta diverso.
Così è mia figlia. Avrebbe potuto essere un onda diversa ma ha preso questa forma e di certo non le manca l’essere frizzante e ricca di bollicine.
Assomiglia a suo padre come una goccia d’acqua ma, come me, adora il mare.
Mar 10, 2013 @ 09:20:56
Che bello Irene, arriva un amore forte e tenero insieme! Denso di altro, da quello che a volte socialmente è possibile e protetto come una cosa importante e preziosa e nello stesso tempo libera da vincoli. Il piacere dell’esistere insieme!
Mar 10, 2013 @ 10:59:05
grazie Luigina… chissà vicino ai tuoi scogli quante onde hai osservato….
Mar 10, 2013 @ 22:24:43
io amo il mare come te, in tutte le sue sfaccettature, quando e calmo e quando è agitato per il mal tempo, quando è di un azzurro intenso e quando sembra di un grigio scuro, ma…lontano non potrei resistere. Così sono anche le giornate con mia figlia. Bello l’accostamento tra il mare e i nostri figli. Forse è per questo che amano tanto l’acqua? Loro sono…”il mare”, e per noi…un mare di emozioni!
Mar 11, 2013 @ 07:41:42
Le giornate al mare come le giornate con Rossella ….
Me le immagino!
Buone giornate di sole e luce
Mar 19, 2013 @ 09:36:06
Il sogno infranto per molti genitori (intendendo per genitori coloro che generano figli e basta) diventa un alibi per rifiutare coloro che hanno generato non solo lasciandoli naufragare ma diventandone pirata o persecutori e scaricando all’ altro genitore il ruolo di timoniere, bagnino e sommozzatore al tempo stesso.
E c’è più comprensione che condanna penale e sociale di quanto si immagini.
Anche questa è una realtà invisibile che deve avere una voce. Troppe donne, perché sono soprattutto le madri che accolgono invece la disabilità di un figlio come un compito per naviganti e esploratrici, vivono lo stalking della “colpa” inflitta da chi, deluso dal sogno infranto, la fa pagare per sempre.