Certo, la mancanza di quel pulmino giallo che per anni ti ha accompagnata nei tuoi viaggi tra casa e scuola non è facile da superare però oggi sono certa che andrà meglio e mi avvicino molto fiduciosa al gentile autista che si dirige verso di noi per salutarci.
Che bello vedervi e come è diventata grande Luna. Me la ricordo ancora seduta in prima fila sempre intenta a guardare fuori dal finestrino e tranquilla! In effetti nel pulmino in sosta alle sue spalle, in attesa di far scendere un paio di piccoli passeggeri, si percepisce una certa confusione tra urla e una ragazzina che sbatte ripetutamente la testa contro il sedile.
Certi bambini sono davvero difficili da gestire e gli assistenti non hanno neppure le competenze necessarie. Fanno del loro meglio ma come si fa a fare un intero tragitto da scuola a casa in queste condizioni? L’autista sembra rispondere al mio sguardo interrogativo rivolto verso la scena che si sta svolgendo nell’abitacolo e nel frattempo, tu non perdi occasione per avvicinarti alla portiera del conducente ed aggrapparti al finestrino curiosa ed evidentemente molto desiderosa di salirci, ancora una volta.
La scena successiva, come raccontavo proprio ieri sera a due amiche, ha assunto tinte surreali. L’impossibilità di salire, la partenza del pulmino, il dispiacere e l’imbarazzo dell’autista, la tua rabbia per quel desiderio non accolto, sono rimasti tutti lì. La via in cui ci troviamo, fortunatamente non di troppo passaggio e riservata prevalentemente al posteggio auto dei vari condomini, è stata di recente asfaltata e risulta perfettamente liscia, quasi lucida con il riflesso della luce pomeridiana. I passanti e, meglio ancora, le persona affacciate al balcone non avranno potuto fare a meno di volgere lo sguardo proprio in quella direzione.
Tu, al centro della via, completamente sdraiata per terra in posizione supina che, con il tuo abitino viola, dipingi un bizzarro quadro da osservare. Quanto tempo, negli anni della nostra storia, ci ho messo a non provare a convincerti, a non rimanerci male, a non vergognarmi degli sguardi pesanti di giudizio o di semplice curiosità, a smetterla di sentirmi impotente e incapace. Ti guardo e ci osservo a distanza. Ma come, l’autista non ti aveva appena descritta come una meraviglia? Mi scappa da ridere, ma cerco di controllarmi perché in queste situazioni l’ultima cosa che voglio è farti sentire in qualche modo derisa.
Certo sarebbe un bel problema se ora arrivasse un auto. Tu rimani lì tranquilla finché non ti passa, ci pensa mamma a fare il vigile! Te lo dico inginocchiandomi al tuo fianco e mi rincuora la serenità del momento. Ma come ho fatto ad arrivarci?
Il dolore, maturando, apre vie inattese e pone ogni giorno di fronte a nuove avventure. Nella mia continua ricerca di significati so che ora sono arrivata fin qui e per un attimo mi gusto una nuova armonia.
Il contrasto nero asfalto e viola, è bellissimo.
Mag 31, 2015 @ 08:55:10
La vergogna è un sentimento davvero duro Irene, ci ho convissuto e ci convivo da sempre grazie a certe dimensioni famigliari che mi sono toccate fin da piccola, eV che rendevano pubblici atti impropri calamite di sguardi severi e giudicanti. In quei momenti sentivo il corpo perdere lo scheletro, Assueme allo sforzo della mente che cercava di tenere una normalità ostentata. Con l’aggravante, nel mio caso il tutto era frutto di scelte che avrebbero potuto essere diverse, differentemente da ciò che accade con Luna. Ma forse questo non cambia il senso. Ciò che è potente nel tuo scritto è il riscatto grazie al percorso che sei riuscita a fare ed il senso di libertà e amore che ne emerge! Libertà da quegli sguardi “pelosi” ed amore nei confronti delle reciproche debolezze… Chissà se riuscirò ad imparare Irene? Ci provo.
Mag 31, 2015 @ 09:12:15
Si Nadia, credo proprio che si possa imparare, ogni giorno un po’.
Io ho imparato a darmi obiettivi piccoli piccoli e quando trovo una nuova armonia me la gusto fino in fondo, anche trattenendola in uno scritto e condividendola con chi ha voglia di incontrarla.
Anche il tuo rimando è una bella armonia!
Mag 31, 2015 @ 09:04:22
Questa associazione di dolore e armonie mi ha molto colpita!!
Come se c’è la possibilità di fare un percorso nelle vite di ogni giorno che attraversando i dolori dell’esistere appunto, che sono proprio parte della vita, e chiedono davvero tanta fatica, si può arrivare a percepirne un armonia. Mi risuona come se fosse una nuova e diversa accoglienza. Di una bellezza infinita….trattengo con me questo aspetto. Grazie
“Il dolore, maturando, apre vie inattese e pone ogni giorno di fronte a nuove avventure. Nella mia continua ricerca di significati so che ora sono arrivata fin qui e per un attimo mi gusto una nuova armonia.”
Mag 31, 2015 @ 09:14:59
Grazie a te Luigina … è tanto vero il tuo commento perché in genere il dolore chiude le possibilità, togliendo appunto armonia.
Io continuo a cercarne di nuove e possibili perché altrimenti non potrei più insegnare a Luna la bellezza della vita e questo, davvero, non me lo potrei mai perdonare.
Bello saperti vicina a noi ….