Mi sono chiesto spesso perchè non mi venga mai di rispondere prego quando qualcuno mi dice grazie. Se non si tratta di una risposta standard tipo dopo un “mi passi il sale per favore”. Voglio dire, se qualcuno mi ringrazia sul serio per qualcosa che ho fatto, il “prego” che poi è sinonimo dei vari “ma figurati”, “ci mancherebbe”, “dovere”, “di nulla”, mi sembra sempre del tutto inappropriato. Se l’altro mi ringrazia per qualcosa che ho fatto, mi ringrazia sul serio intendo dire, significa che sta dando importanza a quello che ho fatto e non mi sembra bello condirlo via sminuendolo con un “cosa vuoi che sia”. Ti dicono guarda che è importante questa cosa per me e tu gli rispondi che in realtà “non è niente di che”? Si pensasse di più a quanto può essere arrogante la falsa umiltà.
In realtà quando mi sento ringraziato sul serio, mi viene da ringraziare a mia volta. Ma non nel senso che mi metto a cercare freneticamente qualcosa per ringraziare chi mi ringrazia e pareggiare i conti. Quel che smuove in me ricevere un “grazie” sincero, è una gratitudine, come dire, di secondo livello. Trovo che un ringraziamento sia un dono prezioso, da custodire con cura e attenzione. Quando qualcuno mi ringrazia per ciò che faccio, mi sta dicendo che quello che faccio non è solo una cosa mia, non finisce con me dopo essere iniziato da me, ha un valore che mi trascende e che è possibile raccogliere. Chi mi ringrazia definisce i miei limiti nel momento stesso in cui mi dice che i miei atti li superano per arrivare da qualche altra parte. E mi insegna anche che ringraziare, lungi dall’essere un banale gesto di umiltà, è un atto di coraggio e di responsabilità, che mi induce a ricevere i ringraziamenti con gratitudine, ma anche a trasformare la mia gratitudine in ringraziamenti.
Grazie, dunque, ai “grazie” che in questo periodo mi stanno giungendo per vie a volte insospettate e inattese. Mi stanno facendo capire che il rispetto è ben più che tolleranza o accondiscendenza. Mi stanno facendo capire che il rispetto è ben più che il prendersi cura reciproco. Mi stanno facendo capire che il rispetto è farsene qualcosa dell’altro dicendogli “grazie a te, io…”
Lug 01, 2011 @ 13:10:55
E’ banale ma grazie anche di questo pensiero 🙂
Lug 01, 2011 @ 13:33:10
l’umiltà è una caratteristica in via d’estinzione 🙂
vado a leggere altri tuoi post, bentrovato!
Lug 01, 2011 @ 18:56:35
ringraziare e rispettare… un bel duetto!
Lug 03, 2011 @ 07:47:06
Luci e ombre…Il tuo racconto restituisce il senso e la responsabilità di dire grazie. Condivido. Il grazie quando è realimente sentito è all’interno di una relazione, e sento profondamente che è rispettoso accettare il grazie dell’altro, anche se a volte l’ombra di quel grazie fa dire “ma ci mancherebbe”. Chi lo riceve può darsi che quel grazie lo sente come formale al di fuori di ciò che sta accadendo. Riconoscersi reciprocamente attraverso un grazie è una strada lunga che chiede di tendere al rispetto reciproco e alla valorizzazione di entrambi fino in fondo, e per arrivarci si passano anche momenti di incomprensione e di gesti maldestri. Qualsiasi grazie ha in sè una storia che dice tanti significati differenti. Alcuni grazie detti e ricevuti sono stati un prezioso alimento per la relazione e per la comprensione reciproca. Grazie!