“Niente … E’ più forte di me. A volte, come ora, guardo il cielo, il sole, le nuvole che corrono veloci e tutto il subbuglio di emozioni si traduce sempre in quella dannata domanda senza risposta. Perché proprio a me? Non lo capirò mai…”
Il post di stamane di un amico di facebook. Conoscendolo, anche se a distanza, posso immaginare la scena del suo interrogativo ma forse, proprio per questo motivo, mi piace andare oltre e altrove. Chissà in quante differenti situazione lo stesso pensiero ha pian piano preso forma nella mente di molti oppure è esploso come un dolore sordo incapace di uscire attraverso il suono delle parole?
Eppure qualcosa probabilmente le accomuna. Il senso di ingiustizia, un dolore insopportabile, un senso di sconfitta o di tradimento. La paura di non farcela.
Il bello delle domande però è che nel tempo si possono trasformare e mi piace pensare che sia proprio questo il senso di ogni percorso di crescita, anche quando si fatica a riconoscerlo e nominarlo. Può essere che ne nascano anche di nuove, di domande.
Perchè a te? E’ stata la mia seconda fase, ma anche questa ha fatto il suo tempo ed è passata seguita da altre anch’esse scivolate altrove. Il fatto è che, ad un certo punto le domande devono poter volare e non solo arrovellassi dentro di noi in cerca di un’improbabile via d’uscita. Almeno, questo è successo alle mie.
Le nuove ali hanno assunto il colore della possibilità di imparare qualcosa di nuovo, di condividerlo con altri, di trasformarlo senza illudersi di farlo scomparire. Quando nella nostra storia accade qualcosa di grande, di forte, è inutile pensare di sfuggirgli.
Dovremmo insegnarlo ai bambini che le cose accadono, indipendentemente dal loro colore, facili o difficili che siano e che il bello è sempre imparare qualcosa di nuovo. Forse ci hanno illuso facendoci credere che la vita fosse solo bellezza e allegria. Che poi, non sarebbe assai noiosa se così accadesse veramente? Non è che proprio l’attraversamento del buio ci permette ogni volta di godere della luce come quando dopo un freddo inverno ci si avvia verso una tiepida e luminosa primavera?
Certo, potremmo credere a disegni divini o al volere malefico di entità assai bizzarre ma forse, amando l’educazione e la vita stessa, diventa necessario cercare anche altrove.
Ogni tanto penso sia normale concentrasi solo sulle nuvole o sul desiderio del sole. Io sono fortunata perchè poi arrivi tu e mi ricordi ogni volta di guardare il cielo.
Feb 16, 2014 @ 14:22:55
Il “perché a te” mi ha scosso! Mi muove in me sentimenti profondi difficili da nominare. Mi é capitato di dover far fronte ad un grave incidente in cui é incorso mio figlio lasciandolo per sempre offeso ad un occhio e mi sono sempre ripetuta “ma perché non è capitato a me al posto suo?”… Noi madri di fronte alle disgrazie e sofferenze dei figli non esiteremmo nemmeno un attimo a fare cambio accollandoci la cattiva sorte pur di esonerare loro. Il dolore che si prova verso la sofferenza dei figli è ben più grande di quello che si prova verso le sofferenze per se stessi. Il “perché a te” mi lascia commossa e afasica… E l’idea che sia possibile andare oltre e altrove… é un grande esempio.
Feb 16, 2014 @ 14:55:45
si Nadia, ci prenderemmo subito noi il male e le fatiche ma purtroppo (o per fortuna) non è possibile …. perchè non è la nostra vita! Perchè a te? per me ha voluto dire riconoscere che stavo rivolgendomi ad una vita diversa dalla mia e allora mi sono subito sentita la responsabilità di fare qualcosa, proprio come madre, per aiutarla quella vita lì….