Nei momenti di pausa diminuisce la frenesia delle cose da fare e i pensieri prendono spazio e respiro. Mi guardo intorno e osservo gli addobbi natalizi che scaldano la mia casa.
Sono passati i giorni in cui aspettavo che fossi tu a spegnere le candeline sulla tua torta, ad aiutarmi ad addobbare l’albero e ad apprezzare i doni piuttosto che le carte luminose e cangianti che li contengono. Tu, figlia mia, mi hai costretto a trovare un nuovo senso alla meraviglia infantile, alla magia e all’incanto delle feste.
Ti osservo abbracciata a tuo padre, mentre guardate quei film che piacciono solo a voi, serena e tutta presa a non perderti un attimo di quel momento tutto vostro. Gli stringi le mani portandotele al viso come in una carezza perenne che puoi goderti in questi giorni di tempi lenti, quelli che tu ami di più.
Cosa vorrà dire per te il Natale? Ho smesso di chiedermelo da tempo, insieme ad una serie di altre domande che da anni sono contenute in un pacchetto natalizio che fa meno paura. Si, perchè tu mi hai insegnato ad apprezzare il valore della festa, come momento per stare vicino alle persone più care e la magia dell’ozio in tutta la sua preziosità dello stare insieme. Che sia questa la meraviglia?
Tu nel frattempo diventi grande e impari ogni giorno qualcosa di nuovo.
Non spegni le candeline sulla torta, giochi con gli addobbi natalizi apprezzandone suoni e colori, ridi dei miei finti rimproveri quando rubi qualche campanellina sonora e dei doni contenuti nei pacchetti non te ne importa nulla, quasi sempre.
Impari quello che puoi e non quello che io vorrei e questo è il dono più grande che negli anni mi hai aiutato ad apprezzare, perchè sempre di imparare si tratta e questo è ciò che conta.
Vieni amore, inventiamoci un gioco. Sai cosa vuol dire giorni di festa?
Ci abbracciamo forte, forte. Ecco la risposta.
Dic 25, 2012 @ 11:56:50
Grazie.
Come sempre le tue parole sono una sfumatura in più di un colore che sta tanto tanto vicino al cuore….
Dic 25, 2012 @ 11:57:47
…proprio così, le festività ci danno modo di passare più tempo con maggior serenità assieme alle persone più care, lasciando da parte la frenesia e ampliando lo spazio per le “coccole”. Un abbraccio forte ed auguri di buon Natale.
Dic 25, 2012 @ 12:48:52
Ci accompagni spesso, per non dire sempre, a causa di una naturale antipatia verso gli eccessi, a stare vicino ai sentimenti, quelli più puri, autentici, che insegnano a stare in un rapporto di verità con se stessi, nudi…senza più paura. E da lì costuire un mondo e un modo per abitarlo, forse non “IL” migliore dei mondi come ci ricorda Morin e nemmeno probabilmente il migliore dei modi ma certo “un mondo migliore” che vorrei per il futuro regalare a mio figlio. Bello Irene trovo il tuo racconto poetico. Grazie
Dic 25, 2012 @ 15:22:53
In queste righe ho letto la vera magia del Natale.
Grazie.
Dic 25, 2012 @ 21:26:08
Ho riletto più volte le tue parole d’amore. Mi hanno profondamente emozionato,
la meraviglia sono i sentimenti profondi che legano una madre al proprio figlio. Vi abbraccio
Dic 27, 2012 @ 00:35:24
Irene, i nostri figli, sanno e ci fanno apprezzare i veri valori della vita, la famiglia in primis, Se solo anche gli altri, e parlo di coloro che sono al di là del nostro mondo li osservassero di più, in giro non ci sarebbe più amore, più fratellanza, più giustizia, più solidarietà, più, più, più…
Dic 27, 2012 @ 00:37:33
scusate…volevo dire…in giro ci sarebbe. Togliete quel “non”.
Dic 27, 2012 @ 08:24:17
tolto il “non” Paola… il tuo commento era comunque molto chiaro…
alla prossima, Irene
Gen 07, 2013 @ 19:24:53
Come mi ritrovo nelle tue parole..come conosco bene le tue sensazioni..sono anche le mie,ma ancora non riesco a vederle in maniera positiva come te purtroppo. Ti ringrazio di tutto questo. Rossana,mamma di Alessia
Gen 07, 2013 @ 20:56:20
Sai Rossana,
per me scrivere è stato un modo per iniziare a far emergere uno strano intreccio tra pensieri ed emozioni. Spero che nelle mie parole passi anche il percorso, lungo, faticoso e sempre in atto.
Gli anni che passano possono portare anche sollievo, insieme a tante altre preoccupazioni e per questo, abbiamo proprio bisogno di capire come, ognuno con la sua parte, imparare a darci una mano.
Io conto sulla mia volontà di lasciare segni che, come in un gioco di specchi, possano riflettere tante storie diverse che, trovandosi insieme, si possano fare almeno un po’ di compagnia.
Alla prossima, Irene