Stamane mi colpisce la lettura di un articolo online che parla di bambini e gentilezza. Ricercatori americani (e chi se non loro?) che indagano il fenomeno tra i bambini per restituirne la positiva scoperta. Anche i bambini, oltre agli adulti, apprezzano e danno valore alla gentilezza nelle relazioni tra pari. Rimango un po’ basita e mi frullano in testa alcune domande. In che senso era necessaria una ricerca per giungere a tale conclusione? Come mai questa notizia mi colpisce più di altre?
Sempre stamane ripensavo ad un lungo lavoro di formazione fatto insieme ad operatrici di servizi per l’infanzia di un comune dell’hinterland milanese. Pensavo al successo di alcune importanti trasformazioni, all’intenso lavoro educativo rivolto sia ai bambini che alle loro famiglie e alla piega involutiva che hanno preso questi servizi negli ultimi anni, rischiando di perdere tanti risultati raggiunti. Le motivazioni sono certamente molteplici ma il dispiacere rimane una domanda aperta.
E’ proprio vero che così è la storia, con questioni che si ripetono riproponendo le medesime scene e gli stessi quesiti?
Fatico ad accettare l’idea che molti servizi educativi e le scuole stesse, si stanno impoverendo per problemi legati alle carenze di risorse economiche e in queste motivazioni trovo, insieme alla verità, un senso di rinuncia e di sfiducia che mal si accompagnano alle sfide dell’educazione.
Stanotte ho passato la notte a urlare. Era un sogno nel quale cercavo di richiamare coordinatori ed educatori di alcuni servizi educativi a riprendersi in mano la loro responsabilità, esibendo le loro competenze. Direi che non è necessaria alcuna interpretazione psicologica!
Lo sconforto tende a far curvare le spalle e a orientare lo sguardo verso il basso, fino a non vedere che la punta dei propri piedi. Abbiamo bisogno di allargare il respiro, allineare la colonna vertebrale e guardare avanti con un senso di rinnovata curiosità.
Di questa ricerca abbiamo tanto tutti bisogno e non solo per riscoprire il valore della gentilezza, ma per credere nelle possibilità del futuro e per continuare a fare educazione, senza vergognarsene.
Dic 30, 2012 @ 11:44:26
E’ come trovare un proprio posto nel mondo! 🙂
Dic 30, 2012 @ 13:11:28
bello attraversarlo insieme Luigina!
Gen 02, 2013 @ 12:14:23
…una gentilezza anche…urlante…Irene…mi piace! Quando ci vuole…
Nel senso che spesso interpretando e leggendo la realtà per “estremi” si rischia di smarrire il senso di alcune azioni e modi di fare ma, soprattutto, di essere.
Professionalmente e non solo…l’opportunità che colgo in trasparenza e tra le righe in questi tuoi scritti passa forse anche da una ricerca possibile di nuovi posizionamenti…”interi”…collegando cio’ che si pensa a cio’ che si fa anche nel quotidiano. Faticoso…ma stimolante…anche in questo tempo impegnativo cercare di tenere assieme il valore e la bellezza alla desolazione e alle “prove” che si incontrano…a me fa respirare meglio…poi, magari, non ci riesco (e sicuramente, non sempre)…ma quel “provare” mi restituisce la differenza tra la vita e la sopravvivenza. Come scrivevo “rimaniamo umai”…anche nel 2013!
Gen 02, 2013 @ 12:50:26
bello Monica … urliamo “umanamente”!!
Gen 02, 2013 @ 16:04:43
🙂