di Igor Salomone

Proviamo a ragionare. Se dico o scrivo che la pedofilia (o l’omicidio, lo stupro, il cannibalismo) ha i suoi lati positivi, commetto un reato? Non sono un giurista, ma a occhio direi di no, altrimenti chiunque provasse a fare un ragionamento attorno a qualcosa di esecrabile, rischierebbe la prigione: uccidere con un bagliore infuocato centomila persone può essere un crimine, ma nessuno ha perseguito tutti quelli che si sono dichiarati favorevoli alla bomba nucleare sganciata su Hiroshima (e se è per quello neanche chi l’ha sganciata e chi glielo ha ordinato). 

Certo, se proclamassi il diritto di ognuno a praticare la pedofilia e addirittua incitassi a farlo, probabilmente sarei in zona reato. Ma il confine tra il ragionare attorno a qualcosa e indurre dei comportamenti concreti è sottile e per stabilire quando questo confine viene superato producendo un comportamento illegale e perseguibile, ci vuole un giudice. O anche più di uno. 

Ma non è che un’idea orribile deve per forza essere un’idea illegale.  Stiamo rapidamente dimenticando che etica e legalità sono due cose affatto diverse. E c’è un buon motivo per questa amnesia collettiva: per decidere cosa è eticamente corretto e cosa no occorre impegnarsi nella faticosa pratica del pensiero e, peggio ancora, dell’assunzione di responsabilità. Per decidere cosa è legale o no, invece, è sufficiente ricorrere a un giudice e pagare un (buon) avvocato. 

A me non frega un accidente se l’apologia del fascismo è illegale oppure no. A me i gruppi dichiaratamente nazifascisti, le case editrici che pubblicano collane di libri inneggianti al fascismo, i negazionismi, i saluti romani, fanno semplicemente schifo: sono moralmente esecrabili, storicamente pericolosi, esteticamente grevi, fisicamente privi di spessore.  Non ho bisogno di una legge che vieti chi vomita insulsaggini su Mussolini e vent’anni della nostra storia, ho bisogno di chi, come Antonio Scurati, mi aiuta a capire cosa l’uno e l’altra hanno lasciato nella coscienza di tutti noi e di cui dobbiamo ancora liberarci.

Vietare per legge opinioni che dovresti allontanare con disgusto, invece, è estremamente pericoloso perchè la prossima opinione a essere vietata potrebbe essere la tua.