di Irene Auletta

Non ho idea di cosa sto sognando e credo di essere ancora altrove quando mi accorgo del tuo richiamo notturno. La sveglia impietosa segnala che sono solo le due e mezza e so già che è il mio turno. Io e tuo padre facciamo così, ci alterniamo in base alle giornate e agli impegni di lavoro. Insomma, una sfida a chi può resistere di più e stanotte tocca  a me.

Vista l’ora non abbandono la speranza che tu possa riaddormentati ma dopo tre ore, e in vista del primo chiarore, mi arrendo alla stanchezza e alle attese negate. Tu sei molto insofferente tra stanchezza, irritazione e qualche fastidio non bene identificato e per la prima volta nella tua vita accade che mentre provo a consolarti mi arriva una sberla. 

La mia reazione muta va oltre le parole e di fronte al tuo lamento ci vedo lì, naufraghe nella notte. Freno la mia reazione e ti vedo indifesa quanto me, di fronte a qualcosa che sembra impossibile da gestire diversamente. In più stanotte c’è anche il malessere che aggiunge il suo carico ulteriore.

Realizzo di averti disturbata e che in qualche modo deve uscire anche un po’ di umana rabbia e allora mi allontano dicendoti che capisco di essere stata un po’ invadente.

Il suono della sveglia ci trova così tu più serena e io persa nei miei pensieri malinconici, mentre con ironia penso alle parole di ieri della mia ginecologa e alle “prescrizioni” di vita per la mia età e per coltivare una buona salute. Vabbè, lasciamo perdere.

Per reagire alla stanchezza deciso di accogliere la giornata con la musica e un po’ di ballo e nella ricerca incrocio sul mio iPhone questa bella canzone dei Negramaro proprio mentre cantano 

Ti è mai successo di voler tornare 

A tutto quello che credevi fosse da fuggire 

E non sapere proprio come fare 

Ci fosse almeno un modo uno per ricominciare

Pensare in fondo che non era così male 

Che amore è se non hai niente più da odiare 

Restare in bilico è meglio che cadere 

A me è successo amore e ora so restare

Quando si dice le coincidenze.

Balliamo un po’ e pian piano i nostri corpi provano a incontrare la nuova giornata meno massacrati avviandosi nel mondo, simulando false normalità.

Dai facciamo che ci salutiamo senza odiarci, mi viene da dirti con leggerezza ripensando alla canzone e osservando i tuoi occhi scuri. Forse è anche un invito a me a non odiare alcuni momenti di questa vita e a trovare la forza da continuare a darti e a darci.

Ci abbracciamo forte e prima di salire sul pulmino il tuo viso si illumina in un sorriso bellissimo. Anche per oggi amore, siamo salve. Ci amiamo.