Luchino Dal Vermedi Irene Auletta

Siamo stati a far visita ad un grande vecchio. Un signore, un nobile, un uomo centenario che ha attraversato la storia del nostro paese da protagonista e che, alle soglie del suo tramonto, trasmette ancora il fuoco della passione, attraverso i sensi assopiti dall’età.

Mi aspetto di incrociare molti visi familiari di persone che so per certo lo hanno conosciuto narrandone il valore e l’onore dell’incontro. Abbiamo la fortuna di arrivare in un momento buono e di avere il lasciapassare di anni di conoscenza e di stima. Trascorriamo un’ora in compagnia del festeggiato e ci immergiamo in un mondo di storie, ricordi, vite vissute che traspirano da ogni oggetto e da ogni angolo presente nella casa.

Deve tornare per conoscere mia moglie, mi dice, lei è speciale, lei è tutto.

La signora purtroppo è influenzata e non abbiamo modo di incontrarla e salutarla ma lui non perde occasione per nominarla con una leggerezza e amore che trasmettono un’intensità potente.

Mi accoglie e saluta con un baciamano, gesto d’altri tempi fatto con un’eleganza inattesa da parte di un corpo anziano. Qui resistono le storie, gli amori, le passione, il valore dei gesti insieme ai loro inconfondibili significati.

Incrocio un solo viso familiare, di una persona troppo speciale per non essere presente, ma degli altri neppure una traccia lontana.

Contagiati dall’epoca del nulla, del passeggero, del dimenticato in un attimo, del senza radici, forse noi tutti rischiamo di essere trapassati dagli eventi, senza assaporarli fino in fondo e smarrendoli nell’oblio della memoria.

Gli incontri e gli amori speciali hanno un carattere unico e oggi mi hanno fatto sentire una persona molto privilegiata. Per questi, non ho alcun dubbio. Anche a costo di essere fuori moda, non mi piacciono prèt-a-porter.